La marcia nazionale per la pace, un tentativo di placare gli animi

Si potrà avere una vera pace fino a quando c'è una guerra così distruttiva e tragica come quella nella vicina Ucraina? Si terrà il 31 dicembre ad Altamura la 55ª marcia nazionale per la pace, organizzata dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace

E’ un ulteriore tentativo che la Chiesa italiana fa dopo un’incessante opera di persuasione che Papa Francesco  sta conducendo sin dall’insorgere di questa guerra assurda e fuori dalla storia degli uomini e dei popoli.

La Chiesa italiana per stare vicino alla popolazioni ucraina, dare il proprio sostegno e organizzare al meglio la rete di solidarietà, sarà presente il 3 gennaio a Leopoli  con mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, accompagnato dal direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello.

Allo scopo di dare un impulso alla comprensione del vero senso della pace, ad Altamura il 31 dicembre si terrà la 55ª marcia nazionale per la pace, organizzata dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, Caritas Italiana, Azione Cattolica Italiana, Pax Christi Italia, Movimento dei Focolari con la Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.

Dopo la Veglia di preghiera a Bari lo scorso 21 dicembre, questo appuntamento – che si svolgerà sui passi di don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e già presidente di Pax Christi – rilancia l’impegno per la pace, ancora più urgente in un momento di confitto e di forti tensioni internazionali.

La marcia prenderà il via alle 15 presso la Casa Circondariale e terminerà in Cattedrale alle 21 con la celebrazione eucaristica che sarà trasmessa in diretta su Tv2000. Alcune tappe riprenderanno il tema del Messaggio per la 56ª Giornata Mondiale della Pace: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”.

“Nella convinzione che la pace sia il bene supremo che tutti insieme vogliamo e dobbiamo costruire, l’iniziativa – sottolineano i promotori – vuole essere l’occasione per proporre una rinnovata cultura della pace nel contesto attuale e per fare nostro lo stile della condivisione che proviene da Altamura, città del pane”.

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Domenico Infante

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