Matera, sempre viva la tradizione della Confraternita di “Gesù Flagellato”
Una tradizione di oltre 80 anni (le prime foto datano al 1938) la processione del venerdì santo a Matera, curata dalla Confraternita di Gesù Flagellato, in onore di Gesù Morto e della Vergine Addolorata.
Anche quest’anno la Via Crucis, presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, e guidata da don Francesco Gallipoli, parroco di S. Giovanni Battista, è partita dalla Chiesa di San Biagio alle ore 20:30 dello scorso 29 marzo e ha visto un corteo di oltre cinquecento persone.
Seppure presente a ranghi ridotti il clero cittadino diversamente dalle edizioni di un tempo, moltissimi erano i giovani. Tra l’altro, diceva il vescovo: “Ho redatto questa Via Crucis dopo aver partecipato e meditato quella dei nostri giovani per le strade di Pisticci lo scorso 2 marzo”.
Di seguito il testo completo: https://www.chiesadimaterairsina.it/via-crucis-per-il-venerdi-santo-del-2024/.
Le meditazioni dal titolo “Il gemito di Dio per ridare vita ai gemiti degli uomini” e i passi scelti dal Vangelo di Giovanni, hanno accompagnato il percorso lungo via T. Stigliani, via XX Settembre, piazza Vittorio Veneto, via delle Beccherie, piazza Sedile, piazza S. Francesco, via del Corso, piazza Vittorio Veneto, via S. Biagio.
I momenti di silenzio, lo sviluppo processionale (non stanziale, come a Roma, ad esempio al Colosseo), la buona qualità della lettura e dell’amplificazione hanno reso un’esperienza positiva la “Via Crucis” di quest’anno.
Di seguito un estratto dell’evento.
Pisticci. Ottimo successo il connubio ACG-PG Diocesana
È una tradizione avviata nel 2017 da Giuseppe Novario la Via Crucis cittadina pisticcese targata “Azione Cattolica”. Ma è una novità di quest’anno aver inserito questo evento nel percorso quaresimale della Pastorale Giovanile Diocesana.
Incontri di preparazione per il coordinamento tra i diversi gruppi di Pastorale Giovanile che dovevano intervenire ognuno con una propria riflessione, l’AC pisticcese che ha curato la logistica sin nei minimi dettagli grazie all’impegno fattivo e intelligente di Michele D’Onofrio, il coinvolgimento delle famiglie che abitano lungo il percorso previsto per la preparazione degli altarini, la preoccupazione di dar voce dell’iniziativa nei diversi centri della Diocesi. Una macchina complessa come per tutte le grandi opere, mossa da tanta adrenalina. E come sempre non mancavano i timori: le incognite del meteo, della risposta in termini di partecipazione, dell’imprevisto o del dimenticato nell’organizzazione… E finalmente è giunto il pomeriggio di sabato 2 marzo: il tempo è clemente, per Pisticci c’è un movimento insolito per le strade del centro e non circolano auto. Gli organizzatori sono carichi eppure un po’ di stanchezza si fa sentire.
Giovani e “diversamente giovani” riempiono la Chiesa Madre. Alle 18:30 in punto il vescovo avvia la celebrazione. C’è aria di Chiesa – «Ubi Episcopus, ibi Ecclesia», diceva Ignazio di Antiochia. Ed è vero anche in questo caso – anzi di Chiesa giovane, visto che i giovani sono tanti.
Ed è a loro che Mons. Caiazzo indirizza l’omelia:
Quando avevo la vostra età, quando mi intestardivo per qualcosa che non era per me giusto, mio padre mi diceva: «Ricorda: chi ti vuole bene ti fa piangere, chi ti vuole male ti fa ridere!». Non so se anche dalle vostre parti. Così nell’episodio della prima lettura in cui abbiamo ascoltato una apparente teoria di ‘no’. Ma nel rapporto Dio-Uomo, i ‘no’ sono ‘no’ a tutto ciò che esclude l’amore vero, a ciò che non è il meglio per me in ogni situazione e rapporto umano. A ciò che pur facendomi sentire apparentemente libero, di fatto mi schiavizza. Ecco dove sta il senso della rinuncia che mi dona la libertà interiore.
E mi auguro siate sempre presenti in tanti alle nostre liturgie!
Senza soluzione di continuità, si passa dalla benedizione al termine della celebrazione eucaristica all’uscita in processione con la grandissima croce in legno che ricorda un po’ a tutti i pisticcesi le Viæ Crucis viventi dei tempi di don Leonardo Selvaggi.
Una storia senza tempo, la passione di Dio per l’Uomo, rivive attraverso una pratica di oltre 1500 anni oggi comune alla Chiesa cattolica e anglicana, per le vie di Pisticci. Un popolo per cui il Signore continua a soffrire e che a sua volta soffre e, attraverso le sue sofferenze, continua “a completare quello che manca ai patimenti di Cristo” (cf. Col1,24): i giovani bullizzati, i giovani senza lavoro, i giovani soli, i giovani le cui famiglie non sempre sono porto sicuro e luogo di accettazione incondizionata, i giovani in ansia, i giovani vittime di dipendenze, i giovani rassegnati, i giovani “morti dentro”. Ecco il tema delle riflessioni che ogni gruppo di pastorale giovanile della Diocesi ha proposto e letto. Ma di questa via della croce protagonisti anche i giovani capaci di prendersi cura come il Cireneo, capaci di entrare in relazione, di farsi con gratuità portatori di soluzioni a tante forme di sofferenza che incrociano nelle loro strade di vita.
Un numeroso popolo in cammino dietro la grande croce portata a turno da una decina di giovani per volta dal piazzale della Chiesa Madre alla Chiesa di S. Antonio, passando per corso Margherita, attorniati da altri giovani con le fiaccole in mano. “Quest’anno siete agevolati, il percorso è in discesa!”, è stata la battuta del vescovo.
Un’esperienza intensa per tutti, in un clima di raccoglimento e di preghiera, gioviale e sereno, concentrato ma non serioso.
La precisa organizzazione ha aiutato a vivere meglio l’evento: la folla coesa, la voce nitidamente diffusa dai megafoni, la cura degli altarini predisposti lungo la strada.
Ma anche la buona risposta dei giovani giunti da diversi centri della diocesi ha reso possibile la buona riuscita dell’evento. Non di meno l’impegno previo dei giovani che, con serietà, hanno proposto le riflessioni – apprezzate dal Vescovo che ne ha richiesto i testi per prenderne spunto per la via crucis materana di venerdì 29 marzo – li ha fatti sentire partecipi.
Un bell’incoraggiamento ad organizzare altre iniziative diocesane giovanili, non necessariamente nel centro-Diocesi.
Un estratto questo dell’evento. Per chi volesse, inoltre, sono su Facebook le dirette effettuate durante la via crucis che ricoprono oltre metà del percorso della processione.
Adesso diamo la parola agli organizzatori di questo bell’evento.
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