“La nostra presenza questa mattina, in occasione della festa della Madonna della Bruna, incarna la fede di un popolo che ha riposto la sua speranza nel Dio di Gesù Cristo e la religiosità che, nella diversità di tradizioni anche culturali, rimane ancora genuina e vivace e si concretizza nel sentirci tutti corresponsabili del presente e del futuro del nostro territorio e dell’umanità intera”
Con questa apertura, mons. Caiazzo, nel suo messaggio alle autorità civili e militari del primo luglio, suona la sveglia alle autorità politiche lucane in particolare, ma in generale a tutti i lucani. Mons. Caiazzo non lo fa con una frase fatta o con semplici indicazioni ma lo fa con parole che suonano come un campanello di allarme rosso oltre il quale c’é il baratro.
Per sostenere le sue tesi ha fatto riferimento al documento finale (“Segni di Speranza”) della CRAL (Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali) dal quale emerge una grande fragilità della nostra Regione, una fragilità che “si tocca” e “si respira” ovunque e si traduce, perfino visivamente, in spopolamento, emigrazione giovanile e denatalità.
Quelli elencati sono gli elementi su cui la classe dirigente politica lucana dovrebbe lavorare nei prossimi anni costituendoli obiettivi prioritari. Mons. Caiazzo ha elencato uno per uno i comportamenti a cui la politica lucana dovrebbe rifarsi per lavorare nei prossimi anni: una Basilicata più solidale e inclusiva, partecipata, giovane, operosa e attraente, in salute, superando il processo di depotenziamento della sanità pubblica in corso oggi consentendo quindi il diritto, costituzionalmente garantito, di accesso alle cure e all’assistenza pubblica secondo un principio di universalità e di gratuità.
Non va trascurato il problema della denatalità e la fuga dei cervelli che hanno provocato lo spaventoso calo demografico che ha portato la Basilicata a poco meno di 500.000 residenti.
Altro argomento, ma non presente nel messaggio di mons. Caiazzo, è quello dell’autonomia differenziata che, se dovesse essere attuata come si preannuncia, costituirebbe un macigno in caduta libera sulle residue speranze di salvezza e di ripresa della Basilicata.
In questo quadro un pò fosco, ci sono altri segni di speranza, diversi da quelli del documento finale della CRAL, che arrivano dal Vaticano col tentativo di mediazione per la cessazione del conflitto in Ucraina da parte del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che non è tornato a bocca asciutta da Mosca in quanto sembrerebbe sia andata in porto positivamente l’azione umanitaria per i bambini ucraini deportati ed anche uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina.
Maria SS della Bruna e la Madonna di Viggiano, recentemente gemellate con una peregrinatio a Viggiano della protettrice della Diocesi di Matera-Irsina, possano stare vicine ai loro figli lucani, possano illuminare la mente dei politici che governano la regione affinché abbattano i muri di separazione attivando invece un dialogo sincero e duraturo al fine di contribuire a costruire una società lucana più solidale, più rispettosa, più inclusiva.
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