Madonna della Bruna. Craco: peregrinatio Mariae, settima tappa. Don Francesco Di Marzio: “Come il Bambinello è rivolto alla sua mamma, guardiamo anche noi a lei”

Le riflessioni di alcuni fedeli della comunità di Craco all’indomani della visita dall’effige di Maria il 25 e 26 maggio scorsi

La tradizione cattolica ha visto affermarsi, nel corso di secoli, la Peregrinatio Mariae: la traslazione dell’effige mariana, lungo un itinerario che tocca alcune località di una Diocesi o di un territorio più ampio, accompagnata dalla predicazione evangelica, come una missione in quella comunità.

In particolare, la traslazione processionale delle sacre effigi era d’uso in passato in circostanze straordinarie: ad esempio, quando una comunità sentiva il bisogno di implorare l’intercessione di Maria per allontanare calamità naturali o epidemie o, anche, per chiedere l’arrivo della pioggia per i campi.

Quest’anno, l’effige della santa protettrice della nostra Arcidiocesi ha visitato, dal 14 aprile al 27 maggio 2024, le parrocchie della Vicaria “Mare”.

Penultima tappa: Craco Peschiera

Quando il nostro parroco, don Alberto Delli Veneri, ci ha comunicato che “la Madonna della Bruna aveva deciso di dormire qui da noi”, la comunità è entrata in fervida trepidazione, i nostri cuori erano felici e i volti di tutti irradiavano gioia… e ci siamo resi tutti disponibili per capire cosa fare per affiancare il parroco.

Mentre fervono i preparativi per l’accoglienza di Maria, sabato 25 maggio alle ore 10 celebriamo una Santa Messa a Craco Vecchia nella cappella della Madonna della Stella, nostra patrona insieme a San Nicola Vescovo.

Ed eccoci a domenica 26 maggio! Sono le 17 e ci troviamo assieme al nostro parroco all’ingresso del paese, nella zona artigianale, in attesa dell’effige della Madonna della Bruna: momenti molto belli, carichi di attesa. Appare il camion rosso di “Santantonio”: il simulacro mariano è giunto a Craco. Presa la statua in spalla, da alcuni portatori del paese, iniziamo la processione verso la chiesa parrocchiale, accompagnati da una piccola banda di appena cinque elementi.

Giunti in chiesa, dopo l’accoglienza del nostro coro con un canto alla Madonna e il Santo Rosario, molto partecipato, la Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal delegato arcivescovile don Francesco Di Marzio, che con la sua predica tocca i cuori di molti presenti.

Molto belle le sue parole, in particolare quando ci fa notare che il Bambin Gesù è rivolto, “non verso il popolo, ma verso il petto della sua Mamma, verso il cuore di Maria, segno di quella ricerca di protezione che il figlio cerca sempre nella madre. Questa immagine rappresenta pertanto in modo particolare il compito supremo di una madre, e cioè non solo quello di portare nel proprio grembo il figlio e di generarlo, ma soprattutto di proteggerlo, di educarlo e di guidarlo nel suo cammino di vita come una stella polare così come tutte le mamme dovrebbero fare con i propri figli”. L’immagine del Bambinello può ben rappresentare quella in cui, ci fa riflettere don Francesco, “tutti noi fedeli dobbiamo identificarci ricordando che siamo figli della Madre Celeste oltre che della nostra madre terrena, per cercare in entrambe la garanzia di una protezione sicura e di un’attenzione continua e amorevole: la mamma è sempre il primo pensiero nei momenti di difficoltà!”.

Il giorno seguente, lunedì 27 maggio, lo viviamo ancor più intensamente: alle 9:00 viene celebrata la Santa Messa e, a seguire, c’è l’Adorazione Eucaristica prolungata sino alle 16:00 quando accompagniamo l’effige della Madonna al Monumento della Croce, da dove parte alla volta di Tinchi per poi rientrare in serata a Matera.

Per la comunità crachese è stato molto bello avere la protettrice della nostra diocesi in “casa”: è stata evidente una manifestazione unica di fede e di devozione. Alcuni hanno visto l’effige da vicino per la prima volta.

L’accoglienza che la statua della Vergine della Bruna ha ricevuto nella nostra comunità ha evidenziato non solo una partecipazione affettiva nel coinvolgimento dei fedeli, ma soprattutto una condivisione emotiva sia nella preghiera sia nel percepire, dal punto di vista cristiano, la presenza del simbolo evocativo dell’immagine materna, protettrice non solo di suo Figlio ma di tutti i figli terreni.

Quanti di noi hanno parlato della commozione per l’evento e della felicità per aver potuto vivere questo momento così intenso: in fondo Maria è la Madre di Gesù, la mamma che tramite Giovanni è stata affidata a tutti noi. E Lei è la mamma che tutti vorremmo avere.

Madre Bella, Madre Santa, Madre Nostra, Madre della Bruna…

Prendici per mano per condurci verso la speranza che non delude e l’amore che tutto sopporta. Amen.

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Giuseppe Longo

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