Restaurata la chiesa Madre di Ferrandina

E' stato presentato nei giorni scorsi il restauro effettuato sulla facciata della chiesa Madre S. Maria della Croce di Ferrandina.

 

La Chiesa Madre di S.Maria della Croce, che con la sua mole domina una bella e ampia piazza, rappresenta per la Comunità di Ferrandina un punto di riferimento pregno di tanti significati storici, artistici e religiosi. Si è completato in questi giorni il restauro della facciata.

Ha inaugurato e benedetto l’evento l’Arcivescovo don Pino Caiazzo, presenti il sindaco Carmine Lisanti ed altri componenti della Civica Amministrazione, il parroco don Pierdomenico Di Candia, don Davide Mannarella, Presidente e Rappresentante Legale dell’I.D.S.C.

Il restauro è stato programmato e finanziato con interventi effettuati dall’Amministrazione Comunale con fondi provenienti dalle compensazioni ambientali in relazione ad investimenti sulle rinnovabili sul territorio di Ferrandina. Interpellato l’ architetto Paolo D’Amelio, progettista e direttore artistico dei lavori, così si è espresso sulle finalità e modalità del restauro:”La Chiesa di S. Maria della Croce ha proposto “facies” via via diverse e tuttavia ancora perfettamente leggibili sulla facciata; una storia di rifacimenti, ripensamenti e successive aggiunte che hanno trasformato nei secoli l’edificio: da un primigenito impianto a navata unica coperto a capriate con transetto all’attuale chiesa a tre navate.

Tali segni si sono concretizzati in una generale situazione di eterogeneità dei paramenti murari visibili in facciata, i quali si presentano diversissimi tra loro sia per materiali e tecniche costruttive impiegate, sia per le epoche a cui gli stessi sono riferibili, rintracciando da ultimo anche interventi relativamente recenti. Il progetto di restauro della facciata ha inteso, pertanto, ripristinare la legittimità di tutte le fasi, avendo Ia cura di consentire una comprensione complessiva del disegno architettonico, anche attraverso il dato cromatico. Si è voluto pertanto considerare l’eterogeneità di materiali e tecniche costruttive non come una circostanza cui porre rimedio, ma piuttosto come un tratto distintivo ed essenziale della facciata che, una volta resa perfettamente leggibile, si è inteso esaltare anche con un coerente progetto illuminotecnico.

Quest’ultimo ha consentito la realizzazione di un’illuminazione omogenea ed uniforme per intensità e colore di tutta la superficie, in grado di assicurare pari dignità e visibilità a ciascun elemento costitutivo del fronte dell’edificio, evitando quindi di soggiacere alla “moda” che pretende di sottolineare questo o quell’elemento architettonico considerato evidentemente a torto più efficace, ma piuttosto considerando e valorizzando la facciata nel suo complesso.

 

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Franco Lisanti

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