“Vite che parlano”
Ottobre è punteggiato dalla memoria di numerosi santi la cui vita è stata voce di Cristo nei luoghi dove il messaggio di salvezza non era ancora arrivato: S. Francesco d’Assisi (memoria il 4/10), che con il suo canto gioioso di lode al creato ha convertito i borghi dell’Umbria, ha ammansito il “lupo” di Gubbio e ha fatto inchinare il sultano d’Egitto; S. Daniele Comboni da Limone sul Garda (memoria il 10/10), sacerdote “fidei donum” – diremmo oggi – in missione con alcuni confratelli in Sudan, vi riportò il cristianesimo ormai cancellato in favore del musulmanesimo dopo i tempi di S. Agostino e fu primo vescovo d’Africa; S. Giovanni Paolo II (memoria il 22/10), il papa che nella storia ha viaggiato di più; ultimi, non per importanza, S. Luca evangelista, missionario ‘della prima ora’, S. Antonio M. Claret, S. Giovanni da Capestrano… senza dimenticare S. Teresa di Lisieux: una carmelitana che dedicò la sua breve vita a pregare per i missionari. Il suo cuore era dilatato al mondo intero e fu dichiarata da S. Giovanni Paolo II patrona delle missioni. È ricordata dalla Chiesa il 1° ottobre che per questo – fondamentalmente – divenuto “mese missionario”.
“Di me sarete testimoni” (At 1,8)
Il mese è culminato ieri con la 96^ Giornata Missionaria Mondiale. “Vite che parlano” è il tema scelto dalla CEI per quest’anno: c’è bisogno di vite da cui risuoni il messaggio di Cristo, testimoni autentici. Tema in linea con il titolo del messaggio di papa Francesco per questa giornata: “Di me sarete testimoni” (At 1,8).
Il papa sottolinea il plurale dell’imperativo “sarete testimoni”: eco a quell’”andate a due a due” (Lc 10,1) che Gesù aveva pronunciato qualche tempo prima: “non a caso il Signore Gesù ha mandato i suoi discepoli in missione a due a due; la testimonianza dei cristiani a Cristo ha un carattere soprattutto comunitario. Da qui l’importanza essenziale della presenza di una comunità, anche piccola, nel portare avanti la missione”.
Confine della missione: “i confini della terra” (At 1,8). Ciò “dovrà interrogare i discepoli di Gesù di ogni tempo e li dovrà spingere sempre ad andare oltre i luoghi consueti per portare la testimonianza di Lui [verso][…] i nuovi orizzonti geografici, sociali, esistenziali, verso i luoghi e le situazioni umane ‘di confine’”. Sono queste le “periferie esistenziali”, per utilizzare un’altra espressione cara a Papa Francesco.
Sottolinea, infine, il papa, l’importanza di una vita di preghiera che si apra ad accogliere il dono dello Spirito Santo: “È lo Spirito il vero protagonista della missione: è Lui a donare la parola giusta al momento giusto nel modo giusto”. Intatti, il testo degli Atti degli Apostoli, prima del “Di me sarete testimoni” dice: “Riceverete lo Spirto Santo”.
Maestra in questo è stata Madre Teresa, con le sue tre ore dedicate all’adorazione eucaristica prima di scendere tra le strade disgraziate e maleolenti di Calcutta fa da esempio a tutti coloro che si sentono investiti della chiamata ad annunciare Cristo.
Veglia di preghiera missionaria diocesana
Proprio Madre Teresa guiderà la nostra riflessione venerdì 28 ottobre ore 19:30 nella Veglia di Preghiera Missionaria Diocesana.
L’imperativo di Gesù «Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe» (Mt 9,38) è il motivo che ha spinto l’Ufficio Diocesano per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese a organizzare una veglia di preghiera in questo mese missionario. Il momento di preghiera che ospiterà la parrocchia di S. Giuseppe Artigiano sarà presieduto dall’Arcivescovo e vi sono invitati in particolare i catechisti e coloro che in Diocesi sono investiti, a vario titolo, nell’opera evangelizzatrice. Sebbene siamo invitati tutti: ogni battezzato è “profeta”, quindi annunciatore, missionario. E la veglia è occasione per riacquisire questa consapevolezza e prendere pubblicamente l’impegno “missionario” che nel Battesimo trova fondamento attraverso il mandato missionario che nella veglia avrà luogo.
Scrivi un commento