La parola d’ordine per questo Natale 2024 è Speranza. É la chiave che apre le porte del cuore, che fa guardare oltre, che non permette di rimanere impantanati nelle miserie umane, né chiusi nella tristezza di una umanità ferita da guerre e violenza.
Speranza è la virtù bambina, come piccolo, bambino si è fatto Dio in Gesù nato a Betlemme; con lui è nata la vita vera, la pace del cuore abitato da Dio, la speranza di vivere oltre la vita, la gioia di sapere che siamo amati.
La speranza cristiana è sperare contro ogni speranza umana, è attendere l’inatteso, accogliere il Veniente che mai avremmo sperato venisse, eppure ci è stato promesso ed è venuto e viene.
Il Natale non ha niente di magico, come magari vorremmo che fosse, anzi, è di un realismo sconvolgente: una donna che dà alla luce un figlio e in quel figlio non c’è solo la speranza che cresca, ma che sia speranza per tutta l’umanità.
Dentro le macerie di una umanità ferita, devastata, dalla guerra nasce ancora un Bambino, rinasce la vita. Dentro la desertificazione di un mondo che non ha più cura della casa comune, nasce ancora un filo d’erba. Dentro una umanità che ha smarrito il senso dell’umano, Dio decide ancora di farsi uomo, perché ha ancora fiducia nell’uomo.
Siano pellegrini di speranza in questo anno giubilare per i 2025 anni dalla nascita di Gesù, perché la speranza non è immobilismo, attesa passiva, ma un cammino verso la meta: la pienezza della vita; un cammino insieme, con tanti compagni di viaggio che sono i santi e i santi della porta accanto, che sono gli uomini e le donne di questo nostro tempo.
Il Giubileo, che inizia con l’apertura della Porta santa, apre la porta della speranza. Come ogni porta ha una soglia, un dentro e un fuori, un entrare e un uscire per incontrare Dio e gli uomini. Varcare quella soglia ci permette di entrare nel cuore di Dio, nelle sue viscere di misericordia, nella sua tenerezza di Padre.
Ci permette anche di uscire incontro agli uomini che sono nostri fratelli, per guardarli con occhi nuovi, con lo sguardo misericordioso di Dio, con il desiderio di superare divisioni e discordie e di instaurare relazioni nuove.
Speranza è più di una parola, è un volto, una carne, una realtà, una persona: è Gesù, Dio fatto uomo.
Sperare, più che di un futuro, è voce di un avvenire, di un Dio che ci viene incontro, è certezza che Egli non verrà meno alle sue promesse.
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