«La realtà delle migrazioni, con le dimensioni che assume nella nostra epoca della globalizzazione, chiede di essere affrontata e gestita in modo nuovo, equo ed efficace, che esige anzitutto una cooperazione internazionale e uno spirito di profonda solidarietà e compassione. E’ importante la collaborazione ai vari livelli, con l’adozione corale degli strumenti normativi che tutelino e promuovano la persona umana» (Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2014). Papa Francesco, da grande padre qual è, ha sempre uno sguardo a lungo raggio, carico di umanità e di compassione e mette in evidenza che occorre unire alla carità cristiana anche una capacità di accogliere, ascoltare, offrire possibilità di sostegno e di sviluppo che nei riguardi delle persone fragili sono atteggiamenti assolutamente indispensabili.
Ma Papa Francesco insiste molto affinché i cristiani, i sacerdoti in particolare, abbiano una grande capacità di ascolto e di accoglienza, in un’epoca difficile per crisi economica e sociale che finisce per distruggere, a volte, intere nazioni in preda al sottosviluppo, alla povertà e alle guerre. Inoltre il Papa invita a respingere la cultura dello scarto e dell’indifferenza che, ormai, pervade i cuori della maggior parte dei popoli europei, compreso quello italiano.
La situazione permane difficile e i sacerdoti, anche in Basilicata, sono chiamati a svolgere un ruolo straordinario di solidarietà e di accoglienza proprio per numero di migranti superiore alle quote stabilite. Ma tale situazione in Basilicata può diventare un’opportunità visto lo spaventoso calo demografico di cui è investita la regione per i motivi arcinoti di mancato sviluppo e di non appropriati investimenti che favoriscono non solo la fuga dei giovani ma anche degli adulti in cerca di migliori condizioni di vita.
Pertanto, tornando alle azioni di solidarietà e integrazione dei migranti e delle persone fragili in generale, la Chiesa italiana ha deciso di destinare una parte delle risorse dell’8xmille ad un progetto denominato: “Comunità e territorio: insieme per costruire percorsi di partecipazione”. Il progetto era diviso in quattro fasi: dalla prima come percorso di formazione per gli operatori Diocesani e Parrocchiali sul tema dello Sviluppo di comunità, alla seconda nella progettazione e sistematizzazione di una metodologia comunitaria di presa in carico della persona per l’elaborazione dei PPI (Progetti Personalizati di Intervento e Inclusione), alla terza come attuazione della metodologia e realizzazione di interventi con lo strumento del PPI per l’inclusione e l’uscita dalla povertà ed infine la quarta che prevede l’attuazione concreta della formazione e della presa in carico, anche alla luce del percorso personalizzato di analisi del contesto e dei bisogni, attraverso la creazione di un’OPERA SEGNO.
La quarta fase ha interessato il territorio della Parrocchia Maria SS Annunziata di Scanzano Jonico, sito nell’ambito dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, con lo stanziamento dei fondi dell’8xmille ammontanti a 105.000 euro. Nello specifico si tratta di un centro per famiglie con minori (residenziale e semi-residenziale).
In questa zona territoriale i dati rilevati con il lavoro di studio e ricerca, hanno evidenziato la necessità di creare un luogo nel quale i minori a rischio di esclusione (italiani e stranieri migranti) possano trovare un luogo idoneo in cui il loro progetto pedagogico si traduca e prenda forma in un progetto educativo, in un sistema coerente di azioni in cui creare le condizioni per promuovere lo sviluppo di ciascun bambino tenendo conto delle risorse e delle opportunità che il contesto offre. In questo modo si educa e si invita anche la comunità tutta a essere consapevole che, attraverso questo servizio, la Chiesa si prende carico di un altro pezzo di comunità che vive un disagio.
Il territorio di Scanzano Jonico si trova nella fascia costiera del metapontino che costituisce una parte di Basilicata dove maggiormente si addensano gli ospiti migranti, incuneandosi tra Puglia e Calabria. In questo territorio si sviluppa una fiorente ed avanzata agricoltura con produzioni pregiate, con popolazione residente prevalentemente rurale. A motivo delle favorevoli situazioni economiche, indotte dalle ricche produzioni agricole, i migranti si addensano da queste parti ed è per questo che l’attenzione della Caritas diocesana è massima.
Peraltro in questo territorio ci sono stati altri interventi che sono stati realizzati sia con fondi regionali e con l’aiuto economico della comunità parrocchiale. Questa complessa situazione presupponeva un intervento, quello che si è qui descritto, organico che sistematizzasse e collegasse i vari apporti e la varie azioni di integrazioni e sostegno.
Pertanto, in aggiunta alle attività di volontariato e di sostegno economico della comunità parrocchiale e della Diocesi, le risorse provenienti dall’8xmille e dalle Offerte liberali intestate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (che provvede anche alla remunerazione dei preti diocesani) sono risultate determinanti per la tipologia di progetto specialistico messo in atto che ha reso più efficace l’azione e la collaborazione di tanti laici disponibili oltre che dei sacerdoti. Questa sinergia rende possibile opere di misericordia a favore dei più deboli, dei migranti e dei poveri che in questo periodo di forte crisi non mancano anche tra la popolazione locale e dei cittadini in generale di questo bellissimo e importante territorio lucano.
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