Lì, vedono il manufatto in preparazione, imparano che c’è un tema che guida l’artista nell’esecuzione di un lavoro di cui tutti ammirano la bellezza e viene tenuto loro un momento di catechesi ispirato al carro.
Oggi è stata la volta dei bambini della parrocchia “Addolorata”, suddivisi in due turni di una cinquantina di fanciulli ciascuno. Sabato scorso, invece, i ragazzini venivano dalle parrocchie “Immacolata”, “Cristo Re”, “S. Rocco”, “S. Agnese”, “S. Antonio di Padova” e “S. Paolo Apostolo”. Gli altri turni di visita della fabbrica del carro, per le altre parrocchie, saranno il 5 aprile e il 10 maggio, coinvolgendo in quest’attività oltre 400 bambini.

Un’opportunità per far conoscere meglio il carro. Ad esempio, chi c’era oggi ha potuto osservare la sovrastruttura in cartone – posta sullo scheletro massiccio in legno, sempre lo stesso da 71 anni – quest’anno a forma di nave, sulla quale si appoggerà la superficie di cartapesta colorata che vedono tutti. È quello che spiega il “carpentiere” del carro, Domenico Fittipaldi.
“Mio Signore e mio Dio, tu mia speranza” il tema del carro 2025. Sono le parole che l’apostolo Tommaso pronuncia alla vista del Signore, quando riappare nel cenacolo alla sua presenza la domenica dopo Pasqua, calate nel tema della speranza che accompagna tutto quest’anno giubilare.
È don Francesco Di Marzio, delegato vescovile per la festa della Madonna della Bruna, che ha raccontato l’episodio dell’apparizione di Gesù nel cenacolo senza Tommaso e, la domenica successiva, con Tommaso.
Invece, Francesca Cascione, artista realizzatrice del carro della Bruna per il secondo anno consecutivo, spiega come ha sviluppato questo tema mostrando i bozzetti.
“Chi di voi sarà il prossimo artista del carro?” è la domanda che, per concludere, don Francesco ha posto ai bambini: alcuni hanno risposto. Chissà tra una quindicina d’anni…


A seguire, il momento della catechesi, che guidano, a rotazione, i vari parroci: oggi c’era don Pasquale Giordano.
Bello spunto di riflessione la lettura di una lettera immaginaria scritta da Gesù ai ragazzini che tra qualche settimana lo incontreranno nel loro cuore ricevendo l’Eucaristia: “Mi dirai ‘Sono ancora piccolo!’, ma fin d’ora puoi avere ben chiaro quali sono le cose importanti per te”, sono alcune delle parole.
Poi, alcune preghiere corali e la recita, sempre dialogata, di una professione di fede: il tema del carro non è altro che la professione di fede di Tommaso davanti a Gesù.
Quindi, un’attività in cui i ragazzini sono stati coinvolti: la scrittura, su una strisciolina di cartoncino loro consegnata, di una preghiera e un impegno “di amore” da compiere. Le striscioline sono state poi piegate in modo da realizzare degli anelli, infilati gli uni negli altri a formare due catene che pendono dai bracci di una croce presente nella saletta dove si è tenuto l’incontro.
Infine, un altro momento di preghiera: dieci ‘Ave Maria’, come “dieci rose – ha spiegato don Francesco – offerte alla Mamma celeste”, che a turno i bambini hanno recitato, e la preghiera alla Madonna della Bruna.

Dopo un simpatico bans, preso un vasetto di yogurt, i bambini sono tornati a casa.
Una catechesi alternativa, “un modo perché la festa della Bruna non scada in folklore ma abbia un significato di fede”, sottolinea don Francesco.
Pomeriggio ricco, che – mostrando il carro “in progress” e svelando il lavoro “sporco” sotteso al capolavoro finale – di sicuro desterà nei fanciulli la curiosità di vedere l’opera finita. Vedendo la quale di sicuro avranno una idea più profonda di quello che è il carro.
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