Bambina e adolescente a Bernalda: le “Riparatrici del Sacro Cuore” e i Gesuiti
A Bernalda, un ridente paese in provincia di Matera, da Vincenzo D’Albenzio e Maria Grieco, il 14 maggio 1939 nasce una bambina: Rita, a cui il giorno 1 ottobre 1939 viene donata la Grazia con il sacramento del Battesimo e il 3 maggio 1955 le viene somministrato il sacramento della Cresima.
Rita è una vera soldatessa: vivace, allegra, forte, combattiva.
Oltre che dai genitori viene curata, educata e formata dalle Suore Riparatrici, presenti in Bernalda, in Via Venezia, presso l’Istituto Iolanda Statìle.
Le suore curavano, e ancora oggi curano con amore, gioia, dedizione, rispetto e grande attenzione, le ragazze loro affidate dalle famiglie. Le seguono nella formazione culturale, morale, spirituale e nei lavori manuali: ricamo, cucito, taglio, uncinetto, cucina, ecc.
Ma Rita non era “orfana”, quindi, di sua spontanea volontà, trascorreva molti pomeriggi dalle suore.
Accanto alle suore operavano i Padri “Gesuiti” – risiedettero prima a Bernalda e poi a Metaponto Borgo, presso la parrocchia di San Leone. Essi sono dei veri missionari, seminatori della Parola di Dio e coltivatori di anime.
“Essi, allora, abbandonarono tutto e seguirono Gesù”
Sono questi gli anni in cui il Sacro Cuore riempie del suo amore tanti giovani che chiama alla sua sequela: anime generose, che rispondono con prontezza al suo invito e lo seguono nella via sacerdotale o religiosa. Tra queste, Rita: si sente chiamata in prima persona e, con molto entusiasmo, lascia tutto e parte.
Rita giunge a Napoli, accompagnata dalla superiora di Bernalda Madre Clotilde Di Marzio. È decisa, sicura di sé, intraprende il suo cammino nell’Istituto delle Suore Riparatrici del “Sacro Cuore” di Corso Vittorio Emanuele 494, prima come postulante, poi come novizia, con la premurosa guida della Madre Maestra Bettina Grampone e di Monsignor Vittorio Longo.
La novizia è entusiasta della strada intrapresa, il suo cuore è innamorato di Gesù, lo si legge negli occhi e nella gioia con cui vive le sue giornate e i suoi rapporti con le altre novizie, con la formatrice e la comunità tutta. È tutta un’esplosione di amore!
Rita, mortua mundi, vocaberis: Suor Artemia!
Rita è pronta, si consacra e promette fedeltà a Gesù l’8 settembre 1960, giorno della sua vestizione religiosa: riceve l’abito, il crocifisso e l’anello, da parte della Madre Generale, attraverso le mani dell’allora Cardinale di Napoli Sua Eminenza Alessio Ascalesi.
Questi conclude la cerimonia pronunziando: “Rita, mortua mundi, vocaberis: Suor Artemia!”.
Il cambio del nome, con quel “mortua mundi”, dice che Rita non appartiene più a se stessa: è di Gesù!
È membro vivo e attivo della Congregazione delle Suore Riparatrici del “Sacro Cuore”; è figlia spirituale della Venerabile Madre Isabella de Rosis, Fondatrice delle medesime Suore: è disposta, in tutto e per tutto, a vivere lo spirito di Riparazione e di amore, come Gesù vuole.
La Madre Generale, conosce bene suor Artemia, sa quanto amore è capace di donare a chi ha bisogno di un sorriso, di una carezza. Sa anche che spesso ci vuole dolce fermezza e la sua presenza, al momento, è preziosa in Sicilia, a Riesi (CL), dove ci sono tante bambine e adolescenti che hanno bisogno di essere guidate, formate e amate.
Superiora a Rossano Calabro
In seguito viene trasferita a Napoli, dove consegue anche il titolo di studio per l’insegnamento nella scuola materna. Nel 1968 è trasferita a Conche, un paesello in provincia di Padova; poi a Succivo, in provincia di Caserta dove realizza molto bene il suo apostolato con i bambini della scuola materna, con gli adulti in parrocchia, con i ragazzi e i giovani nella preparazione alla prima confessione, alla prima comunione e alla cresima.
Nel 1975 la Madre Generale, Madre Leonia Di Caprio, con il suo Consiglio, la nomina Superiora dell’Istituto “Maria Santissima Achiropita” di Rossano Calabro. “Quanto lavoro c’era da fare in quella casa e in quel grande e antico paese, dove è nata la nostra amata fondatrice!”. Ci sono tanti bambini: sia nella scuola materna che nella scuola elementare (avendo conseguito il diploma magistrale) e soprattutto ci sono le “Orfane” e tante bambine e ragazze, provenienti da famiglie disagiate, i cui problemi si riversano su queste anime innocenti.
Dolcezza e fortezza, una ferrea volontà e l’amore per la sua Congregazione
Suor Artemia non si scoraggia. Gesù e Maria sono con lei: la sostengono e le sono sempre accanto. Attinge quotidianamente dall’Eucarestia l’energia necessaria per donare e procurare “tutto” ciò che occorre alle persone che vivono in casa e alla manutenzione della medesima.
Gli anni trascorrono rapidamente e, terminato il mandato di Superiora a Rossano Calabro, è trasferita a Roma, in via Isabella de Rosis, e poi a Scandicci (FI). In entrambe la comunità, oltre all’insegnamento nella scuola elementare, è impegnata nell’apostolato che svolge nelle parrocchie. La sua vita, quindi, è molto movimentata: accetta con serenità i frequenti trasferimenti…
Ora, eccola a Matera! Siamo nel 1989 fino al 1994, quindi a Cadoneghe (PD), nuovamente a Scandicci e infine ritorna a Matera, dove conosce la casa e la comunità, che tanto ama. È l’anno 2000. La Comunità e la superiora uscente, suor Adalberta Nargi, l’accolgono con piacere ed ella è serena e pronta a guidare lo svolgimento delle varie attività in atto nell’Istituto “Sacro Cuore”. E ancora al momento della sua dipartita tante ex-alunne dell’Istituto la ricordano con la nostalgia da cui traspare la loro stima e il dispiacere.
Per grazia di Dio, di Gesù e di Maria, suoi unici grandi amori, per la sua ferrea volontà, la sua l’energia e il suo desiderio di lavorare, di donare il meglio di sé – agli alunni e ai loro genitori, alle collegiali, a quanti la circondano, alle consorelle che vivono con lei nelle varie comunità dell’Istituto – riesce a superare ogni difficoltà.
Suor Artemia, in tutto quello che fa, è animata da un amore grande per la sua Congregazione, alla quale ha donato il meglio di sé, del suo impegno, delle sue energie fisiche e spirituali.
Gli ultimi 10 anni: la partecipazione alle sofferenze di Cristo
Arriva per Suor Artemia una seconda chiamata. È Gesù che le chiede: “Vuoi aiutarmi a portare la croce fino al calvario?”.
Il 27 maggio 2014 infatti ha inizio il suo “cammino di sofferenze”: è colpita da un ictus ischemico, profondo ed esteso. La situazione, sin dal primo momento, si rileva gravissima: suor Artemia non parla, non si muove, le cure mediche non producono gli effetti desiderati.
Le consorelle, dopo la degenza nell’ospedale di Matera la conducono a Roma presso la clinica “Santa Lucia”; poi è trasferita a San Giovanni Rotondo (FG). Ma in Suor Artemia non si riscontra alcun miglioramento. Viene ricoverata definitivamente a Laterza (TA), presso l’OSMAIRM: una struttura ben attrezzata, dove non mancano le cure premurose e amorevoli dei medici, delle infermiere e degli assistenti. Laterza dista pochi km da Matera. Le suore hanno scelto il meglio per lei: possono recarsi spesso a visitarla, la stessa cosa è per i nipoti e i partenti tutti. La sofferenza più grave in questi anni è stata quella di non poter vivere in Comunità tra le suore, nell’Istituto che ha amato; di essere privata della parola, quindi di non poter comunicare il suo pensiero, e non poter essere aiutata nei suoi intimi bisogni.
Gesù, sa quanto dolore, quante offerte, quanta partecipazione alle sue cadute, alla flagellazione, alle punture delle spine e… alla trafittura dei chiodi. Chissà quante volte Gli ha dato da bere, Gli ha asciugato il volto sanguinante come la Veronica, l’ha aiutato a portare la croce come il Cireneo.
“Vieni, Sposa di Cristo, ricevi la corona che il Signore ti ha preparato per la vita eterna”
Grazie, suor Artemia, sei stata “riparatrice” fino in fondo.
Gesù Misericordioso è venuto a prenderti il giorno della sua festa, il 7 aprile 2024, dopo aver purificato la tua anima.
Ora sei con Lui per sempre, Gesù ha premiato la tua fedeltà.
Le consorelle di Matera tanto ti hanno voluto bene! Ora, più che mai, avvertono la tua assenza, ma assicurano la loro preghiera per te.
Pregheremo per lei, insieme ai parenti e a quanti l’hanno conosciuta e stimata martedì 7 maggio ore 19:00 nella Cappella dell’Istituto “S. Cuore di Matera”, nella messa di suffragio presieduta da don Leo Santorsola, Cappellano della Comunità delle Suore “Riparatrici del Sacro Cuore” in Matera, nel giorno del trigesimo della dipartita di sr. Artemia.
Si ringrazia il prof. Carmine A. Catenazzo per le foto.
La Superiora sr Adalberta Nargi e le consorelle dell’Istituto “Sacro Cuore” di Matera
Carissima suor Artemia,
grazie per la tua preziosa presenza nella nostra Congregazione.
Da Bernalda sei partita e a Napoli ti sei diretta
per seguire Cristo, lo sposo tuo diletto.
Gesù, immensamente hai amato
e lui ti ha consacrato.
In tante comunità lo hai testimoniato
e Lui con il suo amore ti ha ricambiato.
A tanti alunni hai insegnato
e a loro il tuo tempo hai dedicato.
Alla gente che amavi
un messaggio cristiano donavi.
Con le collegiali eri ferma e con decisione
ogni consiglio davi per la loro formazione.
Il Signore ti ha fatto partecipare alla sua sofferenza
e oggi in Paradiso godi della sua presenza.
Oggi con Gesù ti sei abbracciata
ricordati di noi che ti abbiamo amata.
Grazie suor Artemia!
Madre Tina Salierno e Congregazione “Suore Riparatrici del Sacro Cuore“
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