È la prima volta che don Riccardo Pincerato, il nuovo incaricato nazionale del servizio di Pastorale Giovanile, incontra giovani provenienti da tutta Italia.
Quattro parole-chiave
Quattro le parole-chiave di questi quattro giorni: cura, comunità, adultità e comunione.
Non un pacchetto di nozioni, ma domande aperte che si susseguono dalla lectio mattutina alla sera. Non risposte ma sollecitazioni che ci chiedono di rimuovere i nostri luoghi comuni.
Dagli incontri e dai laboratori emerge il dato di tante iniziative di approccio e tanto desiderio da parte dei giovani di incontrare Cristo se proposto in maniera gioiosa e comunitaria.
Il titolo del convegno “Domine, quo vadis?”, tratto dal testo apocrifo degli Atti di Pietro, che sta fuggendo da Roma per non essere catturato e ucciso mentre Nerone sta facendo strage di cristiani, incontra Gesù e gli chiede: “Signore, dove vai?”. E Gesù gli risponde: “A Roma, per essere crocifisso una seconda volta”.
Una realtà sazia di beni cerca un senso per vivere
Sacrofano, pochi km da Roma, diventa il luogo emblematico di una PG che si rimette in gioco nelle sfide di una realtà che, ormai sazia di beni, cerca un senso per vivere.
Diverse le testimonianze ricche di spunti. Quella del sindaco di Bari, ing. Antonio Decaro, che propone una politica che parta dal basso e l’esperienza di un’associazione che con il suo pulmino porta in giro per l’Italia un cannocchiale per mostrare il cielo alle persone meno abbienti e aiutare i ragazzi attraverso un nuovo modo di insegnare la matematica per appassionarsi allo studio di essa. Quella di Maria Pia Colella, psicoterapeuta e scrittrice che ha mostrato il nuovo concetto di adultità tra corpo, psiche e il sé. Inoltre, fra Paolo Bennati, frate francescano, chiamato a essere tra i 39 membri del comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite e consigliere del Papa riguardo i temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, che ha illustrato le novità inerenti all’intelligenza artificiale sempre più dentro le nostre vite con tutti gli stravolgimenti sociali e psicologici che essa ormai porta nella società e nelle scelte dei giovani. Tutti argomenti che mostrano un mondo giovanile in evoluzione e che cerca un senso.
Nel secondo e terzo giorno, i laboratori hanno impegnato i partecipanti a chiedersi quali siano i luoghi in cui incontriamo i giovani con le loro prerogative e i loro limiti dando così slancio a forze nuove e collaborazioni autentiche.
La visita alla città di Roma ha cementato le conoscenze e fatto vivere momenti di cultura e fraternità.
La veglia interreligiosa ha permesso di incontrare altre realtà associative che si occupano dei giovani.
Le conclusioni: quattro atteggiamenti per un nuovo corso della PG
La conclusione di don Riccardo ci propone di ritornare alle nostre Diocesi ripartendo dalle domande che ci chiedono di prenderci cura dei giovani con quattro atteggiamenti:
- la mitezza, la capacità di “stare” nelle realtà giovanili non come un eroe ma a servizio: “il mite – non debole – non controlla la vita ma dà un senso alla vita che gli viene incontro”;
- l’umiltà, rispondente alla realtà, capace di leggerla a livello territoriale e culturale, anche attraverso le nuove tecnologie, capace di creare percorsi per i giovani affinchè diventino adulti;
- la gratitudine, segno della capacità di riconoscere che niente ci è dovuto, segno di aver raggiunto l’adultità. Uscire dalla logica di onnipotenza per creare alleanze e un circuito di accompagnamento;
- l’aderenza alla realtà.
Verso un nuovo corso: aver cura dei giovani fissandoli, dando loro spazio e tenendoli nel cuore
Si parte così per un “nuovo corso” ricco di iniziative tra cui la più importante il “Giubileo dei Giovani” senza dimenticare webinar e corsi per i nuovi incaricati.
La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Mons. Derio Olivero ha concluso le giornate congressuali con la presenza di tanti giovani e la forte spinta a tutti i presenti ad avere cura dei giovani fissandoli, dando loro spazio e tenendoli nel cuore.
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