Sono noti a tutti i grandi successi sportivi di Marcell Jacobs e la sua straordinaria impresa che gli ha permesso di conquistare la medaglia d’oro nei 100 metri piani alle Olimpiadi di Tokyo. Un po’ tutti sanno anche della sua difficile situazione familiare determinata dalla separazione dei genitori, una situazione che lo ha portato a vivere senza la presenza del padre. Ciò ha segnato profondamente la sua vita e quasi non voleva sentire parlare del padre. Racconta che quando a scuola gli domandavano chi fosse suo padre, egli rispondeva seccato che “non esiste”. Come in tante altre famiglie ferite dalla separazione, è stata la madre a farsi carico di lui, a fargli da padre e da madre.
La mamma aveva conosciuto il papà vicino Vicenza dove era di stanza come militare dell’esercito americano. In un primo momento la coppia si era trasferita in Texas, ma quando poco dopo la nascita di Marcell il papà fu destintato a una base militare in Corea del Sud, la mamma decise di non seguirlo e di ritornare in Italia.
Tanto profonda fu questa separazione che Marcell rifiuterà persino di imparare l’inglese, la lingua del padre, e non rinnoverà nemmeno la sua cittadinanza americana. Anche grazie al sostegno della mamma, Marcell cominciò a praticare l’atletica, una vita – come è facile immaginare – che richiede sacrifici al limite dell’impossibile.
Le difficoltà della vita e la critica situazione affettiva devono aver portato Marcell, per un certo tempo, a non guardare con serenità alla figura paterna, arrivando a dire: «Odiavo mio padre». «Con il genitore» scrive l’HuffPost, «ebbe sempre un rapporto complicato, finché – da adulto – non arrivò una riconciliazione. “Non è ancora tutto risolto però almeno adesso ci parliamo – ha affermato in un’intervista – il traduttore di Google mi dà una mano con l’inglese”».
Marcell Jacobs non ci ha regalato soltanto la gioia di una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Vincendo quella medaglia ha scoperto e ha fatto scoprire a tutti noi la gioia della riconciliazione. Perché nonostante tutto, nonostante la fragilità della nostra affettività, tutto quello che nella vita capita ci rimanda a un’origine dalla quale tutto il bene presente dipende. Dal quale dipende ogni fibra del nostro essere.
Tutto ci rimanda a un padre e tutto ci spinge, con insitenza, verso una riconciliazione. A proposito del suo rapporto col padre e alla fine di un faticoso percorso, Jacobs ha dichiarato: «Ora mi sento sbloccato. È incredibile la potenza dell’energia che si muove quando abbatti un muro. Lo odiavo per essere scomparso, ho ribaltato la prospettiva: mi ha dato la vita, muscoli pazzeschi, la velocità. L’ho giudicato senza sapere nulla di lui».
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