In ogni istante del tempo tra me e me ma anche tra me e il mondo circostante mi ritrovo a fare i conti con la realtà attuale. Un periodo in cui sempre più spesso mi sento obbligata a vagliare gli “ISMI” di cui è intrisa la società e che turbano i miei pensieri: individualismo, moralismo, egocentrismo, narcisismo, bullismo, esibizionismo, giustizialismo, etc. a cui aggiungerei lo svilimento della figura autorevole avvenuto in ogni ambito perfino nelle istituzioni e cerco pertanto di tenerli a bada.
Penso che negli anni, essi hanno annullato i valori fondamentali per la vita sostituendoli con vere e proprie dinamiche guaste e idolatriche che conducono al male. Passo al vaglio questi aspetti della nostra storia e come fa il gambero rotolo all’indietro, ritorno all’incontro con Cristo fatto tramite un movimento cristiano cattolico.
Cristo è l’unico che rimane al mio fianco e mi riporta in riga, mi pacifica. Metto in atto la mia scelta anzi la Sua scelta seguendoLo con responsabilità talvolta anche faticosa. Tornando agli “ismi” della società, penso che ai nostri giovani non basti a scuola soltanto qualche ora di educazione ai sentimenti per cambiare la mentalità; essi hanno bisogno di esempi e di fare esperienza di fratellanza e di rispetto. Io credo che a causa di questa sostituzione di valori avvengono i reati che ogni giorno affliggono i nostri animi così come il delitto di Giulia da parte di Filippo.
Quel ragazzo che fino al momento prima del delitto era uno studente diligente, uno sportivo, un ragazzo timido dalla faccia pulita che, purtroppo, molto probabilmente non ha retto il confronto con la realtà. Filippo deve pagare per il delitto cruento che ha commesso, non c’è via di scampo! Chissà se un giorno la famiglia di Giulia così composta nell’affrontare il dolore riuscirà a perdonarlo? Questi sono miracoli divini!
A tal proposito si sono consumati fiumi di parole in tavole rotonde con esperti del settore, opinionisti ma anche gente comune che non sempre ha compreso il forte dolore di tutte le persone implicate in questa tragica storia. Infatti, ha puntato il dito contro i genitori di Filippo che non si sono accorti di certi atteggiamenti distorti del figlio; mi viene in mente un verso della canzone “Bocca di rosa di F.De Andrè : “si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio”.
A mio parere forse il termine “patriarcale” pronunciato dalla famiglia di Giulia nei confronti della società è improprio e riduttivo perché non riguarda solo l’assassinio delle donne ma tutto il male di cui trasuda una umanità ferita, mancante e bisognosa di regole ma soprattutto di Dio e della Sua misericordia per poter tornare ad essere libera. Come il reo ha la responsabilità del delitto a scontare la pena così chi conosce la strada del bene ha la responsabilità e direi il dovere di trasmetterlo a chiunque, in ogni istante, in ogni incontro. Ognuno di noi deve fare la sua parte! Concludo con il primo comandamento che nostro Padre ci ha dato: “ama il prossimo tuo come te stesso”…..solo allora qualcosa può cambiare per vivere la resurrezione.
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