Continuare una tradizione, molto diffusa nella Chiesa cattolica fin dal Medioevo, che esalta la regalità di Maria (come attestato da innumerevoli dipinti e mosaici) e rafforzare il senso di appartenenza e di condivisione di un sentimento profondamento religioso che a Matera perdura, si rinnova di generazione in generazione e coinvolge – una rarità nel mondo odierno – soprattutto i giovani, legatissimi alla festa della Bruna: con queste parole, Franco Moliterni, responsabile del settore Cultura dell’Associazione Maria SS. della Bruna, spiega il significato del progetto per la realizzazione delle Nuove Corone per la Sacra Effigie della nostra Protettrice e del Bambinello.
Le corone della statua della Madonna della Bruna portata in processione sul carro il 2 Luglio furono trafugate nel 1983: da 41 anni, quindi, porta corone, d’argento, non sue – furono prese in prestito da altre statue – e quelle sono rimaste tuttora.
A quella che il presidente dell’Associazione Maria SS. della Bruna Bruno Caiella ha definito “un’operazione epocale” si può contribuire con donazioni e/o monili e preziosi: qualunque sia la modalità scelta, dall’Associazione è assicurata la massima trasparenza; sarà consegnata una ricevuta e ogni offerente verrà iscritto/a nell’albo dei donatori.
Per la realizzazione delle corone, dei rilievi preliminari e dell’analisi tecnica si è occupato Rocco Festa di Erreffe Progetti Srl mentre la fase progettuale è stata avviata da un orafo materano, Francesco Iacovone, che da quarant’anni vive a Vicenza dove è titolare di un’azienda orafa.
“Le nuove corone, rispetto al modello di riferimento, – spiega Moliterni che, a supporto dell’iniziativa, ha curato la brochure In onore di Maria SS. della Bruna e a devozione del popolo – sono arricchite da elementi decorativi presenti nella cattedrale (ultimata nel 1270) poiché esse recano alla base lo stesso disegno del canestrato degli stipiti esterni della porta maggiore e il decoro floreale del fregio che orna orizzontalmente tutta la navata centrale e la sommità degli archi. I gioielli, attualmente in fase di raffinatissima cesellatura, sono in argento e saranno rifiniti con uno strato di oro e con pietre preziose seguendo il modello della corona di riferimento.”
Negli intenti dell’Associazione, realizzare nuovi diademi con il supporto della collettività intende sì riparare al gesto sacrilego perpetrato nel 1983, ma soprattutto evidenziare un corale segno tangibile a conferma del plurisecolare amore filiale che il popolo nutre per sua Santa Protettrice, manifestato in occasione della festa del 2 luglio e ogni giorno attraverso una sentita e nutrita partecipazione.
Un furto fu perpetrato anche nel 1964: in quel caso furono trafugate le corone concesse dal Capitolo Vaticano con cui, nel 1843, fu incoronata l’immagine della Bruna che viene intronizzata in cattedrale ma, in questo caso, l’anno successivo (1965) si pose rimedio incoronando nuovamente l’effigie.
Rossella Montemurro