A tagliare il nastro, insieme al sindaco della cittadina lucana Domenico Albano e al giovane parroco Don Antonio Di Leo, il neoeletto Vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina ed Amministratore apostolico di Matera-Irsina e Tricarico mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, per tutti “don Pino“.
All’inaugurazione del Centro, ritenuto struttura di eccellenza per l’intero territorio del Sud Italia, hanno preso parte amministratori locali e rappresentanti della Regione Basilicata, co-finanziatrice del progetto insieme alla Conferenza Episcopale Italiana.
La struttura sorge su quelli che un tempo erano ruderi abbandonati di un’antico monastero benedettino e che la tenacia di un sacerdote ha voluto riportare in vita, iniziando un lavoro di recupero durato trent’anni.
Il ricordo di don Leonardo Selvaggi
Momento centrale e toccante della cerimonia è stato proprio il ricordo di don Leonardo Selvaggi, l’indimenticato sacerdote che per primo ha sognato questa struttura. Come ha testimoniato don Antonio Di Leo:
«Nell’ultimo mese di vita di don Leonardo, sapendo che non mancava molto tempo, mi avvicinai a lui e gli chiesi: “Tu che cosa vorresti che sia questa struttura?” Mi aspettavo chissà che risposta, magari visionaria a modo suo. Invece lui mi rispose semplicemente: «Qualcosa per la comunità», lasciandomi, con grande rispetto, la libertà di scegliere. Questa risposta ha rappresentato per me una grande responsabilità in questi anni».
A raccogliere il testimone di don Leonardo è stato mons. Caiazzo che, in occasione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Matera (22-25 settembre 2022), ha deciso di mettere a disposizione la struttura a servizio della comunità indicandola come una delle opere-segno del dopo Congresso.
La testimonianza di Anna Padula, promotrice del progetto
Anna Padula, presidente della Cooperativa sociale “La luce” e mamma del giovane Lorenzo, ha portato la sua personale testimonianza di determinazione e amore:
«Devo ringraziare per primo mio figlio Lorenzo. È stato l’amore per lui che mi ha permesso di non arrendermi, perché davvero abbiamo incontrato tante difficoltà, ma con la forza dell’amore siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo. Un grazie enorme va a don Leonardo Selvaggi: se lui non avesse creduto per primo a questo sogno, oggi non saremmo qui. La prima pietra l’ha messa lui.»
«Non ho avuto l’onore di conoscerti, don Leonardo, ma credo nell’eternità e so che un giorno ci incontreremo».

Anna ha riassunto in una frase il significato di questa indimenticabile giornata:
«L’amore è il motore della nostra vita, che ci spinge a raggiungere traguardi che sembrano impossibili. L’amore genera amore, e qui ne abbiamo generato veramente tanto».
L’intervento di Monsignor Giuseppe Caiazzo
Non meno potenti le parole di Mons. Giuseppe Caiazzo, Amministratore apostolico della Diocesi di Matera-Irsina, che ha ricordato il primo incontro con don Leonardo e la scelta coraggiosa di destinare il Casale a una struttura sociale:
«Quando arrivai qui nove anni fa, don Leonardo mi portò subito a visitare questo luogo e mi disse: «Eccellenza, qui c’è anche la stanza sua, e dalla sua stanza, se lei guarda dalla finestra, vede la sua Calabria».
Da subito abbiamo stabilito un rapporto stupendo, meraviglioso, con don Leonardo ci si intendeva. Cercavo di cogliere da lui cosa volesse fare di questo centro e come pensasse di trovare i soldi per realizzare una opera così grande. Lui ripeteva sempre: «La provvidenza, la provvidenza».
Io allora gli dissi: «Se lei crede nella provvidenza, siamo in due a credere nella provvidenza, perché quando crediamo nella provvidenza tutto è possibile e tutto si realizzerà»
Monsignor Caiazzo ha poi rimarcato il legame inscindibile fra cultura e carità, che rende questa iniziativa unica:
«La cultura innanzitutto è carità, perché se la cultura non è carità allora non c’è possibilità di fare niente. Questo è un segno visibile della cultura che don Leonardo ha promosso. Lui era uomo di cultura, e la cultura si mostra concretamente nei gesti che siamo capaci di avere nei confronti delle persone più bisognose».
Il saluto di Luciana Scattino, vicepresidente dell’associazione
«Ringrazio, oltre agli amministratori locali e alla regione, la Diocesi di Matera e la CEI che ci hanno fatto questo grande dono, grazie all’8×1000, che ci permette di garantire un futuro ai nostri figli autistici, permettendo loro di rimanere nella nostra terra ».





Le parole dell’assessore Cosimo Latronico
Anche Cosimo Latronico, assessore regionale, ha espresso grande apprezzamento e vicinanza:
«Ringrazio sinceramente il vescovo, i parroci, la diocesi e la CEI, perché la carità è benigna, non si valuta, si compiace semplicemente di donare. Quella di oggi è una risposta concreta a un bisogno reale. L’autismo è un tema centrale, e noi siamo impegnati a rispondere sempre meglio a questa urgenza, sperando che questo centro diventi modello per tutta la Basilicata».
L’intervento del Sindaco di Pisticci Domenico Albano
Particolarmente significativo il contributo del sindaco di Pisticci, Domenico Albano:
«Oggi è una giornata storica, si realizza finalmente un sogno. Qui prima c’erano quattro ruderi, qualcosa di impensabile. Don Leonardo mi ha pressato affinché facessimo qualcosa per la comunità. Abbiamo fatto tanti viaggi della speranza in Regione fino a quando questo sogno è diventato realtà.
Questo centro rappresenta il primo polo dedicato all’autismo in Basilicata, destinato a essere punto di riferimento e di eccellenza regionale. L’amore genera amore: oggi ne abbiamo la prova evidente».
Una visita guidata al Monastero con una guida speciale
Prima della cerimonia d’inaugurazione del Centro Polifunzionale è stato lo stesso mons. Caiazzo ad accompagnarci in una visita guidata all’intero complesso, esteso su una superficie di 1600 mq , che sarà dedicato a laboratori, attività motorie e corsi di formazione potendo ospitare fino a 15 ragazzi in modo residenziale e 15 in modo semiresidenziale.



La celebrazione eucaristica nel Santuario della Madonna del Casale
La prima visita di mons. Caiazzo fuori Matera, nove anni fa – ha ricordato don Antonio Di Leo, parroco della Chiesa di Cristo Re a Pisticci – fu proprio al Casale, su invito insistente di don Leonardo Selvaggi. L’ultima visita ufficiale, come amministratore apostolico della Diocesi di Matera-Irsina, è stata nuovamente al Casale, per singolare “Dio-incidenza”.
Alla solenne concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo ed animata dal movimento del Rinnovamento dello Spirito, hanno preso parte, oltre a don Antonio Di Leo, il vicario generale don Angelo Gioia, don Michele Leone, Consigliere Spirituale Nazionale del Rinnovamento nello Spirito, e don Antonio Lopatriello, Direttore dell’Ufficio Tecnico, Beni culturali, Edilizia di culto, Arte sacra e Incaricato Diocesano per i Beni Culturali.
Durante l’omelia Mons. Caiazzo ha fatto notare che “a volte il nostro rapporto con Dio rischia di essere un rapporto sentimentale, un rapporto del “chiedere e mi devi dare”, un rapporto dove manca la consapevolezza di ascoltare che cosa Lui dice alla mia vita” .
Ha poi aggiunto: dobbiamo “riconoscere che possiamo diventare schiavi del peccato, quel peccato che oggi non sappiamo più chiamare per nome. Spesso ci confessiamo dicendo: “Ho peccato, ho sbagliato”, senza entrare nel dettaglio. Questa non è vera confessione, il peccato va chiamato per nome.”
Siamo grati al Signore – ha detto il Vescovo – perché nell’ora della prova Lui rimane con noi e perciò nessuna sventura potrà piegarci definitivamente.

“Ringrazio Dio di concludere il mio ministero episcopale con voi, in questo luogo caro non solo ai pisticcesi ma a tutti, luogo giubilare in onore della Madonna del Casale, incoronata da Papa San Giovanni Paolo II. Questo luogo è segno di rinascita, di cambiamento, di vita nuova dai ruderi.” (video dell’omelia)
Al termine della celebrazione eucaristica don Antonio Di Leo ha saluto l’Arcivescovo, a nome dell’intera comunità diocesana, facendogli dono di una mitria in stile mariano e di una riproduzione della statua della Madonna del Casale.
In questi nove anni abbiamo sperimentato l’eccellenza della sua paternità. Non si ha bisogno di un padre eccellente che non sbaglia mai o che non torna mai indietro, ma di una paternità eccellente, nel senso che sa eccellere nel collaborare con lo Spirito Santo. Un padre che sa osare, verbo distintivo della sua personalità. Grazie per come avete osato, soprattutto con noi preti giovani. Buona missione, carissimo padre, continua ad essere un padre eccellente!
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