Viviamo in un tempo difficile e non passa giorno che non si parli di violenze con stupro, stupro con omicidio e via dicendo. Su questi fatti la gente esprime ogni sorta di parere: c’è chi, giustamente, condanna in maniera aperta e senza esitazione, c’è chi è buonista e le ritiene “goliardate”, c’è chi se la prende con le forze dell’ordine e chi con i genitori che fanno uscire di sera le figlie.
La società odierna è soffocata da queste situazioni che presuppongono delle responsabilità che sono diverse, molte e tante. E’ colpa dei media che informano e deformano, della scuola che non forma, dei genitori che fanno i giovanilisti e non trasmettono valori lasciando ai media il ruolo dell’educazione. Purtroppo, non va meglio dal lato istituzionale perché ogni tanto si sentono bestialità rilanciate sui social, dalle televisioni dove si raccontano storie di lupi che ghermiscono i cappuccetto rosso che a loro volta subiscono violenze solo perché si permettono colpevolmente di uscire la sera. Anche in questo caso bisognerebbe evidenziare non solo l’importanza della giusta prudenza, che le ragazze dovrebbero usare sempre, ma sarebbe anche opportuno insegnare il rispetto ai potenziali stupratori. Il sogno è di avere una società in cui una ragazza che si trovi in difficoltà per ubriachezza o altro sia aiutata a ritornare a casa.
Non si può sottacere l’importanza di una collaborazione fattiva, concreta e intelligente tra scuola e famiglia: perché, per ottenere un’effettiva formazione dei giovani, la scuola non può educare senza la collaborazione, la presenza attiva e consapevole dei genitori.
Circola su facebook un post il cui contenuto potrebbe essere una bufala oppure inventato di proposito, tuttavia è comunque molto significativo il messaggio che trasmette:
“Un detenuto condannato alla pena di morte in attesa dell’esecuzione, ha espresso come ultimo
desiderio una matita e carta. Dopo aver scritto per diversi minuti, il condannato ha chiamato la
guardia carceraria e ha chiesto che questa lettera fosse consegnata alla sua madre biologica”.
La lettera tra l’altro diceva:
“Mamma, se ci fosse più giustizia in questo mondo saremmo entrambi giustiziati e non solo io. Sei
colpevole quanto lo sono io per la vita che sto conducendo.
– RICORDI quando ho rubato e portato a casa la bici di un ragazzo come me?
Mi hai aiutato a nasconderla, così che mio padre non lo scoprisse.
………..
………..
Mamma, ero solo un bambino che aveva bisogno di correzione, non di approvazione. Ma ti
perdono lo stesso!”
Firmato: tuo figlio delinquente.
La riflessione che ne scaturisce può essere meglio chiarita dal sapere di alcuni grandi uomini:
L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo ( Nelson Mandela);
Istruzione e rimprovero cominciano nei primi anni dell’infanzia e durano fino a l’ultimo giorno di
vita (Pitagora);
Educare i bambini, affinché non sia necessario punire gli adulti (Pitagora).
A tal proposito pare opportuno riportare quanto Papa Francesco ha detto in occasione del premio ricevuto “E’ giornalismo” del 2023: “l’urgenza di una comunicazione costruttiva, che favorisca la cultura dell’incontro e non dello scontro; la cultura della pace e non della guerra; la cultura dell’apertura verso l’altro e non del pregiudizio”. Inoltre mette in guardia anche dai “peccati del giornalismo”: disinformazione, calunnia, diffamazione non risparmiando le reti social che possono comportare pericoli derivanti da “pratiche disumanizzanti di matrice tecnocratica, come la diffusione deliberata di notizie false, le fake news, il fomentare atteggiamenti di odio e divisione – la propaganda “partitistica” –, la riduzione delle relazioni umane ad algoritmi.”
Guerra, pace, ambiente, beni del creato, sono tutti argomenti che si intrecciano in un abbraccio a volte mortale per questa nostra società. Infatti, il Papa, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato (che è iniziata il 1° settembre con la Festa del Creato e si conclude il 4 ottobre con la Festa di San Francesco d’Assisi), ha annunciato di voler aggiornare l’enciclica “Laudato si’” rispetto ai problemi attuali. E’ molto significativa la seguente espressione contenuta nel messaggio: “Dio vuole che ciascuno cerchi di essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in pienezza”.
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