E poiché distribuirete agli altri l’Eucaristia
sappiate esercitare la carità fraterna, secondo il precetto del Signore,
che nel dare in cibo ai discepoli il suo stesso corpo, disse loro:
Questo è il mio comandamento, che vi amiate l’un l’altro, come io ho amato voi.
Dal rito del mandato ai Ministri Straordinari della Comunione
Una solenne celebrazione, gremitissima la Cattedrale
Una Basilica Cattedrale gremitissima come non la si vedeva da anni per la cerimonia di conferimento del mandato ai nuovi ministri straordinari dell’Eucaristia il pomeriggio della domenica “laetare” (19 marzo, quarta domenica di Quaresima): i 216 ministri, molti accompagnati da coniugi o altri familiari, il coro diocesano “Magnum signum” al completo e tanti fedeli della Diocesi.
Ancor più evidente, con tal quantità di popolo di Dio, la solennità della liturgia, presieduta dal nostro Arcivescovo – affiancato dal cerimoniere don Nino Martino, dal vicario generale Mons. Biagio Colaianni, dal direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano don Antonio Di Leo e dal parroco della Cattedrale don Angelo Gallitelli e supportato da diaconi e da ministranti -, animata dal coro diocesano e profondamente partecipata dai nuovi ministri straordinari della Comunione.
Necessaria la cura spirituale nella vita dei ministri
Ma una celebrazione è solenne – ha sottolineato il vescovo all’inizio dell’omelia – quando la molteplicità dei ministeri liturgici presenti si traduce in servizio autentico nella vita reale. Di qui l’invito ad un servizio consapevole e nutrito da una seria cura della vita spirituale, che consiste nel “portare la luce” – il riferimento era alla Parola di Dio di oggi – e nel guardarsi dall’essere, invece, “impiegati del sacro”.
E come il cieco che si lava alla piscina di Siloe, così anche i ministri si “lavino” almeno a cadenza mensile al sacramento della riconciliazione. E le tentazioni, soprattutto quelle divisive e di presunzione, magari tra ministri della stessa parrocchia, non mancheranno.
“Non per sempre” è stato l’ultimo concetto che il nostro arcivescovo ha trasmesso con forza, ripetendo queste tre parole ben quattro volte, alla fine dall’omelia: “Siete a tempo determinato! E non assunti [qualcuno ha sorriso], ma ministri! Invece ‘per sempre’ è il sacerdote!”. Il mandato infatti durerà 5 anni e solo in casi eccezionali sarà rinnovato. È lo stile della “ministerialità”, ha scandito ancora don Pino. Ed ecclesialmente, ministero – abbiamo avuto modo di precisare in altre occasioni – viene dal latino “minus stare” che significa “stare sotto, farsi servo”.
Il mandato
Dopo l’omelia il mandato. Una monizione ha esplicitato che i 216 ministri straordinari saranno abilitati a distribuire la comunione ai fedeli in caso di assemblee particolarmente numerose, di portarla ai malati, o come viatico ai moribondi, e anche a comunicarsi direttamente. E ha raccomandato ancora una volta ai candidati di avere uno stile di vita “eucaristico”, segnato cioè dallo sforzo di costruire comunione e di donarsi.
“Sì lo voglio” hanno risposto due volte i candidati in coro.
Infine, dopo un prolungato eloquente silenzio, che esprimeva l’importanza dell’impegno e la decisività del momento, la benedizione dei ministri:
O Padre, che formi e reggi la, tua famiglia,
Dal rito del mandato ai Ministri Straordinari della Comunione
benedici questi nostri fratelli e sorelle;
essi, che in spirito di fede e di servizio
distribuiranno ai fratelli il pane della vita,
siano rinvigoriti dalla forza di questo Sacramento
e partecipino un giorno al tuo convito eterno.
I 216 ministri, scelti dal discernimento dei parroci – ha sottolineato l’arcivescovo – come Samuele della prima lettura che guarda il cuore e non l’aspetto dei figli di Iesse e unge Davide, sono operativi!
E ora andate e portate Cristo nella vostra vita
Una busta contenente il tesserino nominale di riconoscimento e un manualetto per con passi evangelici ed indicazioni operative, tra cui il rito per la distribuzione dell’eucaristia, è stato distribuito alla fine di questa celebrazione altamente partecipata.
Una celebrazione solenne, peraltro trasmessa in diretta Facebook, che speriamo vivamente si traduca – come auspicava l’arcivescovo ad inizio omelia – in un ministero di prossimità e testimonianza cristiana, di trasmissione di luce e speranza. Non solo agli ammalati che i ministri incontreranno, ma anche negli incontri di tutti i giorni. Anche tra le tentazioni, inevitabili.
Scrivi un commento