Quanti carri trionfali per questa edizione della festa della Bruna!
Nella bellissima cornice dei giardini del Museo Ridola, gremita di interessato popolo materano, nella tiepida sera di domenica 4 luglio è stata presentata la mostra sulle “famiglie” degli artigiani del carro: D’Antona, Conversi, Daddiego, Sansone, Pentasuglia… una bellissima esposizione di pezzi di carro, miniature di vecchi carri, graziosissimi carri di piccolissime dimensioni.
Ha preceduto la mostra una serie di stimolanti interventi che sono stati un ottimo invito alla visita della mostra: il dott. Bruno Caiella, presidente dall’Associazione “Maria SS. Della Bruna” – dopo aver ringraziato tutti coloro che con il proprio contributo materiale e supporto a livello di idee sono stati determinanti nella riuscita dell’allestimento della mostra – ha sottolineato l’attenzione della Direttrice del Museo, dott.ssa Anna Maria Mauro, per la stessa mostra prolungandola di propria iniziativa fino a tutto il periodo estivo.
Significativo l’intervento dell’Arcivescovo, S.E.R. Mons. Antonio G. Caiazzo: “quel passo dell’Antico Testamento, che parla dell’arca dell’alleanza trasportata su un carro trainato dai buoi per essere posta in luogo sicuro, prefigura il carro della Bruna che porta – per le strade della nostra città, sino in Cattedrale – Maria, arca della nuova alleanza”. La poesia “Visitazione” di Margherita Guidacci, declamata dal giovane, appassionatissimo della Festa della Bruna, Matteo Marchitelli, ha introdotto l’intervento del dott. Franco Moliterni, curatore di questa mostra così significativa, oltre che referente per le attività culturali dall’Associazione “Maria SS. Della Bruna”. Dopo il commento della poesia, Moliterni ha detto: “Se avessimo interpellato l’intera cittadinanza materana per ottenere pezzi di carri e altri elementi da mettere in mostra avremmo dovuto riempire l’intero Museo Ridola”. Ciò dismostra l’attaccamento dei materani per la “Festa” ed allo stesso tempo il senso dell’iniziativa.
Una gigantografia di Pino Cappiello datata 1966 accoglie il visitatore nella sala della mostra, che propone subito alcune foto della Madonna della Bruna: l’Odigitria (“Colei che indica la via”, attribuita a Rinaldo da Taranto, XIII sec.) che vediamo in cattedrale nel primo altare della navata nord. Quindi le foto delle due statue: quella che viene posta sul baldacchino in Cattedrale e l’altra che percorre le vie della città.
E poi la serie dei carri: pezzi interi ricavati dallo “strazzo”, miniature del maestro Mitarotonda sigillate in una teca, miniature in cartoncino della sig.ra Balice e poi la terracotta dipinta del sig. Parziale che riproduce in maniera altamente espressiva Piazza Vittorio Veneto e le Scale di S. Lucia affollate di materani (e non solo) al momento dello strazzo.
Di tanto in tanto gli utili e interessanti pannelli esplicativi che presentano gli artisti che negli anni hanno realizzato il carro: dal primo di cui si ha traccia, risalente al 1690, a quello non ancora completato che sta realizzando Uccio Santochirico sul tema «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua», di cui la mostra propone il bozzetto e un pezzo che del carro fa parte.
Una esposizione di valore e un progetto culturale pienamente riuscito quello curato dal dott. Moliterni per l’Associazione “Maria SS. della Bruna”, con il contributo di tanti materani, che porta a farci impossessare meglio delle radici della festa che per molti, i più giovani – forse – sono sconosciute. Una scelta sapiente quella di ospitare la mostra presso il Museo Ridola, punto di passaggio obbligato per tanti turisti, in particolare nel periodo estivo: ciò metterà anche chi viene da fuori Matera in grado di avvicinarsi a questa manifestazione locale così particolare, qual è la Festa della Madonna della Bruna, a cui il popolo materano è attaccato forse più di quanto lo sia ogni altra città alla propria festa.
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