“Vaccini culturali” da Matera Capitale europea della cultura

Dopo il 2019, concluse le manifestazioni che hanno animato l’anno di Matera Capitale europea della cultura, restava aperta quella che in fondo doveva essere la sfida più difficile da affrontare di quel grande evento. Se cioè, quella esperienza indubbiamente esaltante che aveva vissuto la comunità materana aveva orientato verso un futuro, aveva aperto una strada, una prospettiva soprattutto alle giovani generazioni. Se, dunque, lo slogan “Open future” non era rimasto soltanto un bello slogan che però non aveva prodotto alcun reale cambiamento.

Tutto questo doveva essere verificato negli anni successivi. Come sappiamo, l’emergenza sanitaria del Covid19 ha reso tutto molto complicato, particolarmente in un comparto come quello culturale. «Occorre sottolineare» si legge nel Report di monitoraggio della Fondazione Matera2019, «come non sia ancora arrivato il tempo per una valutazione d’impatto capace di osservare l’interazione tra un fenomeno culturalmente, socialmente ed economicamente propulsivo come Matera 2019 e la complessa, non ancora conclusa, situazione pandemica da COV-SARS 2, la quale ha evidentemente investito in maniera radicale l’intera economia, il settore culturale e creativo, il modo stesso di immaginare la comunità e anche i costumi culturali più consolidati».

Ma, nella speranza che l’emergenza pandemica cessi al più presto, si può pensare di riprendere quel cammino così bruscamente interrotto? La domanda che ha serpeggiato in tutti gli anni che hanno preceduto il 2019 era se la cultura può veramente generare ricchezza, se si può veramente parlare di un’economia della cultura. E se si può credere ancora a ciò, dopo che si è visto quanto vulnerabile sia il settore culturale di fronte a eventi avversi come le ondate pandemiche.

Il direttore generale della Fondazione Giovanni Oliva ricorda a questo proposito che dei 47 milioni di euro ricevuti in dotazione nell’anno di Matera Capitale europea della cultura, il 65 per cento sono ritornati nel territorio. Ma questo – secondo quello che si diceva e si prometteva – ha aperto a un futuro? La Fondazione, spiega inoltre il direttore Oliva, ha una serie di enormi valori aggiunti, compreso quello del brand, che viene fortemente riconosciuto, soprattutto in Europa, ma un po’ ovunque; merito di una comunità, non soltanto della Fondazione.

Indubbiamente per molti anni ancora, il brand di Matera2019 assicurerà una certa rendita alla città. Ma la cosa più importante è che un’esperienza culturale come quella di Capitale della cultura ha prodotto un cambiamento di mentalità che darà i suoi frutti ancora a lungo.

Nonostante il Covid. Anzi, proprio nell’emergenza sanitaria si è potuto registrare il vantaggio che questa esperienza ha prodotto nei cittadini, un’esperienza di cultura partecipata e non elitaria. «L’80 per cento dei progetti di Matera2019» conferma la Fondazione, «ha messo i cittadini al centro della produzione culturale, con un progressivo abbattimento tra artisti e audience. Oltre 57.000 sono stati i cittadini che, anziché essere spettatori passivi e consumatori di cultura, hanno partecipato attivamente agli eventi di Matera2019».

Questa partecipazione attiva a una rielaborazione culturale della propria quotidianità ha dato e continuerà a dare i suoi risultati. Nella circostanza della pandemia, per esempio, chiunque ha avuto la possibilità di rendersi conto che per debellare il virus purtroppo non bastano i vaccini, se poi l’ignoranza o addirittura la superstizione impediscono di apprezzare l’efficacia delle risposte che la scienza riesce a trovare. In questo caso non c’è vaccino che tenga. C’è bisogno anche di “vaccini culturali” capaci di proteggere dal virus dell’ignoranza.

È quello che deve essere stato somministrato a Matera nel corso del 2019, se è vero che in questa città di manifestazioni no-vax non se ne sono viste molte. Almeno, non certo paragonabili alla ressa incontenibile che si creava davanti alle mitiche tende del Qatar. Presidiate da un popolo determinato a ottenere tutte le dosi di vaccino promesse e, ancora di più, determinato a stare alla larga dall’ignoranza, dalla superstizione.

La pandemia ha duramente messo alla prova l'eredità di Matera2019 ma ha anche fatto emergere una maggiore consapevolezza nell'affrontare l'emergenza
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Paolo Tritto

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