«Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti» (Gl 2,12)

Con l’austero rito della benedizione ed imposizione delle ceneri, questo mercoledì, inizia il tempo liturgico della Quaresima, quaranta giorni di penitenza che preparano alla solennità della Pasqua di morte e risurrezione di Cristo.

Per vivere, nelle nostre comunità, il cammino di Quaresima siamo invitati ad assumere tre impegni: la carità, che ci rende attenti alle necessità dei poveri; la preghiera, che, nel frastuono del mondo odierno, ci fa riscoprire il valore del silenzio; il digiuno, che contribuisce a dare il giusto valore alle cose. L’amore verso il prossimo, il dialogo con Dio nell’intimità ed il digiuno quaresimale hanno lo scopo di purificare il cuore. Un tempo favorevole, che la Chiesa ci fa vivere per giungere sempre più alla pienezza di vita in Cristo.

Nei primi tre secoli non abbiamo traccia della Quaresima, perché le prime testimonianze storiche in merito risalgono al IV secolo. I testi liturgici odierni ci parlano di questo tempo come “segno sacramentale della nostra conversione”, di ritorno al Signore. Un intenso percorso spirituale nel quale i battezzati sono chiamati a fare esperienza di Cristo e testimoniarlo.

Il Concilio indica la strada, “mediante il ricordo o la preparazione al Battesimo e mediante la penitenza” per celebrare degnamente il mistero della Pasqua. Vivere questo cammino è riscoprire la bellezza di essere Chiesa. Un cammino sostenuto dall’Eucarestia, che diventa strumento per la guarigione del nostro spirito.

Quest’anno il filo conduttore dei Vangeli domenicali è di carattere essenzialmente penitenziale. Tutta la liturgia ci invita a prendere coscienza che sperimentato l’amore misericordioso di Dio, diventiamo capaci di amare gli altri. E’ un invito a vivere questo tempo con sobrietà ed essenzialità. Un tempo per riflettere sulla propria vita e decidere il cambiamento. Il digiuno e l’elemosina ci ricordano che siamo un popolo in cammino. Siamo sollecitati a vivere il digiuno come rinuncia al superfluo. Siamo chiamati a vivere l’elemosina come condivisione delle necessità dei fratelli ed apertura del nostro cuore alla necessità di pace e di speranza del mondo.

Anche quest’anno Papa Francesco ci presenta il Messaggio per la Quaresima con a tema “Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà”.

Oggi il popolo di Dio porta con sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare. La Quaresima, quindi, è il tempo di grazia in cui il deserto torna ad essere il luogo del primo amore. “Affinchè concreta sia la nostra Quaresima, il primo passo è volere vedere la realtà. Ancora oggi, dice il Papa, siamo sotto il dominio del Faraone. Le nostre anime ne sono contaminate. Sebbene col Battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù”. “Dio non si è stancato di noi”, prosegue Papa Francesco nel messaggio. “Accogliamo la Quaresima come il tempo forte in cui la sua Parola ci viene nuovamente rivolta. E’ tempo di conversione, tempo di libertà. A differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale decisione di non ricadere schiava. Questo comporta una lotta. Possiamo attaccarci così al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno. Invece di farci incontrare, ci contrapporranno”. “E’ tempo di agire, e in Quaresima”, infine, ci ricorda Bergoglio, “agire è anche fermarsi. Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio e fermarsi in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un unico amore.

Preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento. Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa della vita, che la Quaresima ci farà così ritrovare, mobiliterà nuove energie. Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore. Nella misura in cui la Quaresima sarà di conversione, allora, l’umanità smarrita avvertirà un sussulto ci creatività: il balenare di una nuova speranza”.

Buona Quaresima! 

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Angelo D'Onofrio

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