Continua a sopravvivere a Matera città con discreta partecipazione di popolo di Dio, la tipica processione cittadina del venerdì santo con Gesù morto e la Vergine addolorata.
Un’iniziativa tenuta viva dalla confraternita di “Gesù flagellato“.
Un corteo che tiene viva la memoria, per le vie del centro storico, dell’evento che ha cambiato il corso della storia: l’offerta del Figlio di Dio per la salvezza dei peccatori, pregando e cantando.
La processione, presieduta dal nostro arcivescovo S. E. Mons. Antonio G. Caiazzo, partiva alle ore 20 dalla chiesetta di S. Biagio dove sono depositate le statue di Cristo flagellato, Gesù morto e l’Addolorata, portate in processione e percorreva via T. Stigliani, via XX Settembre, piazza V. Veneto, via delle Beccherie, piazza del Sedile, piazza S. Francesco, via del Corso, piazza V. Veneto e via S. Biagio, sino alla chiesetta di S. Biagio.
È stata pregata la Via Crucis in 10 stazioni ideata dal nostro arcivescovo all’indomani del naufragio avvenuto sulle coste della sua terra dove, a pochi metri dalla riva di Steccato di Cutro, un centinaio di persone hanno trovato la morte e la fine di un sogno, intercalando ogni due stazioni un mistero (doloroso) del S. Rosario. Lo stesso schema adottato in tutti i paesi delle Diocesi di Matera e Tricarico, mentre su indicazione dei vescovi italiani dappertutto l’intenzione di preghiera è stata per i migranti.
Apprezzate le riflessioni, e il numero, non eccessivamente elevato di popolo, complice il freddo, ha consentito una migliore gestibilità dell’evento.
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