L’adolescenza, tempo di vita in cui siamo chiamati ad intervenire con il nostro compito educativo, è un fenomeno complesso, caratterizzato da mille variabili e da numerosi interrogativi. Come insegnanti, siamo tenuti ad andare sempre “oltre la nostra esperienza”, perché ogni classe ed ogni alunno saranno sempre differenti.
L’adolescenza, del resto, è una fase in cui il soggetto vive in modo particolarmente intenso, dal punto di vista cognitivo ed emozionale, il rapporto fra Sé ed i contesti di vita, e tra quei contesti di vita, la scuola riveste un ruolo di assoluta centralità.
Viviamo in un tempo sottoposto a rapidi e continui mutamenti, in cui sembra dominante una certa pedagogia che ha ridotto progressivamente l’educazione a mera socializzazione, nonché a trasmissione tecnica di saperi e di particolari “abilità”. In questo modo ci siamo come dimenticati che la vera posta che è in gioco nell’educazione è un ideale di umanità, un ideale antropologico, tutta una tradizione, una storia, che ci interpellano e di cui dobbiamo farci carico, ognuno con la propria libertà. Anziché puntare su un percorso formativo della persona, ci si è, spesso e per fortuna non sempre, affidati a una pedagogia che ha prodotto soltanto metodologismo, neutralità delle nozioni e dei valori insegnati, disinteresse psicologico e relativismo ideologico, e talvolta nessuna vera formazione.
Il contesto sociale e l’evoluzione della nostra società ha portato numerosi cambiamenti anche nella scuola.
Parlare di “adolescenza”, oggi, può essere attualmente riduttivo, poiché la prospettiva che vede l’individuo “membro di una cultura”, ed a sua volta produttore di micro-culture generate e condivise con altri nei contesti della vita quotidiana, deve far riflettere sull’ipotesi che esistano “tante adolescenze”, difficilmente riconducibili alle tipologie presenti sui manuali di psicologia.
Sappiamo che l’adolescenza è quella fase dell’esistenza umana che segna la transizione fra l’infanzia e lo stato adulto. L’adolescenza, ad ogni modo, è – si – un periodo specifico all’interno della prospettiva psicologica ‘dell’arco di vita’ ma è anche una fase in cui si consolidano le esperienze degli anni precedenti come momento di preparazione degli strumenti cognitivi, emozionali, sociali utili per affrontare le altre fasi della vita. Per cogliere i molteplici aspetti dell’adolescenza è utile riconoscere che ogni individuo, ragazza o ragazzo, deve superare numerosi problemi (o difficoltà) legati al fatto stesso di crescere nell’ambiente in cui vive. Nella letteratura specialistica si parla di “compiti di sviluppo” per indicare alcuni problemi specifici che si pongono agli adolescenti. Non essendo i compiti di sviluppo difficoltà immutabili per ogni adolescente, ma presentandosi sempre in maniera differente, secondo la realtà in cui ogni individuo cresce e si sviluppa, sarebbe interessante approfondire come vengono affrontati i diversi compiti di sviluppo e dove conducono nell’arco della vita. Inoltre, com’è chiaro, la vita quotidiana, nelle case e nelle aule, è un luogo importante per favorire la costruzione di strumenti cognitivi e relazionali importanti, quindi muovendo dal quotidiano di ogni alunno, si potrebbe tentare una nuova forma di approccio, di vicinanza e di intervento che potrebbe, speriamo, risultare utile non solo per la vita, la crescita e la formazione degli allievi ma anche necessaria per la vita della intera classe !
Ogni alunno si avvicina al sapere con il proprio modo di essere, con un patrimonio di conoscenze e abilità molto diversificato, condizionato dall’ambiente in cui vive, dagli strumenti a sua disposizione, dalle esperienze vissute.
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