La meta della pace non come mezzo per far cessare la guerra, ma come nuovo inizio di un mondo migliore

Il 1° gennaio si festeggia la 58^ Giornata Mondiale della Pace che quest'anno ha per tema: "Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace". A Pesaro, il 31 dicembre, si è tenuta la tradizionale marcia per la pace.

L’anno 2025 si apre con l’evento del Giubileo della Speranza e ognuno di noi sa di quanta speranza e ottimismo avremmo bisogno. E’ giunto il momento di costruire una società della cura, dei beni comuni, della distribuzione equa della ricchezza e della nonviolenza tra i popoli. Quale momento migliore dell’anno del Giubileo per abolire la guerra e le armi dalla vita degli uomini? E il Messaggio di papa Francesco sul tema “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”, emesso in occasione della 58ma Giornata Mondiale della Pace – che si celebra il 1° gennaio 2025 – va in questa direzione.

In quest’anno giubilare, Papa Francesco invita “la comunità internazionale a intraprendere azioni di condono del debito estero, riconoscendo l’esistenza di un debito ecologico tra il Nord e il Sud del mondo. È un appello alla solidarietà, ma soprattutto alla giustizia”.

“Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune”. Ed elenca i fattori di una concreta minaccia per l’esistenza dell’intera umanità: le disparità di ogni sorta; il trattamento disumano riservato alle persone migranti; il degrado ambientale; la confusione colpevolmente generata dalla disinformazione; il rigetto di ogni tipo di dialogo; i cospicui finanziamenti dell’industria militare.

Il messaggio, dunque, è che sono necessari e non più rinviabili “cambiamenti culturali e strutturali, perché avvenga anche un cambiamento duraturo”. “Il cambiamento culturale e strutturale per superare questa crisi avverrà quando ci riconosceremo finalmente tutti secondo una logica di responsabilità condivisa e diversificata”.

Le novità del messaggio che Papa Francesco rivolge al mondo intero sono:  

  • La pace non come fine della guerra, ma come inizio di un mondo nuovo. La pace che significa guidare per creare politiche, progetti, dialoghi e leadership di Pace.
  • Un cambiamento profondo nel modo in cui gli uomini, le donne e le organizzazioni pensano alla pace.
  • Adeguamento dei livelli di coesione sociale, e capacità di creare un lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito.
  • La pace deve essere la meta dell’umanità, e la responsabilità e il dialogo devono rappresentare la prassi per liberarci dal debito, dalla pena di morte e dalle armi.

Il modo per raggiungere questi obiettivi dipende dal profondo cambiamento dei presupposti economici e sociali, mettendo in atto delle azioni fondamentali.

Gli elementi economici che la Chiesa indica sono: liberare i paesi dal debito internazionale; liberare il mondo dalla spesa in armamenti; realizzare una nuova politica finanziaria mondiale.

Gli elementi sociali non più rinviabili sono: mettere fine alle disparità e alle disuguaglianze; porre fine ad azioni disumane la cui massima espressione è la pena di morte; liberarsi dalla disinformazione; operare contro il degrado ambientale.

Affinché tutto questo accada occorre recuperare la responsabilità sia personale che collettiva e fare del dialogo l’azione sociale e politica. La meta della pace è un obiettivo fondamentale e irrinunciabile perché in questa fase storica sono in corso nuovi e diversi modelli dell’assetto geopolitico mondiale. Dopo la caduta del muro di Berlino, nel mondo si è imposto un unico modello economico, quello occidentale e neoliberista. La competizione mondiale che ne è scaturita non è stata vinta dai paesi che l’avevano propugnata, bensì da altri tra cui la Cina, l’Arabia Saudita, la Russia. Ma quando, dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008, la solvibilità finanziaria occidentale è entrata in crisi, i Paesi creditori hanno acquisito il controllo sulle grandi società occidentali, il blocco dei paesi debitori ha scatenando uno scontro fatto a colpi di sanzioni, dazi e tariffe, che ha provocato una enorme disparità tra pochi ricchi e il resto dell’umanità.

Purtroppo, ed è quello che è accaduto, le guerre economiche e finanziarie hanno fatto da prologo a quella che Papa Francesco chiama terza guerra mondiale a pezzi. L’Occidente, a seguito della perduta supremazia economica, sta cercando di difendersi con la supremazia militare. Il risultato che si sta determinando è un periodo di non pace e di instabilità economica e sociale.

In questo terzo millennio non c’è altro obiettivo primario se non la PACE. Nel documento giubilare, che ha per tema “Pellegrini di speranza”, si asserisce che “coloro che intraprenderanno, attraverso i gesti suggeriti, il cammino della speranza potranno vedere sempre più vicina la tanto agognata meta della pace. Quando mi spoglio dell’arma del credito e ridono la via della speranza a una sorella o a un fratello, contribuisco al ristabilimento della giustizia di Dio su questa terra e mi incammino con quella persona verso la meta della pace. Come diceva S. Giovanni XXIII, la vera pace potrà nascere solo da un cuore disarmato dall’ansia e dalla paura della guerra”.

L’augurio che Francesco fa al mondo intero è“Che il 2025 sia un anno in cui cresca la pace! Quella pace vera e duratura, che non si ferma ai cavilli dei contratti o ai tavoli dei compromessi umani”. E il documento si conclude con l’invito “al disarmo del cuore che è un gesto che coinvolge tutti, dai primi agli ultimi, dai piccoli ai grandi, dai ricchi ai poveri. Infatti, la pace non giunge solo con la fine della guerra, ma con l’inizio di un nuovo mondo, un mondo in cui ci scopriamo diversi, più uniti e più fratelli rispetto a quanto avremmo immaginato”.

Per la 58^ Giornata Mondiale della Pace, a Pesaro, la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, la Caritas Italiana, l’Azione Cattolica, Pax Christi Italia, il Movimento dei Focolari, l’Agesci, le Acli, Libera con l’Arcidiocesi di Pesaro e di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado hanno organizzato il 31 dicembre una marcia nazionale per la pace. Lungo il percorso si sono alternate testimonianze e letture di brani che richiamavano il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace sul tema: “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace”.

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Marino Trizio

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