Si avvia il Giubileo a Matera. Vivace e numerosa la partecipazione: un evento tanto desiderato

È domenica pomeriggio. Il sole indora la skyline dei Sassi e le strade lastricate del centro storico, gremite più del solito: folle di turisti richiamati dal presepe vivente e nutriti gruppi di pellegrini, richiamati questi ultimi non dal suono del corno di montone, lo yobel, come le tribù d’Israele, ma dall’invito che il nostro Pastore ha rivolto attraverso sacerdoti e collaboratori al popolo materano con i moderni mezzi di comunicazione.

L’appuntamento per la Chiesa materana è alle 16:30 in S. Francesco d’Assisi.

“Gloria a te, Cristo Gesù, oggi e sempre tu regnerai! Gloria a te! Presto verrai: sei speranza solo tu!” è il canto che risuona nitido sin dal sagrato di S. Francesco: l’inno del Grande Giubileo del 2000. Quasi per gettare un ponte con un passato ricco di ricordi spirituali forti e per consentire a ciascuno di far memoria della propria storia di salvezza.

Una liturgia della Parola predisposta secondo quanto indicato dal Dicastero per l’Evangelizzazione per l’apertura dell’anno santo nelle Chiese locali: un momento di preghiera per chiedere la benedizione al Padre all’inizio di questo cammino “di misericordia e grazia” lungo un anno a cui abbiamo dato inizio in comunione con la Chiesa universale.

Nella gremitissima S. Francesco cade a pennello il brano evangelico di Giovanni (Gv 14,1-7), che viene proclamato dal diac. Giuseppe Fiorentino, che ci dice che “nella Casa del Padre vi sono molti posti” (ma ci ricorda anche che Gesù è via, verità e vita). La lettura di alcuni passaggi della Bolla di Indizione di quest’anno santo ci fanno entrare ancor di più nel ruolo di viandanti di speranza.

Due segni della misericordia di Dio ci vengono messi in luce al principio di questo cammino: Gesù Bambino (siamo nel tempo di Natale), ben rappresentato nella monizione iniziale della liturgia in S. Francesco, e la croce. Dietro il Crocifisso parte in processione il popolo di Dio cantando le litanie dei santi e giunge in Cattedrale. Lì il crocifisso viene intronizzato accanto all’altare maggiore e sarà visibile come segno massimo della misericordia del Padre per tutto quest’anno.

Oltre 600 i fedeli in Cattedrale, assieme alle autorità civili e militari locali, per la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, concelebrata dall’intero presbiterio diocesano e animata dal Coro Diocesano “Signum Magnum”.

Non sono mancati i riferimenti alla misericordia impliciti nella liturgia della Parola del giorno, festa della S. Famiglia: Dio che dona un figlio ad Anna ed Elkanà avanti negli anni, Sansone: speranza di una discendenza, ma che poi la madre desidera offrire al Signore (prima lettura), e il dono di Dio che ci ha resi tutti suoi figli adottivi (seconda lettura) e ci renderà “simili a Lui”.

E sono state chiare le indicazioni che l’Arcivescovo consegna nell’omelia, di cui al seguente link il testo integrale, su come essere viandanti di speranza:

In qualsiasi posto del mondo, ben conoscendo le nostre debolezze e rispondendo all’invito di Gesù risorto, ci mettiamo, come Chiesa, a servizio di questa umanità che riscopriamo fragile, annunciando la speranza della misericordia attraverso quella pazienza tipica del contadino nel dissodare il terreno, seminare, attendere, trebbiare, qualsiasi altro tipo di lavoro che richiede sempre tempo, come lo richiede ogni crescita e tessitura. Un servizio che deve mettere da parte calcoli, titoli e convenienze, aprendosi alla novità di Dio che ci meraviglia sempre […].

Il Giubileo diventa così una ulteriore opportunità per essere propositivi. Per la nostra gente e il nostro territorio non c’è solo bisogno di denunciare le criticità: c’è bisogno di proposte concrete.

[…] Tra i tanti campi dove seminare speranza c’è quello delle nuove generazioni. È il campo educativo che semina e va seminato a più mani: famiglia, scuola, gruppi, aggregazioni, Chiesa: tutti coinvolti. Tutto questo significa riaccendere la speranza e mostrare il volto del Dio di Gesù Cristo.

In conclusione alla celebrazione eucaristica, la lettura da parte del vicario generale, Mons. Angelo Gioia, del Decreto di Indizione del Giubileo per la nostra Chiesa locale, con indicazione, tra l’altro, dei “nostri” luoghi giubilari e la sottolineatura – come nella “Spes non confundit” – per cui è possibile “lucrare” l’indulgenza anche compiendo “gesti di speranza” per i nostri fratelli (v. link per consultare l’intero decreto che indica i suddetti luoghi e le modalità).

Allora, buon anno santo a tutti!

Si ringraziano Alberto Raimondo ed Erica Ala per le foto.

Di seguito i video integrali dei due momenti della celebrazione di apertura.

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Giuseppe Longo

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