Otto secoli fa in Assisi
Chiara d’Assisi (1193/94 – 11 agosto 1253) aveva fatto della preghiera e del rapporto col Signore il centro, la radice, il fondamento della sua vita. Quando infatti tornava dall’orazione, le sue sorelle in Monastero si rallegravano: sembrava fosse venuta dal Cielo.
Chiara esce trasformata dopo la preghiera, perché guarda, contempla, desidera imitare il Signore […] per trasformarsi tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della divinità di Lui. Ella nel Testamento, suo ultimo scritto, dice alle sue sore: amandovi a vicenda nella carità di Cristo, dimostrate al di fuori con le opere, l’amore che avete nell’intimo, in modo che, provocate da quest’esempio, le sorelle crescano sempre nell’amore di Dio e nella mutua carità.
Un’anima piena di Spirito Santo, che riversa l’amore di Dio in Terra e verso il suo prossimo.
Chiara vive tutta la sua vita così. Ma chi è Santa Chiara? Come fa a vivere così?
Chiara sin da giovane adolescente, innamorata del Signore, amante del bene delle opere buone, è affascinata dalla vita di San Francesco e soprattutto dal suo radicale cambiamento. Francesco (1181/82 – 4 ottobre 1226) infatti sceglie di lasciare il suo abito di commerciante di stoffe, il suo sogno di cavaliere e seguire la voce di Dio che lo sta chiamando. Chiara non rimane indifferente a un tale cambiamento di vita e sulle orme di Francesco lascia tutto per seguire il Signore. Ricevuto un ramo di ulivo dal Vescovo di Assisi, durante la Domenica delle Palme, va con fretta, quella fretta di chi non può perdere neppure un attimo, perché nemmeno la polvere deve rallentare il passo, perché ha trovato il suo Tesoro. Sicura, confidente e lieta, inizia a percorrere il sentiero delle beatitudini, perché lì è la vera gioia.
Chiara giunge a San Damiano, la chiesetta che San Francesco aveva riparato per accogliere le povere signore e sante vergini. Qui Chiara trascorre tutta la vita. Nel silenzio e nella preghiera, nella cura amorevole per le sue sorelle, nel servizio umile, semplice, povero e quotidiano.
Qui scrive la Regola di vita per le sorelle povere, che inizia così: la forma di vita delle sorelle povere è di osservare il Santo Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio, in castità […] e in clausura. Chiara e le sue sorelle, seguendo le orme di Cristo povero e crocifisso, secondo l’ispirazione divina, desiderano essere nella Chiesa collaboratrici di Dio stesso e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile Corpo.
Non solo. Anche le difficoltà incontrate, portate con pazienza, diventano un’offerta gradita a Dio: Chiara infatti trascorre 40 anni in monastero, 28 dei quali segnati da una grave malattia. Eppure ella ha imparato a guardare sempre più in alto nella sua vita, così è diventata luce che brilla di Dio e indica la Sua presenza a quanti la circondano, anche e soprattutto nella prova, tanto che il suo biografo ufficiale scrive di lei: la virtù si fa perfetta nella malattia.
Dice la Bolla di Canonizzazione che Chiara taceva e la sua fama gridava: in tanti accorrevano a lei e il suo esempio di vita nascosta e santa, risplende ancora oggi. I Monasteri di Clarisse sono presenti attualmente in tutto il mondo. Tante sorelle in effetti mostrano con la loro esistenza, la bellezza e la necessità di incontrare e seguire il Signore radicalmente, totalmente, con tutta la vita, per sempre.
Il Monastero Santa Chiara di Potenza
Sin dal 1300 la presenza delle Clarisse è stata molto forte in Basilicata, con ben 10 Monasteri, tutti soppressi nell’Ottocento. Le Clarisse sono tornate in terra lucana dal 1996 e ad oggi è l’unica realtà contemplativa femminile della Regione Basilicata. Il Monastero Santa Chiara in Potenza nasce con 4 sorelle provenienti dalla Comunità-Madre di Clarisse di Serino (AV); ad esse in questi anni si sono aggiunte 14 sorelle, tutte provenienti dalle diverse Diocesi della Basilicata. Il Monastero sorge su un colle poco distante dal centro della città di Potenza, in via della Botte.
I lavori di costruzione, iniziati il 2005, sono terminati il 2008, completando una prima parte dell’edificio. I lavori riprendono nel 2019, per ampliare la struttura dopo la crescita della comunità e nel 2022 sono completamente terminati.
Non c’era niente su questa collina: ora c’è una comunità, dedita alla preghiera costante e quotidiana, al lavoro. Il nostro lavoro riguarda soprattutto la preparazione di biscotti, marmellate, liquori, decorazione di ceri pasquali e confezioni di bomboniere. Molto importante per noi l’accoglienza di gruppi e di singole persone che si accostano al Monastero per pregare, conoscere la spiritualità clariana e per essere ascoltati.
La Sorella povera di Santa Chiara
“Perché la clausura oggi?”. “Perché lasciare tutto?”… Tanti ci chiedono.
La risposta è sempre una: il Signore continua a chiamare. Egli ha bisogno di persone che rispondano alla Sua voce, restituendo tutta l’esistenza a Lui, affinché Egli diventi il centro della propria vita, sommo bene, unico bene, tesoro prezioso. Questo è il primo sì, al quale seguono tanti altri sì, nella vita di ogni giorno: “fa di me la tua volontà, per diventare la Tua presenza viva, reale, tangibile, in questo tempo”.
La nostra è una chiamata ad essere solo un piccolo e semplice fiore sull’altare del Signore, offrendo a Lui il profumo della preghiera. Così raggiungere gli estremi confini della terra, arrivare al cuore di ogni uomo, al centro di ogni situazione, affidando a Dio la cura amorevole e preziosa di ogni evento.
Le sorelle, insieme, con la loro esistenza, mostrano l’importanza di pace, concordia e unità nella vita comune; nonché la cura amorevole di ogni sorella, perché come dice Santa Chiara: se una madre ama e nutre la sua figlia carnale, con quanta maggiore cura deve una sorella amare e nutrire la sua sorella spirituale!
Le sorelle con la loro appartenenza al Signore indicano le realtà celesti, meta di ogni uomo, perché ogni persona è fatta di terra, ma desiderosa del Cielo e dell’eternità. Esse ricordano inoltre che bisogna attraversare anche la porta stretta della sofferenza, come ogni uomo, ma sanno che ogni prova, vissuta col Signore, può diventare fonte di luce, vita, speranza.
La clausura indica quindi l’appartenenza completa a Dio del cuore e dello spazio, per custodire la Parola di Dio, con cuore integro e puro, vivendo non più per se stessi, ma per il Signore (2 Cor 5,15): olocausto consumato interamente per Dio, un vaso di alabastro “sprecato” per Lui. Così la clausura diventa spazio di libertà per la presenza di Dio.
Per contattare la Comunità
Monastero Santa Chiara
Via della Botte 42/A – 85100 Potenza
tel. 0971/945036
mail: clarissebasilicata@virgilio.it
Sito internet (anche per approfondimenti sulla vita e la storia della Comunità di Potenza rispetto a quanto già indicato nell’articolo): www.monasterosantachiara.it
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