La Pasqua nell’arte

Con la Domenica delle Palme inizia la settimana di passione. È un momento importante che l'arte, soprattutto pittorica, ha rappresentato in tanti modi. Gesù entra a Gerusalemme.

Si avvicina la Pasqua, un momento importante per noi cristiani ma anche per tutta l’umanità. Il valore della rinascita e del risveglio della vita acquistano un significato più importante per ciò che l’umanità sta vivendo in questo anno domini 2022. Con la pandemia ancora presente è arrivata la guerra. Prima di affrontare l’argomento che ci eravamo prefissati, già molto prima dello scoppio della guerra in Ucraina, – cioè come la Pasqua è stata rappresentata nell’arte durante il corso dei secoli – riteniamo giusto fare una breve riflessione sul triste momento che stiamo vivendo.

In questo avvicinamento alla resurrezione di Cristo, nel mondo presente, assistiamo all’assalto dell’impero “sovietico” all’Ucraina. Putin, da dittatore, giustifica la sua invasione con l’ennesimo ricorso alla storia, ci mette di fronte a fatti sproporzionati rispetto alla concezione di una normale convivenza civile. Possiamo discutere e analizzare all’infinito le cause lontane e vicine, ma nessuna causa o motivazione può giustificare quanto si è costretti oggi a registrare con sgomento ed un senso di impotenza. Nessuno può negare che l’Occidente abbia potuto commettere degli errori, ma situazioni analoghe, a cui potremmo fare riferimento, non possono giustificare la realtà che stiamo vivendo. Senza dubbio l’errore commesso dall’Europa è quello di aver pensato che con la fine della Unione Sovietica i paesi che ne facevano parte potessero diventare di colpo e in modo indolore satelliti dell’Occidente.

Quali argomentazioni potevano convincere i vecchi stati dell’Unione Sovietica a restare nell’orbita di un’oligarchia corrotta apparsa con la creazione della nuova Russia? Si sostiene che non sono stati capaci di costruire vere democrazie, ma se anche fosse vero, ci dovremmo chiedere in che modo l’ Europa ha aiutato questi paesi ad emanciparsi? Questo però è un altro discorso. Per non parlare delle critiche rivolte a Papa Francesco, che non avrebbe condannato esplicitamente l’aggressore. Il Papa giustamente ha svolto un ruolo al di sopra delle parti per porre fine alla guerra e invitare le parti in causa a sedersi intorno a un tavolo per la ricerca di una soluzione di pace.

I temi legati al periodo pasquale sono stati da sempre all’attenzione particolare degli artisti e di personaggi illuminati che apprezzano l’arte. Con la Domenica delle Palme inizia la settimana di passione. È un momento importante che l’arte, soprattutto pittorica, ha rappresentato in tanti modi. Gesù entra a Gerusalemme e viene accolto come il Messia da una folla festante al grido di “Osanna, benedetto colui che viene nel nome del Signore”.

L’ingresso di Gesù a Gerusalemme dal Codex Purpureus Rossanensis conservato a Rossano nel Museo diocesano e del Codex

Le opere, i capolavori artistici che riguardano i temi della passione, morte e risurrezione di Cristo sono tantissimi, e ogni artista ha di volta in volta inserito elementi interpretativi della propria personale ispirazione che attraverso dei semplici dettagli, cercano di rappresentare nientemeno che il mistero della Resurrezione. Nei Vangeli leggiamo che Gesù fu crocifisso nei giorni della festa della Pasqua ebraica. Nella prima lettera ai Corinzi, San Paolo, dice che Gesù morì “per i nostri peccati” e, sempre San Paolo,  dice inoltre che “fu sepolto e il terzo giorno è resuscitato secondo le scritture”. Con la “visita al sepolcro” di Maria Maddalena e di altre donne, ha inizio la Pasqua di Risurrezione. Loro scopriranno il sepolcro ormai vuoto, nell’alba del giorno dopo il sabato.

Uno degli affreschi più importanti ed emozionanti è quello di Giotto, qui sotto rappresentato. E’ un capolavoro che ti provoca profonde emozioni e riflessioni.

Giotto- L’ingresso di Gesù a Gerusalemme – Cappella degli Scrovegni a Padova

Per chi ha avuto modo di vederlo da vicino, questo meraviglioso affresco, che si trova della Cappella degli Scrovegni a Padova, ne è rimasto estasiato per i significati che esso esprime. E’ una raffigurazione di una bellezza sorprendente e prodigiosa per il suo tempo. Possiamo osservare la vitalità della rappresentazione, con le diverse reazioni del popolo di Gerusalemme al passaggio di Gesù: due figure che si sono arrampicate sugli alberi per prendere dei rami da agitare al passaggio di Gesù, altri che si inchinano, altri che osservano, scrutano. L’altra raffigurazione straordinaria, che fa soffermare lo sguardo, è rappresentata dall’asina che porta Gesù. Questa sembra avere una espressione umana, sorridente, come se fosse consapevole del compito che sta svolgendo. Crediamo che non si possa fare a meno di partire da questo affresco, che segna l’inizio della settimana di passione, per affrontare le successive fasi, sino alla Resurrezione di Gesù.

Riteniamo opportuno precisare che molti soggetti e motivi religiosi cristiani, hanno dovuto seguire un articolato percorso prima di poter raggiungere una più libera rappresentazione e ciò ha impedito di fatto agli artisti di intervenire nell’interpretazione, come avrebbero voluto, perché dovevano attenersi a determinate regole codificate e imposte dalla committenza. Importante in tal senso è stata l’omelia di Paolo VI tenutasi nella “Messa degli Artisti” giovedì 7 maggio 1964.

Il giorno di Pasqua, l’evento della Resurrezione, viene narrato nei Vangeli, con il riguardo dovuto a un accadimento inspiegabile, inaudito, indecifrabile anche per gli stessi discepoli e per i seguaci di Gesù di Nazaret. La complicità tra le autorità religiose e politiche portano Gesù ad essere ingiustamente crocifisso. Marco, Matteo, Luca e Giovanni descrivono, con il ricordo della memoria, lo sconcerto dei discepoli e dei seguaci di Gesù intorno agli eventi accaduti a Gerusalemme: Colui che aveva promesso la salvezza per Israele, l’Uomo che aveva annunciato la riedificazione del tempio, viene poi condannato alla morte sulla croce. Il suo corpo non si era più ritrovato dentro il sepolcro custodito dai soldati romani.

Ma forse quei racconti, quell’incertezza nel disegnare i confini di un evento sperato ma non testimoniato, quelle parole che lasciano nell’ombra della notte la verità dei fatti, vogliono soltanto, forse anche consapevolmente, suggerire che non è la realtà fattuale che conta, bensì la verità di salvezza, che ha dato senso alla storia terrena di un uomo chiamato Gesù, vissuto nella Palestina sotto il dominio di Roma.

Tutta l’arte cosiddetta cristiana, sia di Oriente che  di Occidente, ha provato a narrare visivamente la grandezza di questo sogno, di questo avvenimento. Ripercorrere i suoi momenti cruciali, così come sono narrati nei quattro Vangeli, è ciò che vogliamo raccontare.

Il giorno della Resurrezione si avvicina e, nel viaggio che stiamo per intraprendere, dobbiamo tutti pregare affinché per la giornata di Pasqua le armi tacciano e ritorni la Vita.

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Domenico Infante

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