Alla fine di aprile il Garante italiano della Privacy potrebbe revocare il divieto all’uso del programma di intelligenza artificiale Chat GPT che, sbarcato sul web nel novembre scorso, ha attirato l’attenzione di milioni di utilizzatori in tutto il mondo.
Superando le già ampie capacità dei motori di ricerca questa tecnologia si propone di fornire un assistente virtuale di nuova generazione, capace non solo di intendere il linguaggio, parlato e scritto, ma anche di interagire con l’utente così da simulare una vera conversazione.
Ad un programma di intelligenza artificiale si può chiedere di scrivere un testo, una poesia, una relazione sui più diversi argomenti, di fare un riassunto di opere letterarie, di risolvere problemi matematici, di fornire soluzioni a quesiti di natura scientifica, anche di tipo medico, di generare codici per la costruzione di altri programmi informatici, magari anche di natura malevola come virus e programmi spia.
Come si intuisce è molto di più di quanto si possa ottenere dagli attuali assistenti vocali (Alexa di Amazon, Google Assistant o Siri di Apple) cui chiediamo notizie sul tempo, sul traffico o sui fatti del giorno e con i quali anche i bambini sembrano aver preso confidenza.
Dietro queste potenzialità, prima tra tutte quella dell’autoapprendimento, ci sono sia le capacità elaborative di server in grado di raccogliere una mole enorme di dati sia i risultati degli studi matematici sulle “reti neuronali” iniziati negli anni 50 con lo scopo di simulare il funzionamento del cervello umano.
All’interesse scientifico per le possibili applicazioni della IA (intelligenza artificiale) si è poi aggiunto quello economico che ha spinto grandi società informatiche a farsi concorrenza su questo terreno.
Al più noto dei programmi di intelligenza artificiale (ChatGPT) se ne affiancano altri capaci di generare ex novo musica, video ed immagini a partire da richieste testuali: si pensi alle foto dell’arresto di Trump con le manette ai polsi o di Papa Francesco con indosso un piumino invernale, divenute rapidamente virali pur essendo false, sebbene all’apparenza reali salvo dettagli trascurabili.
Il provvedimento di sospensione in Italia del software Chat GPT della società statunitense Open AI, primo del genere in Europa, è stato motivato dall’Autorità garante della Privacy dall’esigenza di rispettare alcuni principi:
– la tutela dei dati personali, in particolare di quelli sensibili (relativi allo stato di salute, all’orientamento politico e alla fede religiosa), anche in relazione al rischio di perdita;
– la definizione, mediante apposita informativa, delle finalità del trattamento e delle fonti informative utilizzate.
Nella contesa subito scoppiata tra sostenitori e detrattori dell’ultima frontiera della Information tecnology o società dell’informazione possiamo immaginare chi avrà la meglio: con l’impegno, messo per iscritto, di adeguarsi ai regolamenti comunitari, i servizi dell’IA torneranno disponibili e in forma gratuita per gli utenti italiani, con alcune startup nostrane già pronte a lanciare sul mercato delle applicazioni innovative.
Più difficile sarà prevedere a quali sviluppi approderanno i diversi sistemi di IA, in particolare quelli di tipo generativo, in grado non solo di comprendere e rispondere alle domande ma anche di generarne di nuove.
I sistemi esperti in medicina ne sono un esempio con la loro capacità di “predire” diagnosi o evoluzioni di patologie sulla base di pochi dati iniziali e di successive integrazioni informative.
Nell’ambito della comunicazione globale ci sarà una difficoltà crescente a distinguere fatti di realtà da altri solo apparentemente tali.
Le relazioni personali ne saranno condizionate ma non certamente cancellate perché è proprio dell’uomo, fin dall’origine, il bisogno di rapportarsi con altri simili a lui.
Il tempo pasquale che stiamo vivendo è in qualche modo il tempo dei testimoni: persone solitamente umili che malgrado i loro limiti sono divenuti annunciatori di verità, comunicando quello che i loro occhi hanno visto, le loro mani hanno toccato, le loro orecchie hanno udito.
Nessuna conoscenza autenticamente umana potrà mai fare a meno di tali testimoni: il mio augurio è che ognuno possa incontrarne qualcuno lungo la propria strada perché il cuore e la mente possano aprirsi all’annuncio, impensabile e insperato, della Resurrezione.
A colloquio con Alexa
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