Una Campagna elettorale di proposte non di promesse !

Procede, senza sosta, il cammino verso le prossime elezioni. Stiamo entrando nel vivo della campagna elettorale. Le coalizioni politiche, infatti, si stanno concretamente definendo ed anche i simboli a sostegno delle stesse stanno pian piano venendo fuori. Ci sono simboli riconosciuti, simboli riconoscibili, frutto solo di un remake grafico e simboli inediti, immagine di una alleanza nuova che ci auguriamo possa essere espressione di un progetto politico più che di un mero cartello elettorale con il quale racimolare un gruzzoletto di voti. 

Al netto dei simboli, nuovi o vecchi che siano, comprendiamo di stare entrando nel cuore della campagna elettorale per l’eco delle “grandi promesse” dalla quale, ogni giorno, siamo intercettati. Sembra essere partita una “gara” a chi promette di più e meglio e questo solo nell’accezione del linguaggio dell’analisi politica; perché nel nostro più semplice linguaggio di cittadini la “gara” che sembra partita è quella a chi la spara più grossa!

A poco più di un mese dall’apertura delle urne, del resto, ci è già stato garantito che potremo andare in pensione prima e con più soldi, che le pensioni minime saranno portate ai massimi storici, che anche chi non ha un lavoro potrà sentirsi garantito da un reddito, che le tasse universitarie saranno abolite per tutti, che potremo finalmente non pagare il bollo auto, che il canone rai (inserito solo ultimamente in bolletta) ora sarà, definitivamente, abolito e così via dicendo. Non c’è da stupirsi di questa buona dose di annunci: è la campagna elettorale! Ormai siamo abituati a proposte frizzanti come i milioni di posti di lavoro, la padania indipendente, il ponte sullo stretto, il sud italia come la florida etc.

I cittadini, però, avendo sviluppato negli anni anticorpi utili alla difesa immunitaria contro gli slogan elettorali sanno riconoscerli ed in qualche modo sanno anche evitarli. 

Forse per questo pur essendoci stati questi grandi proclami gli ultimi sondaggi non vedono diminuire la percentuale di coloro che si asterranno dall’andare a votare. Il partito con il maggior numero di consensi, purtroppo, resta sempre quello degli astensionisti. 

E’ bene ricordare che una promessa elettorale è cosa d’altro rispetto ad una proposta politica. La proposta affonda le sue radici nel campo della consapevolezza sociale, nasce da una esigenza, dimensiona interventi e prospettive, tiene conto delle coperture finanziarie, fugge dalla vaghezza e per questo parla davvero al Paese. La promessa, invece, affonda le sue radici nella sabbia dell’insicurezza e dell’instabilità sociale, nasce dalla mancanza di relazioni tra mondo politico e mondo civile e parla solo alla pancia del Paese, quella pancia che può non tener conto che se si investono risorse in un settore ad un altro forse verrà effettuato un taglio (sanità, scuola, difesa, inclusione sociale). 

Il Presidente Mattarella, non a caso, ha richiamato il mondo politico al “dovere” di elaborare, per le prossime elezioni politiche, proposte realistiche e concrete. C’è da augurarsi che questo invito sia pienamente raccolto. 

Quello della campagna elettorale, non è il tempo in cui alimentare una cultura del sospetto o del risentimento, non è il momento in cui creare quel consenso politico nutrito dall’odio verso chi ha un colore della pelle differente dal nostro, non è il periodo buono in cui staccare facili ricette per la salute del nostro Paese. Lo spazio preelettorale è il luogo privilegiato in cui aprire un dibattito costruttivo sul futuro della nostra società che è, ogni giorno di più, messa alla prova dall’avvento di nuove povertà, di nuove dipendenze, di nuove fragilità. 

Diciamocelo con franchezza: Non va tutto bene! Anzi! E per questo che ci aspettiamo proposte, proposte efficaci e serie, pur avendo un disperato bisogno di promesse.

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Lindo Monaco

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