Madonna della Bruna, novenario. Nel mezzo del cammino, una giornata eucaristica

È ormai tradizione che la Novena della Bruna veda al suo interno, circa a metà del suo percorso, una giornata diversa, dedicata all’adorazione eucaristica. Bello il momento comunitario finale animato dalle Suore Discepole di Gesù Eucaristico.

Quanto mai opportuna una sosta di questo tipo nella novena: Maria era “donna eucaristica”, colei che ha portato Gesù vivo nel suo grembo per nove mesi: “il primo ostensorio di Lui, ha inaugurato le processioni del Corpus Domini ed è andata a portare annunci di liberazione ai parenti lontani” scriveva don Tonino Bello.

Inoltre, al giorno d’oggi – la vita è frenetica e siamo tutti schiavi del “fare” – serve tanto impegnarsi a ritagliarsi momenti di meditazione, presentando in adorazione la nostra vita al datore della nostra vita.

Ecco la giornata del 27 giugno – dopo il triduo predicato da mons. Pasquale Cascio (24-26 giugno), Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi, e prima di quello predicato da mons. Giovanni Ricchiuti (28-30 giugno), Vescovo emerito di Altamura e già Arcivescovo di Acerenza – interamente dedicata all’adorazione eucaristica nella cappella del Santissimo della Basilica Cattedrale. “Momento sacramentale in cui sto alla presenza di Gesù e contemplo l’umanità che ha sposato la divinità”, ha detto il nostro Arcivescovo nell’omelia dell’unica Eucaristia celebrata in Cattedrale al mattino, che ha introdotto questa giornata eucaristica. E “non importa fare tanto. Non chi dice: Signore, ho fatto questo! Signore, ho fatto quello, entrerà nel Regno”, sono ancora le parole di Mons. Caiazzo a commento del brano del Vangelo.

Maria, sottolinea ancora l’Arcivescovo, è colei di cui il popolo cristiano ha bisogno nel suo cammino di santità. Come gli apostoli 2000 anni fa che sentivano il bisogno di fermarsi con lei nel cenacolo per ricevere un aiuto, l’indicazione di una strada, così anche noi. Ecco il canto popolare “e senza Maria salvare non si può”, che richiama tra l’altro il versetto del salmo responsoriale del giorno (Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome). Di seguito l’omelia di Mons. Antonio G. Caiazzo nella celebrazione del 27 giugno.

Adorazione personale silenziosa

Appena terminata l’Eucaristia, l’esposizione nella cappella del Santissimo Sacramento. Un via vai di turisti e fedeli materani tutto il giorno, chi per una breve sosta in pausa pranzo, chi per un’ora prolungata, sino alle ore 18, quando le Suore Discepole di Gesù Eucaristico – l’istituto religioso fondato a Tricarico da Mons. Raffello Delle Nocche, presenti nella nostra Diocesi a Salandra e nei vicini centri di Grassano, Garaguso e Tricarico – hanno curato una bellissima Adorazione Eucaristica avente per tema “Rimanere accesi”.

L’adorazione eucaristica comunitaria animata dalle Suore Discepole di Gesù Eucaristico

L’inizio: una solenne processione delle Discepole di Gesù Eucaristico con le lampade accese attraverso il corridoio centrale della Cattedrale, seguite dall’evangelario e infine dall’ostensorio, accompagnate dal canto “Sono qui a lodarti”, reso ancor più gioioso dal suono della pianola e delle chitarre.

Poi, la lettura del brano dei Discepoli di Emmaus che è il tema del Carro della Bruna di quest’anno, intercalata con momenti di silenzio e la lettura di alcune riflessioni. Di seguito la riflessione tenuta dal nostro Arcivescovo.

Molto bello il momento dell’uscita con Gesù Sacramentato fuori dall Cattedrale: una piccola processione eucaristica in piazza Duomo, che ha coinvolto i passanti e i clienti al bar prospicente la piazza. Dal sagrato della cattedrale il vescovo ha impartito la benedizione all’intera città e con la preghiera universale è stato abbracciato tutto il popolo di Dio.

Infine, un lumino consegnato con la monizione: “Rimani acceso”.

Un bel momento partecipato, ben curato nell’organizzazione, che ci ha consentito di staccarci dalle occupazioni quotidiane di rispondere a quell’imperativo che consiste nell’essere saggi e non nel fare tanto ma, riprendendo ancora una volta l’omelia della mattina del vescovo a commento delle parole del Vangelo, nel “costruire la casa sulla roccia”.

Si ringraziano Francesco Morelli e M. Cristina Garzone per il materiale video-fotografico.

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Giuseppe Longo

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