Sono passati 12 anni da quando la chiesa è stata chiusa al culto (dicembre 2012) a causa di alcuni problemi idro-geologici che ne compromettevano la stabilità e che avrebbero messo a rischio l’incolumità dei fedeli.
Giovedì prossimo, 10 ottobre, dopo lunghi lavori di messa in sicurezza e di restauro, finalmente questo Tempio del Signore tornerà ad essere frequentato, tornando ad essere centro della religiosità di Pisticci e cuore della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo.
La riapertura sarà resa ancor più solenne dalla consacrazione del nuovo altare da parte dell’Arcivescovo mons. Caiazzo.
Sarà un giorno particolarmente importante per tutta la comunità, che tanto ha atteso questo evento per poter tornare a raccogliersi in preghiera in un luogo costruito con i sacrifici dei propri antenati per meglio rendere gloria a Dio, anche attraverso il culto di San Rocco.
Questa chiesa, infatti, è stata la chiesa di tutti, venuta su con l’impegno di tutti quei pisticcesi che circa novant’anni fa donarono quanto era nelle proprie possibilità per edificarla.
Nel 1930 il terreno argilloso, una falda acquifera sotterranea e la franosità della zona avevano compromesso l’antica Chiesa del Purgatorio, sede del culto di San Rocco, che presentava vistose crepe. L’arciprete dell’epoca, don Vincenzo Di Giulio, istituì un comitato pro erigenda ecclesia nel maggio del 1930, in occasione della festa dei Martiri (quasi una seconda festa patronale al tempo) in cui annunciava la decisione di demolire la vecchia chiesa e di costruirne una nuova, dedicandola – questa volta – al Santo Patrono. Bandì un proclama in cui invitava tutti i pisticcesi a contribuire come potevano alla causa; affidò il progetto a due illustri figli di questa terra, l’ingegner Nunzio Di Tursi e l’architetto Bruno Ernesto Lapadula (che realizzò progetti di opere in Italia e nel mondo che figurano tra le più importanti di tutto il Novecento, come il celebre “Colosseo Quadrato” dell’Eur di Roma), che offrirono a titolo gratuito la propria opera. In più si invitavano ufficialmente tutti i muratori e manovali a recarsi tutte le domeniche successive in piazza Plebiscito per dare il proprio nome e l’offerta di giornate gratuite di lavoro per la costruzione della Chiesa. Al contempo si invitavano tutti i proprietari di animali e di veicoli d’ogni sorta a dare il proprio contributo per il trasporto del materiale da costruzione. Il proclama si chiudeva rivolgendosi a tutti i cittadini della comunità pisticcese ed esortandoli a contribuire, in ogni modo e secondo le possibilità di ciascuno, alla costruzione del nuovo tempio per il Santo Patrono.
Fu eretta così, in appena tre anni, l’attuale Chiesa di San Rocco con la collaborazione di TUTTI i cittadini pisticcesi che in modo gratuito offrirono la loro disponibilità. Numerosissime sarebbero le testimonianze di giornate di lavoro gratuite, di trasporto dei materiali da costruzione, di offerte di sabbia, mattoni, tegole, di elargizioni in denaro, oro o in tomoli di grano. Gli stessi Nunzio Di Tursi e Bruno Ernesto Lapadula non richiesero mai alcun compenso per il loro lavoro. Tutta la comunità aveva partecipato alla realizzazione di una Chiesa degna per il Patrono, chiesa di cui tutti sentivano il bisogno.
La chiesa, in questi anni di chiusura, è stata messa in sicurezza con un sistema di palificazione costituito da un centinaio di pali che hanno ancorato l’edificio in modo solido al terreno: tutto ciò è stato possibile grazie al generoso apporto dell’otto per mille.
Oggi, come novant’anni fa, i discendenti hanno seguito l’esempio di quei pisticcesi che avevano fatti grandi sacrifici per onorare il Signore con la costruzione di una nuova chiesa e con il suo ornamento con preziosi marmi di Carrara e con un meraviglioso ciclo di tele raffiguranti la vita di San Rocco, opera del 1940-41 di Alfredo Cassone, pittore piemontese in esilio nel campo di confino fascista di Centro Agricolo. Nello specifico, in vista della riapertura, le famiglie pisticcesi, hanno contribuito acquistando i banchi e le panche, realizzando il nuovo altare che verrà consacrato, l’ambone e il tabernacolo, restaurando le campane e sostenendo l’iniziativa Una Luce per San Rocco finalizzata a far sì che la chiesa potesse avere un moderno impianto di illuminazione. Di particolare pregio è il restauro della nicchia con il suo mosaico dorato che tornerà ad ospitare la veneratissima statua lignea del Santo Patrono. Un ringraziamento particolare va ai parroci che si sono succeduti e che hanno tenuto a cuore la causa di questa chiesa, incoraggiando i lavori e custodendo il valore di questo tempio, memori del grande attaccamento della comunità: don Mario Florio, don Rocco Rosano (sotto il cui mandato la chiesa fu chiusa e si cominciarono le indagini) e don Rosario Manco (che ha curato la seconda fase dei lavori e la riapertura al culto).
Vi invitiamo e vi aspettiamo, dunque, a Pisticci giovedì 10 ottobre alle ore 18 in Piazza Plebiscito – la piazza antistante la chiesa – per gioire insieme alla comunità pisticcese di questo lietissimo evento.
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