CONFERENZA EPISCOPALE DI BASILICATA
«Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,10)
Carissimi,
anche per noi, oggi, in questa particolare situazione sanitaria e sociale, risuona forte e chiara la voce dell’Angelo: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2, 10.11). Dio si è fatto “bambino”, cioè piccolo e fragile, bisognoso di tutto, per condividere la nostra natura umana e stare per sempre con noi, in ogni situazione. Quale grande dono! Quale immensa promessa di speranza nel Natale del Signore! Dio è con noi e per noi, per sempre, anche nel momento della tribolazione e dello sconforto. Il Natale è una speranza per tutti, anche oggi, nonostante le limitazioni e le sofferenze causate dalla pandemia. È la vita che nasce, che comunica gioia e diffonde serena fiducia in un futuro migliore. «Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità». Così predicava San Leone Magno nel giorno di Natale mentre Roma era segnata da guerre e pestilenze. Anche il nostro tempo presenta motivi di scoraggiamento e di sofferenza, aggravati da una crisi sanitaria pandemica che sta mettendo a dura prova il mondo intero. La nostra Regione sta conoscendo da vicino questo dramma che mette in difficoltà le famiglie, le Istituzioni e gli operatori sanitari, le piccole e medie Imprese, il turismo e l’agricoltura, le parrocchie e la Scuola.
Amiche e amici carissimi, questo è il tempo della prova e della sofferenza, non della punizione e della disperazione. È il tempo favorevole per riflettere sul senso della vita e su tutto ciò che in vario modo decide della sua qualità, del suo sviluppo e del suo compimento. Viviamo intensamente questo tempo di pandemia per riscoprire il valore profondo della vita come dono da condividere e custodire, l’importanza del silenzio e delle relazioni, il calore della casa e dell’amicizia, il tesoro insostituibile della famiglia, il senso del tempo e la grandezza delle priorità. Questo non è un “tempo perso”: è una sofferta lezione di realismo e di umanità, poiché l’unico modo per avere un rapporto serio e ragionevole con la realtà è vivere intensamente e nella verità tutte le circostanze della vita.
Consapevoli della gravità e dell’intensità di questo momento, con il cuore traboccante di affetto, noi Vescovi vogliamo manifestare a tutti voi la nostra paterna premura umana e spirituale. Il nostro pensiero orante va innanzitutto a coloro che a causa del virus non sono più con noi: il Signore della vita lì accolga nel suo regno di luce e di pace. Diciamo la nostra solidarietà alle famiglie colpite dal lutto e a quelle che sono state visitate dalla malattia. Siamo particolarmente vicini a coloro che in modo più accentuato portano i segni della fragilità umana e agli anziani che tanti sacrifici hanno fatto per ricostruire il tessuto sociale ed economico della nostra Regione dopo la guerra e il disastroso sisma dell’ottanta. Ci rivolgiamo ai giovani, privati per tanto tempo della vita scolastica e delle esperienze di gruppo, per esortarli a guardare avanti e in alto per essere i protagonisti entusiasti di una nuova e più esaltante stagione culturale, ecclesiale e sociale della nostra Regione. Annunciamo la gioia di Gesù che nasce nell’oggi della nostra storia ai più piccoli, perché, come i pastori, possano gioire per il sorriso che il Bambino Divino manifesta a tutti. Vogliamo condividere la gioia del Natale con tutte le famiglie, affinché riscoprano la bellezza dell’amore coniugale e il calore della casa, inondata di luce dalla tenerezza del Dio che ha voluto nascere dal grembo purissimo di una donna.
Porgiamo gli auguri natalizi a tutto il variegato mondo del lavoro, così gravemente colpito dalle conseguenze economiche provocate dalla pandemia. Ci preoccupa la situazione di quanti hanno perso il lavoro o rischiano di chiudere la propria attività imprenditoriale e commerciale. Invitiamo, perciò, gli amministratori, i politici, le forze sindacali, i soggetti intermedi, i rappresentanti delle imprese e del mondo produttivo a mettere in atto una fruttuosa concertazione onde creare le condizioni per una pronta, decisiva e duratura ripresa economica. Gli aiuti finanziari straordinari provenienti dall’Unione Europea e dal Governo nazionale siano finalizzati alla realizzazione di progetti strutturali, lungimiranti e incidenti in ordine alla promozione dello sviluppo globale e integrale della nostra Regione. Tra noi è urgente e necessario fare una riflessione approfondita sulle problematiche connesse con il lavoro, sulla sua qualità e sul modo con cui viene “cercato”, “dato” e “vissuto”. Così come la precarietà della rete sanitaria regionale, messa in evidenza dalla pandemia, interpella la responsabilità di tutti noi. Occorre ripensare un servizio sanitario efficiente e moderno, equamente distribuito sul territorio regionale, rispondente alle reali esigenze del popolo lucano, già fortemente penalizzato dalla precaria situazione viaria e strutturale. La competenza e la generosità degli operatori sanitari non bastano: ci vuole un progetto condiviso, compiuto e realizzabile.
Il contesto natalizio ci interpella anche sulle responsabilità connesse con la cura e la difesa dell’ambiente. Le compagnie petrolifere, che continuano a beneficiare dello sfruttamento del nostro sottosuolo, si facciano promotori di precisi, incidenti e strutturali investimenti nella nostra Regione. Riconoscano le professionalità e le eccellenze presenti sul territorio e tra i nostri giovani. La loro azione sul territorio regionale sia sempre svolta con profondo senso etico, nel rispetto dei valori ambientali e inerenti la qualità della vita e la difesa della salute delle persone. È necessario un uso più oculato delle Royalties del petrolio, dando vita a una “economia della conoscenza e dello sviluppo”, utilizzando i proventi delle estrazioni per finanziare precisi progetti di ricerca e di sviluppo culturale e infrastrutturale. Consapevoli che è necessario stabilire il giusto equilibrio tra la protezione della natura e la sua valorizzazione produttiva, vogliamo contribuire anche noi a educare le coscienze per favorire una profonda “conversione ecologica” che porti a plasmare una chiara “cultura ecologica”, che, come insegna Papa Francesco, «è uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico» (LS,111). La Chiesa sta dalla parte di ogni uomo e della sua inalienabile dignità, dalla parte della natura e dell’ambiente non contaminato, dalla parte della vocazione di ogni territorio e delle sue potenzialità produttive, dalla parte di chi studia le leggi della natura per custodirla e proteggerla ma anche di chi con il suo lavoro la “coltiva” e le permette di portare frutto.
Il progressivo spopolamento dei nostri paesi e la desertificazione economica e giovanile esigono un impegno morale solenne a difesa delle giovani generazioni, attraverso politiche che avvicinino il mondo dell’Università e della Scuola alle risorse e ai beni del nostro Territorio. Politiche che potenzino la rete digitale per dare ai nostri luoghi le medesime opportunità di quelli più sviluppati e incentivare anche tra noi lo smart working, il turismo di qualità e una più solida e articolata rete di comunicazione e di trasporti, che faccia definitivamente uscire la nostra Regione dall’isolamento geografico, comunicativo e culturale, da una sterile autoreferenzialità, da un dannoso vittimismo e da un pernicioso fatalismo. La Basilicata ha le risorse naturali, economiche, sociali e culturali per vivere meglio, soprattutto è abitata da gente laboriosa e intraprendente, sempre dignitosa e particolarmente generosa. Abbiamo le forze e le capacità per programmare nella speranza un futuro più luminoso per la nostra Terra e raggiungere le mete sperate. Affrettiamo il passo! Insieme.
A tutti coloro che in questo tempo della pandemia stanno spendendo le proprie energie per il bene integrale delle persone e della comunità regionale vogliamo dire il nostro grazie riconoscente e assicurare la nostra preghiera. La loro opera è un grande segno di civiltà e di sviluppo, perché la qualità della vita di una comunità dipende in gran parte dell’intensità e dalla verità del rapporto che riesce ad avere con la sofferenza e i sofferenti, con la povertà e i poveri, con la solitudine e gli abbandonati. Vogliamo ringraziare in modo particolare gli operatori sanitari e quelli del volontariato, gli amministratori, i sacerdoti e i loro collaboratori caritas, ribadendo che il servizio gratuito ai fratelli che sono nel bisogno è condizione imprescindibile per la promozione del bene comune e l’edificazione della civiltà della verità e dell’amore. Da parte nostra vogliamo impegnarci per far crescere una Chiesa sempre più capace di coinvolgersi con la vita concreta delle persone e presentarsi al mondo come madre premurosa, serva scalza e maestra in umanità.
Affidiamo i nostri propositi di bene al Bambino Gesù, “che giace nella mangiatoia” e si offre per alimentare la nostra speranza, nutrire la nostra carità, illuminare il nostro lavoro, sostenere le nostre attese, custodire noi e le nostre famiglie nel Suo amore.
«Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita»! Maria di Nazareth, Vergine Immacolata, ci accompagni con il suo materno amore perché il nostro cuore sia inondato dalla gioia del Natale e non prevalga la paura della pandemia.
Di vero cuore auguriamo a tutti un santo Natale del Signore e un felice Anno Nuovo. Auguri!
Potenza, 22 dicembre 2020
I vostri Vescovi
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