Jacques Maritain con la moglie Raïssa e sua sorella Vera a Palazzo Taverna – dal libro ‘I tre Maritain’ di Nora Possenti Ghiglia (Ancora)
La straordinaria attualità del pensiero di Jacques Maritain, a cinquant’anni dalla sua morte, può essere racchiusa in una domanda proposta dal filosofo in un intervento a Tolosa alla Comunità dei Piccoli Fratelli di Gesù dove si era ritirato, dopo la morte della moglie Raïssa, a partire dal 1960. Si chiede Maritain: «Che cosa vogliono gli uomini prima di tutto? Di che cosa hanno bisogno prima di tutto?», un interrogativo che oggi ancor più che allora scuote le nostre coscienze. «Hanno bisogno – così continua – di essere amati, di essere riconosciuti; di venire trattati come essere umani; di sentire rispettati tutti i valori che ognuno porta in sé» ( La vocazione dei Piccoli fratelli di Gesù, La Locusta, 1982). Anche nell’ultimo periodo della sua esistenza, Maritain continua dunque a riproporre la persona (ogni persona, la persona nella concretezza della sua vita) come il fulcro essenziale della società sia in senso civile che politico dentro una più ampia visione dell’umano riconsiderato in tutti i suoi aspetti. È l’idea dell’integralità dell’umano, la visione di un umanesimo integrale, nata al confluire tra ricerca di fede ed esercizio della ragione e capace di ispirare e sostenere ogni reale impegno politico per la trasformazione della realtà.
Oggi, a cinquant’anni dalla morte, quella proposta continua a provocare a ispirare dentro le forme nuove che il tempo storico richiede. Nella fedeltà al pensiero maritainiano, umanesimo integrale può oggi significare, in particolare, capacità di realizzare concretamente quella fellowship ( compagnonnage) di cui ci parla attraverso l’immagine dei «compagni di viaggio che per un incontro fortuito si trovano riuniti quaggiù, camminando sulle strade della terra […] in buon accordo umano, con buon umore e con cordiale solidarietà» ( Per una politica più umana, Morcelliana, 1979). Un umanesimo integrale che oggi sollecita ciascuno di noi nell’impegno a rendere praticabile anche l’umanesimo intraculturale, dove le diversità (culturali, sociali, religiose, economiche, civili) sono prezioso arricchimento più che motivo di paura del “non ancora conosciuto”. Maritain ci insegna a prenderci cura concretamente della persona, cioè delle persone con i loro bisogni e necessità. Una cura che necessita del fare concreto di ogni giorno per diventare buona pratica per il bonum honestum.
Ma, nello stesso tempo, Maritain ci spinge ad operare e lottare per il rispetto dei diritti della persona, dei diritti di ogni uomo così come la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 (alla cui stesura collaborò) ci ricorda e così come leggiamo in I diritti dell’uomo e la legge naturale pubblicato a New York già nel 1942. Riferendosi alla persona umana, il filosofo scriveva così: « I diritti fondamentali, come il diritto all’esistenza e alla vita, il diritto alla libertà personale o il diritto di condurre la propria vita come padroni di se stessi e dei propri atti, responsabili di questi davanti a Dio e davanti alla legge della civitas, ‒ il diritto a perseguire la perfezione della vita umana morale e razionale, il diritto a perseguire il bene eterno […], il diritto all’integrità corporale, il diritto alla proprietà privata dei beni materiali, che è una salvaguardia della libertà della persona, il diritto di sposare secondo propria scelta e di fondare una famiglia essa pure garantita dalle libertà che le sono proprie, il diritto di associazione, il rispetto in ciascuno della dignità umana (ch’egli rappresenti o no un valore economico per la società) tutti questi diritti sono radicati nella vocazione della persona, agente spirituale e libero, all’ordine dei valori assoluti e con un destino superiore al tempo».
Si tratta di richiami decisivi, da considerarsi in prospettiva universale e per questo ancora più importanti ben sapendo Maritain le innumerevoli violazioni dei diritti che si consumano nel mondo intero. Ecco perché appaiono decisivi anche altri richiami maritainiani. Tra i diritti della persona relativamente all’ordine internazionale «i più importanti sono il diritto di ogni Stato, grande o piccolo, alla libertà e al rispetto della sua autonomia, il diritto della fede giurata e della santità dei trattati, il diritto a uno sviluppo pacifico (diritto che, essendo valevole per tutti, richiede per attuarsi che si stabilisca una comunità internazionale avente potere giuridico e lo sviluppo di forme federative di organizzazione) » ( I diritti dell’uomo e la legge naturale, Vita e Pensiero, 1977). Un ordine di diritti purtroppo ampiamente disattesi se solo pensiamo, per fare esempi immediati, alla guerra in Ucraina e in Sudan, oltre che agli altri innumerevoli conflitti sparsi nel mondo, o alla privazione dei diritti in Afghanistan e in Iran.
La centralità dell’attenzione ai diritti nel pensiero di Jacques Maritain, nel suo imprescindibile richiamo alla visione unitaria della persona, può consentire inoltre di rileggere da un peculiare punto di vista la molteplicità degli interessi del pensatore francese che spaziano dall’educazione all’estetica, dalla filosofia morale alla politica, dall’epistemologia alla filosofia della natura fondandosi su una visione metafisica che rilegge originalmente l’insegnamento tomista. E può consentire anche di richiamare la sua vita che ha saputo attraversare molti mondi, nell’amicizia con figure importanti del mondo della filosofia, della cultura, dell’arte, della politica, della Chiesa (pensiamo tra tutte all’amicizia con Paolo VI), dalla Francia agli Stati Uniti e all’Italia (con il suo impegno di ambasciatore della Francia presso la Santa Sede), in una ricerca filosofica libera e aperta ai grandi interrogativi della vita (come testimoniano gli incontri nella sua casa di Meudon) sempre consapevole dei limiti dell’umano ma anche sempre convinta della grandezza di ogni persona e dell’apertura dell’umano al divino.
Da Dallas a Roma e Buenos Aires: un anno di eventi
Sono molte le iniziative che in tutto il mondo celebrano il cinquantenario della morte del filosofo Jacques Maritain, avvenuta a Tolosa il 28 aprile del 1973. In prima fila gli istituti che, a livello internazionale, proseguono la riflessione del pensatore e ne portano anche il nome Le celebrazioni culmineranno in un convegno internazionale che si terrà a Roma il 24 e il 25 novembre. Sarà l’occasione per un approfondimento sull’importanza e attualità del lascito del filosofo, su quanto è sorto ispirandosi al suo pensiero nel mezzo secolo trascorso, su quanto ancora si può fare per la diffusione del suo insegnamento e sulla necessità di non tralasciare ogni sforzo per realizzare quell’ideale di “umanesimo integrale” da lui trasmesso. In prima fila c’è l’Istituto internazionale “Jacques Maritain” di Roma, presieduto da Francesco Miano, ordinario di Filosofia morale all’Università di Roma “Tor Vergata” (del quale sopra pubblichiamo un intervento sull’attualità del pensatore amico di Paolo VI). Insieme agli istituti sparsi nel mondo in questo anno particolare l’Istituto dedicherà diversi momenti per ricordare l’opera e la vita di Maritain.
Ad esempio, da oggi a sabato, a Dallas (Texas), l’American Maritain Association, in collaborazione con la Dallas University, nel suo 46° Convegno annuale approfondirà l’attualità del filosofo francese. Gli accademici James Hanink, presidente dell’American Maritain Association, e Michael Torre (University of San Francisco, California) rifletteranno sui temi dedicati alla Chiesa e al mondo contemporaneo. L’Istituto “Jacques Maritain” argentino celebrerà i cinquant’anni dalla sua fondazione (contestuale alla morte del filosofo) con il convegno in programma il 3 maggio presso l’Università Cattolica di Buenos Aires (Uca) sul tema Jacques Maritain, actualidad y su pensamiento a 50 años de su partida. All’incontro, promosso da Maria Laura Picón, interverranno Oscar Beltran (Uca), Juan Peris Roig (Università di Valencia) e Julio Plaza, presidente dell’Istituto Maritain argentino e vicepresidente dell’Istituto internazionale. L’Istituto internazionale “Jacques Maritain” nasce nel 1974 per iniziativa di un gruppo di intellettuali e rappresentanti del mondo culturale, artistico, accademico, ecclesiastico e politico provenienti da tutto il mondo, che si richiamano idealmente alla riflessione del filosofo francese, convinti dell’importanza dell’ispirazione personalista di fronte alle sfide del mondo contemporaneo.
Nella sede dell’Istituto a Roma si trova la “Biblioteca della persona”, specializzata sul pensiero di Jacques e Raïssa Maritain e sul personalismo. L’Istituto ha relazioni operative con l’Unesco e uno statuto di collegamento con la Fao. Inoltre collabora con ong, governi e con altre agenzie dell’Onu. Nel 1999 è stata istituita presso l’Istituto la Cattedra Unesco in materia di “Pace, sviluppo culturale e politiche culturali”. Nel 2017 l’Istituto si è fatto promotore dell’istituzione della prima cattedra in Italia dedicata a Jacques Maritain che è stata inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella presso l’Università degli Studi della Basilicata.
Eugenio Raimondi
Di Francesco Miano da Avvenire di giovedì 27 aprile 2023
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