Pellegrini, ma non da soli
C’è un aspetto molto interessante di ogni evento giubilare: il pellegrinaggio. È la sua peculiarità ed è anche una sorta di paradosso per la storia. Può essere considerato una chiamata a non vivere nella stanzialità e nelle proprie convinzioni, a provare quel senso di incertezza che precede le grandi scelte della vita, a fissare il punto fermo che orienta il percorso da compiere… Si potrebbe continuare all’infinito nella ricerca di metafore con cui legare questo gesto primigenio – il movimento – con il contesto temporale. Per questo, si può parlare di un vero e proprio paradosso. Pensiamoci bene: la contemporaneità è caratterizzata da una corsa continua, da un moto perpetuo, che apparentemente sembra favorire condivisione e unione, ma in realtà provoca individualismo e isolamento. Siamo più “connessi”, ma sempre più isolati. Ecco, la contraddizione del pellegrinaggio per questo tempo, che conferma la realtà: non siamo soli! Ed è qui che si coglie anche l’importanza della comunicazione in una dimensione relazionale. Ciò permette di comprendere l’importanza delle singole scelte. È un invito alla responsabilità nel tracciare percorsi di comprensione reciproca.
Vincenzo