Sono ormai dieci anni che l’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, nato per iniziativa della Fondazione Banco farmaceutico e composto da ricercatori ed esperti in varie discipline, presenta nel mese di dicembre la fotografia dell’Italia sotto il profilo dei bisogni sanitari.
L’indagine si propone di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui bisogni di salute delle fasce più deboli della popolazione, di quanti cioè, a causa di malattie e di condizioni economiche svantaggiate, vivono una condizione di particolare disagio.
Il servizio sanitario nazionale, pur fondato sul principio universalistico delle cure a tutti a prescindere dalle condizioni economiche, non è in grado di coprire i crescenti bisogni di salute.
Ciò è dovuto a diverse cause tra le quali spiccano il progressivo invecchiamento della popolazione con il conseguente aumento delle patologie croniche, il sotto finanziamento del SSN e più di recente la carenza di personale medico e infermieristico.
Il rapporto mette in evidenza come curarsi rappresenti oggi un lusso non solo per i poveri ma anche per una parte delle persone più abbienti.
Nel 2021 oltre il 40% della spesa farmaceutica, tra ticket e farmaci in fascia C, è stata a carico delle famiglie italiane con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente.
La rinuncia alle cure sanitarie, intesa anche come rinvio di accertamenti e visite specialistiche a tempi migliori, ha interessato complessivamente il 15% delle famiglie italiane ma andando nel dettaglio ha coinvolto 27 famiglie povere su cento contro 13 su 100 di famiglie non indigenti.
Ma quanti sono in Italia i poveri assoluti, coloro cioè la cui capacità di spesa mensile è inferiore al valore monetario (“valore soglia”) necessario per procurarsi i beni e servizi essenziali alla famiglia?
Per il 2022 l’Istituto Nazionale di Statistica li stima in 5 milioni e 571 mila, pari al 9,4% della popolazione.
Il dato è calcolato considerando la composizione dei nuclei familiari (numero ed età), la suddivisione per aree geografiche (nord, centro e sud), la tipologia del comune di residenza (numero di abitanti).
Il “valore soglia” della povertà assoluta varia in base a questi parametri e può essere definito attraverso una elaborazione statistica disponibile online.
La povertà assoluta ha toccato il massimo storico nell’anno di inizio della pandemia.
L’incidenza della povertà relativa, calcolata sulla base di una capacità mensile di spesa pari alla metà di quella media nazionale, è variabile sulla base dei consumi: quando i consumi si riducono la povertà relativa diminuisce, al contrario aumenta al crescere della spesa media delle famiglie.
Il Rapporto sulla Povertà Sanitaria 2022 documenta che tra le persone in condizioni di povertà assoluta il 7% (pari a 390 mila individui) ha sperimentato anche una condizioni di povertà sanitaria: sono coloro che si sono rivolti alle 1.806 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure.
A quanto ammonta la spesa media mensile per la salute?
Una persona indigente ha a disposizione solo 9,9 euro al mese, una persona non povera sei volte tanto, cioè 66,83 euro mensili: la disponibilità per l’acquisto di farmaci è rispettivamente di 5,85 e 26 euro al mese.
Le famiglie povere spendono la gran parte delle risorse disponibili per l’acquisto dei farmaci, poco rimane loro per la cura e la prevenzione delle malattie.
“La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere.”
Queste le parole di Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, alla presentazione del 10° Rapporto sulla povertà sanitaria in Italia. Qui il video dell’evento: https://youtu.be/Gru-ocRnQRI
Per rispondere a questi bisogni il Banco farmaceutico promuove ogni anno, il secondo sabato di febbraio, la Giornata nazionale di raccolta del farmaco del banco che coinvolge farmacie e volontari in tutte le regioni italiane.
Lo scorso anno in Basilicata sono state raccolte in 56 farmacie 4598 confezioni di farmaci (per un valore commerciale di 33.951 €) che sono state consegnate a 31 enti assistenziali del territorio.
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