Montalbano Jonico. “Don Luigi sempre tra noi”: una serata per ricordare don Luigi Ziella

Don Luigi Ziella, per oltre 20 anni parroco di S. Rocco in Montalbano, guida spirituale per tanti giovani – tra loro vi è anche il suo “erede”, don Filippo Lombardi – avrebbe compiuto 100 anni lo scorso 28 luglio. Un’intensa serata interviste, testimonianze e musica coordinata da don Filippo. A don Luigi sarà intitolata la piazza antistante la parrocchia San Rocco.

Foscolo, che nei confronti della morte cercava qualcosa di divino, avrebbe detto: “Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta”. E don Luigi Ziella, che il divino lo ha avuto come alfa e omega della sua vita, è quanto di più vivo possa esserci nel cuore di chi lo ha conosciuto.

È quanto hanno vissuto lo scorso 13 agosto le comunità parrocchiali di Montalbano Jonico che, in occasione dei 100 anni che don Luigi avrebbe compiuto il 28 luglio, lo hanno ricordato in modo singolare nel corso del pubblico incontro: “Don Luigi sempre tra noi”.

Don Luigi Ziella, nato il 28 luglio 1924, è morto il 25 marzo 2001. Dagli inizi degli anni ’60 e per oltre venti anni, ha servito come parroco San Rocco, ex convento dei padri cappuccini, rimanendo al servizio della comunità parrocchiale anche quando, gli sono succeduti altri sacerdoti, primo fra tutti il figlio spirituale, don Filippo Lombardi.

Una celebrazione fortemente voluta dagli attuali parroci di Montalbano, don Massimo Ferraiuolo e don Valerio Latela che, pur non avendo personalmente conosciuto don Luigi, di lui hanno raccolto testimonianze e una ricca eredità libraria, catalogata e organizzata in una biblioteca che porta il suo nome, allestita in uno dei locali del convento.

Inoltre, don Massimo e don Valerio si sono fatti promotori presso l’amministrazione comunale, unitamente a don Filippo, della proposta di intitolazione a don Luigi della piazza antistante la parrocchia San Rocco, sottoposta a restyling nei mesi scorsi. Proprio nel corso della serata del ricordo, il neosindaco di Montalbano, Giuseppe Di Sanzo, ha ufficialmente comunicato la delibera di Giunta con cui si è dato avvio alla procedura di dedicazione della piazzetta che oggi si presta ad essere spazio di condivisione e sagrato del vecchio convento.

L’intensa serata del 13 agosto: interviste, testimonianze e musica

La serata, ha avuto un programma, coordinato e moderato da don Filippo che, tra interviste, testimonianze e musica ha visto il coinvolgimento di quanti hanno avuto modo di conoscere e frequentare l’uomo che è stato padre spirituale di più generazioni. 

Ha esordito così don Filippo: “Buona sera a tutti… anche da parte di don Luigi! Vi assicuro sarà bello stare un po’ in sua compagnia. Egli è beato e contento di essere nel cuore di Dio e nel ricordo affettuoso di tanti che lo abbiamo conosciuto e amato. Ci ha già parlato, ricordando il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio, il 14 settembre 1997. Tanti di noi eravamo presenti quel giorno, intorno al quadro della Madonna di Pompei, quando gli abbiamo fatto festa, una festa tutta intima e spirituale, suggellata dalla presenza materna di Maria. Il 28 luglio don Luigi avrebbe compiuto 100 anni sulla terra, per noi una data importante che non può passare inosservata e che ce lo ripresenta più che mai vivo e presente alla vita di questa comunità. Tanti siamo ancora presenti qui, insieme a tanti altri che con don Lugi ci guardano dall’alto e ci testimoniano la certezza di un’amicizia che si ricompone in cielo”.

Antonietta Golisciano, ha letto alcuni stralci di scritti di don Luigi, raccolti dopo la sua morte: il testamento spirituale da cui si evince chiaro il percorso di preparazione all’incontro con l’Eterno.

Intermezzi musicali con brani appositamente scelti ed eseguiti dal maestro di chitarra, Giuseppe Grieco e la cantante, Francesca Giannitelli.

Un momento di grande intensità emotiva e spirituale durante il quale, sacerdoti e laici hanno dato la loro testimonianza: don Salvatore Di Pizzo, don Angelo Gioia, vicario generale dell’Arcidiocesi Matera-Irsina e poi i laici: Lina Sgrò, Marisa Bruno. E tanti giovanissimi formati e seguiti da don Luigi che oggi sono affermati professionisti: Giorgio Pasquale, Franco Gioia, Nicola Simone. Presenti anche alcuni nipoti di don Luigi, tornati a Montalbano per vivere un toccante momento di memoria ma anche di attestazione e riconoscimento per quanto il loro congiunto ha fatto.

E poi la testimonianza di don Filippo resa, anzitutto, dalla scelta degli scritti presentati che, in modo significativo e incisivo, raccontavano la spiritualità e l’umanità di un uomo vissuto al servizio di Dio e dei fedeli.

Don Filippo è figlio spirituale di don Luigi, nelle cui mani è nata la sua vocazione e che gli è rimasto accanto sino alla fine, sino a quell’ultimo respiro che, per “dio-incidenza”, è avvenuto il 25 marzo, giorno dell’Annunziata, a cui don Luigi era fortemente devoto sin dagli anni della sua formazione in seminario.

La devozione all’Annunziata. Il 25 marzo finì la sua esistenza terrena

“La morte per don Luigi – ha raccontato don Filippo – è stata una vera pasqua: un passaggio dalla vita alla Vita. Il mattino del 25 marzo 2001, Solennità dell’Annunciazione, dopo una notte passata nel dormiveglia o nel semi-coma, dopo aver constatato che eravamo prossimi alla fine, alle 6 circa abbiamo staccato la flebo che non riceveva più. Alle 7, al suono delle campane che annunciavano la messa domenicale apre gli occhi e spira. Era devotissimo dell’Annunziata tanto che come ricordo del 50° anniversario di sacerdozio ha voluto ristampare il quadro dell’Annunziata che aveva accompagnato gli anni della sua formazione al sacerdozio al Seminario di Salerno.

Mons. Franco Conese suo compagno di seminario, che si era trattenuto dal venire a visitarlo ammalato nell’ultima settimana della sua malattia, mi aveva confidato: don Luigi morirà il 25 marzo, il giorno dell’Annunziata.

Sappiamo che l’Annunziata annuncia il mistero dell’Incarnazione, l’inizio della salvezza, sembra proprio che don Luigi sia vissuto per quell’Inizio.

La liturgia per il 26 marzo, giorno delle esequie prevedeva proprio di celebrare la solennità dell’Annunciazione, come la liturgia richiede quando l’Annunciazione cade in una domenica di Quaresima: ma quell’anno era una domenica particolare, la “Domenica Laetare”.

Un ricordo non malinconico, nessuna tristezza, ma tenerezza e speranza, tanto da concludere la serata con la melodia dell’Inno alla Gioia di Beethoven, fra i brani di musica classica di cui, don Luigi, è stato un gran cultore.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Anna Carone

Pubblicista ed educatrice

Latest videos