Parrocchia S. Agnese. In festa per la sua titolare e per Sergio Di Pede che viene ammesso al diaconato

Il 21 gennaio, oltre a celebrare la memoria liturgica di S. Agnese, quest’anno alla presenza di una reliquia della santa, la popolosa parrocchia di Agna è in festa per l’ammissione agli ordini sacri dell’aspirante diacono Sergio Di Pede

È dall’“agna” – alla lettera “unghia” –, misura agraria di superficie del Regno di Napoli pari a un quarto di tomolo, che trae probabilmente origine il nome dell’omonimo quartiere materano.

Ed è a S. Agnese, dal latino “Agnes”, variante di “agna”, agnella, il nome che più immediatamente si associa a quello del quartiere, che è stata intitolata la parrocchia di Agna.

Agnese, figlia di famiglia patrizia cristiana, morì tredicenne proprio come un’agnellina, trafitta con un colpo di spada alla gola (o bruciata). Era stata accusata di essere cristiana dal figlio del prefetto di Roma, che si era invaghito di lei, e rimase ferma sino alla fine nel proposito di offrire tutta la vita nella castità al Signore. Erano gli anni della grande persecuzione dioclezianea (303-304) quelli in cui Agnese fu esposta nuda nel Circo Agonale (piazza Navona) e poi martirizzata il 21 gennaio sulla via Nomentana. Un nome profetico il suo, se in esso erano racchiusi i significati di purezza e martirio. Una delle più illustri martiri della Chiesa, se è stata iscritta nel Canone romano, la più solenne delle preghiere eucaristiche.

Ecco il 21 gennaio che nella parrocchia di Agna è giorno di festa, preceduto da una novena da quando don Nino è parroco. Di seguito il programma.

L’evento particolare di quest’anno l’arrivo della reliquia del corpo di Agnese dalla Lipsanoteca Vaticana.

Inoltre, quest’anno la comunità è in festa per Sergio Di Pede, 52 anni, aspirante diacono, che proprio il 21 gennaio riceve l’ammissione agli ordini sacri.

L’ammissione agli ordini sacri

L’admissio è un passo fondamentale per i candidati al diaconato (permanente, come Sergio, o transeunte, come per i seminaristi in cammino verso il presbiterato), i quali – presa completa coscienza della propria vocazione, dopo il conseguimento dei ministeri del lettorato e dell’accolitato e dopo aver ricevuto il parere positivo del vescovo – “in un rito semplice ma significativo, pronunciando il loro ‘Eccomi’, manifestano pubblicamente il desiderio di passare da ‘aspiranti diaconi’ a ‘candidati al ministero del Diaconato’. È un momento di passaggio – ci spiega Sergio – in cui si pongono basi solide del mio percorso di avvicinamento all’Ordinazione Diaconale, vocazione che si unisce a quella matrimoniale”.

Un cammino di discernimento di quattro anni che ha unito “momenti di studio, preghiera, ritiri spirituali, sotto l’attenta guida di Mons. Pierdomenico Di Candia, responsabile diocesano per il Diaconato. Il nostro Arcivescovo, don Pino, ci ha sempre seguiti, consigliati e amati in ogni momento come un buon padre fa con i suoi figli e la sua partenza ora è motivo di grande tristezza per me e [mia moglie] Valeria”.

Sì, Sergio, come gli altri uomini della nostra Diocesi in cammino verso il diaconato permanente – Paolo Chieco, Dino Gioia, Michele Quarato, Edoardo Veronesi e Michele Viggiani – e come la maggior parte di tutti i diaconi permanenti, è sposato e, inoltre, è papà di due ragazzi, Giuseppe, 19 anni, studente al primo anno di Informatica presso l’Università di Trento, e Nunzio, 12 anni.

La famiglia di Sergio Di Pede: la moglie Valeria Viggiano e i figli Giuseppe
(oggi 19 anni, studente di Informatica a Trento) e Nunzio (12 anni)

Sergio Di Pede e Valeria Viaggiano sono due biologi: Sergio lavora nel campo dell’Informazione Scientifica presso la classe medica e da sempre, marito e moglie, sono operativi nella nostra Chiesa e non solo: “Con Valeria – racconta Sergio – siamo da tre anni i responsabili dell’Ufficio Diocesano di Pastorale della Famiglia. Inoltre, siamo studenti al terzo anno della Scuola di Alta Formazione per Operatori di Pastorale Familiare della CEI e siamo sempre presenti in Parrocchia: io come accolito, Valeria come ministro straordinario della Comunione”.

Nell’amicizia con don Francesco Di Marzio il germe della vocazione diaconale

“Il primo a parlarmi di diaconato – ricorda Sergio – è stato don Francesco Di Marzio con il quale siamo cresciuti nella stessa parrocchia (S. Agnese), che ha celebrato il nostro matrimonio ed è anche padrino di Cresima di nostro figlio Giuseppe. Ma non erano ancora maturi i tempi (parliamo dei primi anni 2000).

Un ruolo fondamentale lo ha avuto sicuramente Terenzio Cucaro [diacono dal 2015, n.d.r.], con il quale, insieme alla moglie Angela Chita, abbiamo collaborato nell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare. Erano i direttori dell’Ufficio e Terenzio è stato sempre un riferimento e un esempio che ha fatto crescere in me il desiderio di iniziare questo cammino.

Altre figure di riferimento sono state i sacerdoti della mia Parrocchia – p. Basilio Gavazzeni e p. Severino Donadoni, che mi hanno visto crescere, don Michele Leone e, sicuramente, don Nino Martino, attuale parroco –, tutti i sacerdoti della Diocesi che si sono alternati per le lezioni seguite in questi anni e, inoltre, i Padri Gesuiti, che hanno guidato per anni, negli Esercizi Spirituali per Famiglie, me e Valeria nel metterci in ascolto di Dio”.

Diaconato e matrimonio: integrazione bella e necessaria di due vocazioni

“Abbiamo condiviso tutte le tappe sia con Valeria che con i miei figli – continua Sergio – che mi sono stati sempre vicini e mi hanno sempre supportato in tutti i momenti. Non si può scindere o separare la vocazione al Diaconato da quella Matrimoniale ma è fondamentale integrarle.

Dall’inizio del percorso il nostro Matrimonio e il nostro essere famiglia si è rafforzato sempre di più.

Inoltre, la comunità di Sant’Agnese, mi ha accompagnato in tutte le fasi della mia vita. Fratelli e sorelle sempre premurosi, attenti e vicini. Lo sono ancora di più ora e ho sempre sentito il loro calore, la loro gioia ed il loro orgoglio in tutte le tappe del cammino di discernimento. È una comunità che accompagna un loro figlio in questo momento importante della sua vita”.

Accompagniamo anche noi Sergio, ormai prossimo candidato diacono, in questo passo fondamentale della sua vita con la preghiera e, per chi può, partecipando martedì 21 gennaio h. 19:00 presso la parrocchia di S. Agnese in Matera alla celebrazione eucaristica in cui Sergio dirà il suo pubblico “Eccomi”, una delle ultime celebrazioni che presiede il nostro Arcivescovo Antonio Giuseppe.

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Giuseppe Longo

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