Roberto Andrisani. 16 maggio: un nuovo lettore nella nostra Diocesi. L’istituzione in Seminario a Catanzaro. Ma chi è il lettore?

Dopo l’ammissione agli ordini sacri lo scorso mercoledì santo nella Messa Crismale, giovedì 16 maggio Roberto Andrisani riceve il ministero del lettorato nella Cappella “SS. Pietro e Paolo” del Pontificio Seminario Teologico Regionale “S. Pio X” di Catanzaro. Un bus parte dalla chiesa di S. Giacomo, la comunità di cui Roberto è figlio. Ancora qualche posto disponibile

Roberto Andrisani, materano della Parrocchia “S. Giacomo”, 37 anni, diplomato ragioniere, dopo 13 anni di lavoro presso il Bar “Tripoli”, nel 2018 entra nel seminario di Catanzaro, lo stesso in cui si è formato il nostro Arcivescovo.

Una stagione di festa per la comunità di “S. Giacomo”: prima la nomina del parroco Mons. Biagio Colaianni a vescovo di Campobasso-Bojano, poi la ricorrenza dei 40 anni dalla dedicazione dell’attuale edificio di culto, ora l’istituzione di Roberto a lettore.

Proprio quest’anno in cui la nostra Chiesa particolare ha per tema pastorale “Il Ministero della Parola feconda e serve la vita”, nella prospettiva di formare Ministri della Parola e di accrescere in tutto il popolo di Dio la familiarità con la Parola.

Un bus da Matera (ancora qualche posto disponibile: chi volesse può affacciarsi in parrocchia in giornata per aggregarsi) con a capo don Nicola Gurrado, amministratore della Parrocchia S. Giacomo, per muovere una rappresentanza della comunità parrocchiale che ha accompagnato Roberto in questo percorso e rispetto a cui Roberto sente un forte legame di appartenza. In particolare, ci sarà il “Piccolo Coro” di S. Giacomo (‘piccolo’ solo di nome, considerati i 30 anni di vita che ha da poco compiuto, la quantità dei componenti nonché la loro robustezza spirituale, creativa e vocale) che canterà il canto di ringraziamento “Abbà Padre”, sua creazione.

E’ inoltre possibile seguire la celebrazione online in diretta dalla Pagina Facebook del Pontificio Seminario Teologico Regionale S. Pio X (è accessibile anche per chi non ha il profilo Facebook).

Roberto Andrisani (al centro) con due compagni del seminario di Catanzaro
(Foto, Logos – Festa della Bruna 2023)

Ma chi è il lettore?

La prima immagine dei lettori ce la consegna il cap. 8 di Neemia: i levìti che leggevano e spiegavano dalla tribuna lignea le Scritture al popolo d’Israele di ritorno in patria dopo l’esilio babilonese (538 a.C.). E il popolo ascoltava attento e commosso sapendo di ritrovare in quella parola il senso degli eventi vissuti.

Il “lettorato” è uno dei più antichi compiti liturgici di cui si abbia traccia nella storia della Chiesa Cattolica, Ortodossa e Anglicana.

Un tempo era detto “ordine minore” ed era esclusivamente riservato “ai candidati al sacramento dell’Ordine”. Papa Paolo VI – nella lettera “Ministeria quaedam” (MQ) del 15/08/1972 – ridefinì il lettorato come “ministero”: servizio riconosciuto, esercitato pubblicamente, che “può essere affidato anche ad un laico”.

Un ufficio, poi, aperto anche alle donne con la lettera apostolica di papa Francesco “Spiritus Domini” (2021).

Il lettore è istituito (non “ordinato”!) tramite apposito rito presieduto dal Vescovo, o dal superiore provinciale nel caso il candidato sia un religioso, che prevede una benedizione del candidato.

Il lettore ha alcuni compiti che esercita specificamente durante le celebrazioni ed altri che esercita al di fuori.

Nella liturgia, compito del lettore è in sostanza la proclamazione della Parola di Dio – ma non del Vangelo che spetta propriamente al Diacono – con una “corretta dizione e pronunzia, affinché la parola di Dio sia chiaramente percepita dai partecipanti” (Cerimoniale episcoporum).

Inoltre, tocca al lettore, “quando non sono disponibili né il Diacono né il cantore, enunciare le intenzioni della preghiera universale dei fedeli; dirigere il canto e guidare la partecipazione del popolo fedele” (MQ, V).

Ancora,

Nella processione all’altare, in assenza del diacono, il lettore, indossata una veste approvata, può portare l’Evangeliario un po’ elevato; in tal caso procede davanti al sacerdote; altrimenti, incede con gli altri ministri.

Se all’ingresso o alla Comunione non si fa un canto, e se non vengono recitate dai fedeli le antifone indicate nel Messale, le può dire il lettore al tempo dovuto.

Ordinamento Generale del Messale Romano, nn. 194-198

Ma, dicevamo, il lettorato non è un ufficio espletabile solo durante le celebrazioni:

Egli potrà anche – se sarà necessario – curare la preparazione degli altri fedeli, quali, per incarico temporaneo, devono leggere la Sacra Scrittura nelle azioni liturgiche.

Affinché poi adempia con maggiore dignità e perfezione questi uffici, procuri di meditare assiduamente la Sacra Scrittura.

Il lettore, sentendo la responsabilità dell’ufficio ricevuto, si adoperi in ogni modo e si valga dei mezzi opportuni per acquistarne ogni giorno più pienamente il soave e vivo amore.

Paolo VI, Ministeria quaedam

Inoltre, è proprio del lettore – sono le parole del rito di istituzione – “educare alla fede i fanciulli e gli adulti e guidarli a ricevere degnamente i Sacramenti” e, essendo “intimamente illuminato” della Parola, portare “l’annunzio missionario del Vangelo di salvezza agli uomini che ancora non lo conoscono”, per “rivelare agli uomini il mistero dell’amore” di Dio.

Pertanto, il lettore è, da un lato, chi è investito ufficialmente del compito di “prestare la propria bocca a Dio per proclamare la sua parola”, dall’altro chi evangelizza ed è chiamato alla formazione affiancando i catechisti (“avendo priorità” in tale ufficio rispetto a loro se nella comunità non vi fossero catechisti “istituiti”).

Fatto importante la coerenza tra la vita e l’annuncio della Parola, al punto che nella Chiesa primitiva quelli che erano stati oggetto di persecuzione avevano la precedenza nella lettura della Scrittura.

Segno esplicativo nel rito di istituzione del lettore è la consegna della Bibbia.

Per i lettori istituiti non in vista del sacerdozio, la giornata preferenziale di conferimento di questo ministero – scrive papa Francesco nella “Aperuit illis”, n. 3 – è la terza domenica del tempo ordinario, domenica “della Paola di Dio”.

Ministero “successivo” al lettorato è l’accolitato, ministero dell’altare: fra il conferimento dell’uno e quello dell’altro “siano rispettati gli interstizi, stabiliti dalla Santa Sede o dalle Conferenze Episcopali, tutte le volte che alle medesime persone viene conferito più di un ministero” (MQ, X).

Auguri, Roberto!

E l’invito a chi non può prender parte di persona, ad accompagnarlo con la preghiera.

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Giuseppe Longo

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