
Convocato ancora una volta – l’ultima! – dal suo pastore in Cattedrale, il popolo materano accorre entusiasta e curioso per ascoltare l’ultimo saluto tra Arcivescovo Antonio Giuseppe e autorità civili e militari e per scoprire la nuova ala del Museo Diocesano.
È una delle quattro opere-segno scaturite dal 27° Congresso Eucaristico Nazionale (CEN) che Matera ha ospitato nel 2022 la nuova ala del Polo Culturale Diocesano – unione di Museo, Biblioteca e Archivio Diocesano – insieme alla Mensa della Fraternità “don Giovanni Mele”, benedetta da Papa Francesco il 25/09/2022, alla casa per autistici “La luce-don Leonardo Selvaggi” inaugurata oggi 9 marzo a Pisticci nei locali del Monastero “S. Maria la Sanità del Casale” e alla Cooperativa, non ancora avviata, per la preparazione del vino eucaristico a Serramarina.
È la CEI (rappresentata dal dott. Claudio Grisanti) che, con un importo complessivo di 160mila euro, ha finanziato gli interventi necessari ad aprire questa nuova sezione del Museo Diocesano e il Centro Polifunzionale per autistici a Pisticci.
Il Museo Diocesano: un secolo di gestazione
Interessante l’inquadramento storico del Museo Diocesano a cura del vicedirettore Marco Pelosi. Il Museo è un progetto già pensato nel 1913 dall’Arcivescovo di Acerenza e Matera Mons. Anselmo Pecci (1907-1945) e ripensato nel 1940 come “Opera del Duomo”, un ente che si prendesse cura della Cattedrale e comprendesse anche il Museo, per accogliere tutte le opere che erano state parte degli edifici di culto della Diocesi ed erano custodite nel Museo “D. Ridola”.
Tramontata l’idea degli anni ’80 e ’90 di realizzare il Museo nel Castello Tramontano oppure nella sacrestia monumentale della Cattedrale, nel 2002 viene presentato il primo progetto organico sul museo diocesano e partono concretamente i lavori.
Il Museo viene istituito da Mons. Ligorio nel 2009 e inaugurato il 16 aprile 2011, ma presto viene chiuso per i lavori di restauro della Cattedrale.
È la forte volontà di Mons: Caiazzo che ne consente l’effettiva riapertura il 24 marzo 2018.
Utile la riflessione che Pelosi ha posto all’attenzione dei presenti sulle finalità di un museo diocesano: non tanto la raccolta di opere con un valore artistico notevole ma il racconto della fede di un popolo.
La nuova ala del Polo Museale con il vasellame del IV sec. a.C.
Ecco che, in questo spirito, trovano posto nella nuova sezione i luoghi liturgici (altare, ambone, sede) su cui Papa Francesco ha celebrato l’eucarestia il 25 settembre 2022 nello Stadio di Matera al termine del CEN, un pregiato album con le foto di quella celebrazione, il calice che il Papa ha donato nell’occasione alla Diocesi, l’ostensorio della solenne processione eucaristica del CEN (23/09/22), un servizio da mensa eucaristica di mons. S. Ligorio, ma anche un dipinto che Pelosi – sono le sue parole – ha il piacere di mostrare a Vescovo e don Angelo Gallitelli come pregevole sorpresa nel giorno di apertura della nuova ala museale. È il dipinto “S. Nicola di Mira con Basilio (Adeodato) e i tre bambini”.

È durante i lavori di restauro che – racconta Pelosi – “spostando il quadro, il riverbero di una luce mi fa notare alcuni caratteri, all’interno della coppa posta sul piatto che reca Basilio: c’è una data (1605) e una sigla che di sicuro fa riferimento a Carlo Sellitto”, pittore napoletano di origini lucane che certamente si è ispirato al napoletano Fabrizo Santafede – continua Pelosi – e in particolare alla pala dell’altare maggiore della Cattedrale di cui il dipinto di Sellitto si richiama nei colori.
Don Antonio Lopatriello: “Il Museo Diocesano: una delle tante opere che l’episcopato di Mons. Caiazzo lascia alla nostra Diocesi”.
Un lavoro intenso e complesso che ha interessato gli spazi dell’ex seminario quello dell’ampliamento del Museo di questi anni, che il vescovo ha sostenuto, condividendo tanti momenti con le maestranze e con i membri che compongono il Polo Culturale e Pesistico della Diocesi, in un clima di informalità. Racconta ancora Pelosi: “L’Arcivescovo alle volte interveniva dicendo: dimmi che cosa devo fare perché così ti posso dare una mano”.
La parte più originale della nuova sezione, il vasellame del IV sec. a.C. è stato ritrovato nel 2019 durante una campagna di scavi in una tomba sottostante gli spazi del museo, proprio al di sotto delle vetrine in cui è stato esposto.

Dalla nuova ala del museo diocesano si accede inoltre alla cripta di S. Eustachio, vecchia chiesa su cui è sorta la Cattedrale.
Suddivisi in sei gruppi, i presenti, curiosi, hanno visitato museo e cripta.
Sebbene ci fosse premura di non ritardare oltre nell’apertura al pubblico di questa nuova sezione museale in quanto opera-segno del CEN, i lavori continueranno. Ad esempio, verrà realizzato un pavimento in vetro per rendere visibili le tombe.
Il museo, come ha commentato don Antonio Lopatriello, direttore Ufficio Tecnico Diocesano, è “una delle tante opere che l’Episcopato di Mons. Caiazzo lascia alla nostra Diocesi”.






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