La Natività è un viaggio nei secoli, che attraverso i grandi capolavori è stato rappresentato come il legame più antico e profondo dell’umanità. La nascita di Gesù rappresenta ed è il mistero della vita, è l’evento che ha cambiato la storia del mondo. La Natività nella pittura, nella scultura, nel cinema e nella letteratura, ha rappresentato il senso per rintracciare, attraverso le diverse sfumature, un evento che ha cambiato la vita di ognuno di noi. La festa del Natale è la vita e in essa l’uomo trova il suo senso più profondo. La sfida di rappresentare il significato di questo momento, il nuovo rapporto che si costruisce tra umano e divino, sono stati affrontati da generazioni di artisti, in ogni campo, ma soprattutto nella pittura, per dare forma visibile alla nascita, da dove tutto ha avuto inizio. Chi, se non l’arte, poteva farsi carico e riuscire in questo compito difficile della rappresentazione di un mistero, il segno con cui Cristo entra nella scena del mondo?
L’elaborazione di queste immagini segna, come accennato, un percorso nei secoli, attraversato da un profondo sentimento di fede, in cui il mistero della nascita di Gesù è collocato in una prospettiva sempre più umana. Rivisitare questo percorso significa ricercare l’antico messaggio insito della festa del Natale e, insieme, tracciare quella via che porta alla sua riscoperta. Andrea Dall’Asta (filosofo, teologo e architetto) nel suo libro dal titolo “Nascere – il Natale nell’arte” così scrive: “l’arte, e in particolare l’arte sacra, si rivelerà perfetta alleata per chi volesse dare nuova attualità, nel mondo d’oggi, ai simboli del Natale, rivelandone il senso più profondo”. Tanti pittori dal Medioevo al Rinascimento, dal Barocco all’arte contemporanea, si sono cimentati nel delicatissimo tema creando dei veri e propri capolavori senza tempo. L’arte sacra italiana, con le sue rappresentazioni della Natività, ci invita a un viaggio visivo, ad una riflessione per ridare al Natale il suo vero significato, che ne arricchisce la sua celebrazione. Le opere d’arte non sono solo belle da un punto di vista estetico, ma sono veicoli di meditazione, di spiritualità e di riflessione, che devono guidarci verso una più profonda comprensione di ciò che rappresenta il Natale.
Padre David Maria Turoldo, grande figura del secolo scorso, sempre dalla parte degli ultimi, tra i primi a intravedere che occorreva stabilire un nuovo equilibrio non depredatorio tra umanità e natura, se si volevano assicurare condizioni di vita e di pace sulla terra, scrisse dei versi, indimenticabili sul vero significato del Natale:
Vieni, Signore
Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e, dunque, vieni sempre, Signore,
Vieni, Tu che ci ami:
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con Te, o Signore.
Noi siamo lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore,
vieni sempre, Signore.
Il Natale è ormai prossimo, la sua celebrazione, in questa ora così oscura della nostra esistenza, potrà condurci verso un presente e un futuro di pace solo nella consapevolezza che tutto dipende da ciascuno di noi, abbandonando l’individualismo, l’egoismo e la rassegnazione, ritrovando un impegno comune per dare senso ad un giorno che è Vita.
E’ possibile, per un attimo, allontanarci dalle luci, dai regali, dallo spreco, dal superfluo e dall’effimero, e tornare a riflettere su cosa sia oggi, nel terzo millennio, il Natale? Cosa dobbiamo trarre da queste riflessioni? Bisogna pensare a qualcosa che ci conduca a dare al Natale il suo vero significato. Logos, dopo questo periodo natalizio, in cui i popoli e la nostra casa comune la Terra stanno vivendo uno dei momenti più difficili, e nel prepararsi per il prossimo Natale, propone, a chi ne ha le competenze, per riscoprirne la sua vera essenza, una iniziativa in cui invitare giovani artisti a cimentarsi nella rappresentazione della Natività. Natività interpretata nel terzo millennio per comprendere se ha conservato il suo immenso valore. Inoltre, coinvolgere anche le scuole di ogni ordine e grado e l’università, con un elaborato, una forma artistica scelta liberamente, e momenti di confronto, per capire come vivono e cosa pensano le nuove generazioni del Natale.
Nell’esortazione apostolica “Laudate Deum” diffusa il 4 ottobre 2023, riferendosi alla crisi climatica, Papa Francesco afferma: “non reagiamo abbastanza” poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”. Questa affermazione “non reagiamo abbastanza” può essere usata anche in riferimento al Natale, rispetto alla sua mercificazione, a messaggi che veicolano solo fatti economici e profitti, che ne snaturano il significato?
Papa Paolo VI ci ricorda che per celebrare adeguatamente il Natale dobbiamo rivivere ciò che è accaduto nella meravigliosa notte di Betlemme e rinnovare i sentimenti e gli atti che hanno composto quella sublime scena evangelica (25 dicembre 1964, Parrocchia Romana di San Raffaele Arcangelo). È fondamentale preservare e custodire l’autenticità religiosa del Natale (Udienza generale del 17 dicembre 1969).
Pensarci, in fondo, non costa nulla, ma potrebbe essere un passo importante per la Diocesi, per la Chiesa, per ristabilire un rapporto con l’arte e con le nuove generazioni.
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