Alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini, sono stati presentati i risultati di Matera Capitale europea della cultura 2019. Come annunciato con una news anche su questo giornale, l’evento, che è stato trasmesso il 19 aprile scorso in diretta streeming, si è svolto secondo le consuete modalità “a distanza” adottate nell’emergenza sanitaria e ha visto la partecipazione di esperti che hanno condotto nei mesi scorsi un lavoro di analisi per valutare la validità del progetto Matera 2019 e per per misurarne la produttività.
Nonostante il tono un po’ dimesso dell’evento – non poteva essere diversamente nell’imperversare del Covid19 – è stato comunque un momento molto importante. È stato il momento topico in cui, alla fine di tutto, si presenta il conto e si fanno le opportune valutazioni, per chiedersi se ne è valsa veramente la pena.
L’esperienza di Matera 2019 è stata ben sintetizzata dal Ministro Franceschini, secondo il quale nel 2019 Matera ha saputo dimostrare che è possibile rendere attrattivo il paesaggio e il patrimonio culturale dell’Italia intera e non soltanto limitatamente alle grandi città d’arte. E la dimostrazione sta proprio nel fatto che da questa esperienza ne sono sorte altre, come quelle delle Capitali italiane della Cultura e quella che sarà varata tra poco delle Capitali della Lettura e del Libro. Perché Matera ha saputo fare di quello culturale un riconoscimento ambìto da tutti.
Il Ministro ha poi dichiarato: «È stata una bellissima storia vincente, prima nella progettazione e poi nella gestione, con una crescita che durerà negli anni». Perché quella di Matera non è stata una meteora, come talvolta capita in eventi simili, ma si è aperta concretamente al futuro, come del resto recitava il binomio programmatico di “Open future”.
«L’immagine di Matera» ha detto inoltre il Ministro, «è oramai quella di una grande capitale culturale e turistica in tutta Europa e nel mondo». È anche una bella storia per tutto il Mezzogiorno: «Nel Sud ci sono due storie vincenti: il riscatto di Pompei e la grande affermazione di Matera che dimostrano che in quella parte d’Italia, facendo investimenti in termini di infrastrutture e di promozione, ci può essere davvero una crescita enorme che trainerà tutto il Paese sul fronte di turismo e sviluppo sostenibili».
Ma cosa ha reso possibile vincere una sfida che sembrava impossibile per una città povera di infrastrutture, poverissima di spazi culturali, addirittura priva di un teatro? Come ha detto Lucio Argano, Matera ha risposto a questa obiezione affermando il principio che le prime infrastrutture culturali sono le persone stesse e quindi ha lavorato su questo, sulle persone. Si è impegnata in questo l’intera comunità per tutto il corso dell’anno che ha visto la città nel ruolo di capitale europea. Gli esempi che si potrebbero fare sono tantissimi, forse il più spettacolare è stato quello, ricordato da Rossella Tarantino, della rappresentazione dell’opera lirica della “Cavalleria rusticana”, grande momento di partecipazione corale e attiva dei cittadini, o meglio di “co-creazione”, come gli inflessibili filologi di Matera 2019 esigono si dica.
“A Matera si produce cultura“. Report della Fondazione Matera-Basilicata 2019 di monitoraggio di Matera Capitale Europea della Cultura 2019
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