Il problema dei rifiuti della plastica, come si sa, sta diventando una grande emergenza in tutto il pianeta. Lo è però in modo particolare in alcune realtà urbane, come Matera, che per circostanze oggettive si trovano a dover fare i conti con lo smaltimento di quantità di plastica davvero esorbitanti. Lo abbiamo visto, salvo durante questa strana parentesi legata alla pandemia, con l’evento di Matera 2019 che, è vero, ha consacrato la città dei Sassi come meta turistica privilegiata, ma che ha portato anche a far crescere i rifiuti di plastica del 30 per cento circa, certamente oltre una soglia che potrebbe essere considerata fisiologica. Con l’avvio della raccolta porta a porta, inoltre, ciascuna famiglia ha potuto verificare direttamente come i singoli mastelli destinati al conferimento dei rifiuti in plastica si riempiano in maniera sproporzionata.
Non tutti sanno che la plastica non finisce interamente nella spazzatura. Una certa quantità viene purtroppo assorbita dall’organismo. Si stima che ogni persona ingerisca settimanalmente una quantità di plastica pari a una carta di credito. C’è poi tanta altra plastica che nonostante i servizi di raccolta differenziata, sfugge al controllo e finisce irrimediabilmente per essere dispersa nell’ambiente. In questo ultimo caso, la sua destinazione finale sono i mari e in particolare determinate zone degli oceani dove si sono ormai create concentrazioni tali di plastica e microplastiche che raggiungono dimensioni paragonabili addirittura ad aree grandi tre volte la Francia.
Tutto ciò ha spinto l’Amministrazione comunale ad avviare un iter per riportare sotto controllo la gestione di questo tipo di rifiuto, a partire dall’esigenza di ridimensionare la produzione industriale di plastica, soprattutto nel confezionamento dei prodotti. È infatti dalle produzioni industriali e commerciali che proviene l’impressionate volume delle circa 1500 tonnellate di plastica che Matera ha dovuto smaltire nello scorso anno.
Il sindaco, Domenico Bennardi, alla presenza dell’assessore all’Ambiente, Lucia Summa, e del presidente nazionale di Plastic Free, Luca De Gaetano, ha sottoscritto il protocollo d’intesa che prevede un percorso graduale e mirato per superare l’utilizzo intensivo di questo materiale, sia attraverso l’adozione di misure pratiche, sia attraverso iniziative di informazione e sensibilizzazione. Matera è il primo capoluogo di provincia ad aderire a Plastic Free, la onlus impegnata in progetti per la riduzione dell’uso della plastica, in particolar modo di quella monouso.
L’Amministrazione si è impegnata a ridurre l’utilizzo della plastica sul territorio comunale ad iniziare dal palazzo municipale, estendendo l’adozione di comportamenti virtuosi nelle scuole e nelle aziende, attraverso un patto che impegni anche il mondo del privato sul fronte della sostenibilità.
“Di tutti i rifiuti che produciamo, la plastica rappresenta probabilmente il simbolo di una società troppo abituata ad usare e consumare in fretta, che lascia una eredità pesante alle giovani generazioni – dichiara il sindaco Bennardi -. Le azioni che intendiamo intraprendere sono orientate alla riduzione e al riciclo della plastica nell’ambiente e abbracciano un’ampia platea di interlocutori: riguardano le scuole, le comunità locali, le strutture ricettive, affinchè Matera sia qualificata, anche come destinazione turistica, quale città sostenibile e attenta alle buone pratiche green. Possiamo modificare le nostre abitudini quotidiane e adottare piccoli accorgimenti per fare in modo che quella del plastic free diventi una mentalità condivisa. Si tratta, in concreto, di abolire la plastica ogni qualvolta esista una valida alternativa ad essa”.
Il processo avviato dall’Amministrazione comunale è funzionale all’attuazione della direttiva comunitaria sull’inquinamento da plastica. Gli obiettivi della Ue sono ambiziosi: entro il 2030 tutti gli imballaggi immessi nel mercato europeo dovranno essere riciclabili almeno per il 30 per cento del loro contenuto e già dalla metà del 2021 l’Europa dirà “stop” all’utilizzo indiscriminato di oggetti monouso in plastica. Anche le bottigliette in Pet, dal 2025, dovranno essere prodotte a partire da materiali riciclati o alternativi alla plastica ed entro la stessa data agli Stati Ue toccherà raccogliere almeno il 90 per cento delle bottigliette in circolazione.
“La sostituzione di molti prodotti in plastica con alternative più ecologiche e innovative – conclude Bennardi – è un’occasione imperdibile anche in termini occupazionali: l’Unione europea stima che una politica plastic free è in grado di creare migliaia di posti di lavoro in un campo, quello della bio-economia, in cui il nostro territorio può puntare per un modello di crescita sostenibile”.
L’assessore all’Ambiente, Lucia Summa, evidenzia l’obiettivo “Plastic Free” cui tende l’Amministrazione comunale. “Purtroppo – afferma Summa – l’uso spropositato della plastica negli anni e ‘l’usa e getta’ inappropriato hanno contribuito a creare un enorme squilibrio ecologico facendo emergere un problema di dimensioni preoccupanti. Un utilizzo limitato a ciò che è indispensabile, il riuso e un riciclo corretto possono dare un contributo importante alla riduzione della plastica e al suo negativo impatto ambientale”.
Scrivi un commento