La favola della fighter materana Debora Fiorino, unica lucana ai Campionati WAKO di kickboxing

Non ditele che pratica uno sport che non è considerato femminile, altrimenti rischiate di farla arrabbiare sul serio: la fighter materana Debora Fiorino, classe ’98, la kickboxing la adora tanto da essere diventata campionessa italiana di Low Kick e, a ottobre, sarà l’unica lucana nella Nazionale italiana ai campionati del mondo WAKO.

“Credo che la kick, a differenza del pensiero comune, sia molto femminile. Eppure continuo a sentire battutine e commenti mai richiesti, del tipo: “Sei una ragazza, sei così dolce e gentile, perché pratichi questo sport?” La kick non è uno sport che ti fa diventare rude o maleducato, è totalmente il contrario: ti dà il controllo, è uno stile di vita, non è solo uno sport. Capitava che mi facevo male – niente di grave – e andavo a farmi i raggi in ospedale. I medici e gli infermieri mi ripetevano: “Ma chi te lo fa fare”. Sono andata avanti per la mia strada tranquillamente e non mi sono lasciata influenzare, per fortuna”.

Debora predilige il low kick, un colpo che cerca di mettere sempre “perché i giudici lo vedono subito, è un punto sicuro”. Agguerrita, con le idee chiare, piena di grinta, è laureata in Mediazione linguistica. Si è avvicinata alla kick in seconda media, a 12 anni, dopo aver praticato a lungo nuoto, danza e tennis: “Volevo cambiare sport, il nuoto mi aveva stancata. La palestra, la Dynamic Center del maestro Biagio Tralli era vicino casa. In famiglia erano un po’ contrari, mio padre diceva: “Sei una ragazzina, lì sono tutti maschi”. Avevo visto i video di Biagio, conoscevo la sua storia, il suo amore per la kick. Mi ha fatto appassionare “da lontano”, poi sono andata e l’ho conosciuto di persona. Mi sono innamorata della kick il primo giorno in cui sono entrata nella Dynamic Center, mi ha colpita subito. Non vedevo l’ora di provare. Ho iniziato ad allenarmi sempre di più, la prima gara l’ho fatta due anni dopo”.

Cosa hai provato al prima volta che sei salita sul ring per una competizione?

“In realtà la mia prima competizione è stata sul tatami, nel 2014. Ho perso l’incontro di contatto leggero, era un campionato interregionale. Mentre gareggiavo, tutto ciò che avevo imparato nell’allenamento volevo metterlo a frutto. È stato normale perdere, mancava l’esperienza. Si impara di più perdendo che vincendo. Quando perdo riguardo il video con il maestro per capire cosa non è andato. La prima volta sul ring mi sono sentita un passo più avanti. Avevo molta paura di farmi male, dovevo ancora abituarmi all’intensità dei colpi da ring che è diversa dall’intensità dei colpi sul tatami. La mia avversaria ha tirato molto forte, e io mi sono un po’ spaventata. Mi sono fatta forza e mi è andata bene, l’incontro l’ho vinto”.

Cosa ti ha dato la kick?

“La kick mi ha dato tantissima autostima. Da ragazzina, da adolescente ero molto timida e gareggiando, esponendomi agonisticamente ho acquisito autostima, sono diventata più sicura nel fare le cose quotidiane, nell’uscire, nel parlare con la gente… Può sembrare stupido ma da adolescenti si affrontano fasi che non sono facili. La kick mi ha aiutata molto a superare quei piccoli problemi che non facevo nemmeno vedere alla gente. Io mi sento di dire grazie alla kick.

Mi ha dato sicurezza anche con lo studio, mi allenavo il pomeriggio, se non avevo finito i compiti  del liceo li facevo la sera e non mi pesava. Dagli allenamenti rientravo felice: ero stanca morta facevo ma studiavo e, se necessario, mi alzavo alle cinque. Non avrei mai rinunciato né agli allenamenti né allo studio. Infine, la kickboxing mi ha dato un certo tipo di resistenza sia fisica sia mentale. Quando mi capita un qualsiasi problema cerco di non vederlo come una tragedia ma di affrontarlo come se fossi sul ring, concentrata”.

Cosa rappresenta per te il maestro Tralli?

“Da quando lo conosco, Biagio per me rappresenta una guida, non solo nello sport. È proprio un maestro di vita perché lui si interessa anche della tua vita personale, ti aiuta nel quotidiano, gli puoi parlare di tutto, è sempre disponibile. È calmo e anche umile e queste due sono le qualità che lo rendono grande. Cerco di prendere ispirazione da lui, “la calma è la virtù dei forti”, ripete. È un secondo padre – lo è stato e spero lo sarà ancora – per me, come anche per altri ragazzi.”

Pur essendo andata a Siena per studiare, la kick in un certo senso l’hai portata con te. Sei riuscita a trovare una palestra all’altezza della Dynamic Center di Matera?

“Nel 2017, ancora prima di andare a vedere la casa e l’università a Siena sono andata alla ricerca di una palestra perché volevo vedere se ce ne fosse una valida. La kick dovevo continuare a praticarla. Fermo restando che la Dynamic Center è unica, ho trovato comunque un bell’ambiente, sono stati molto comprensivi. Biagio si è sentito con il maestro di Siena e insieme mi hanno aiutato a prepararmi, ho continuato a fare qualche gara.”

Cosa ti senti di dire a una ragazza che ha timore di avvicinarsi alla kick?

“Intanto, non avere assolutamente paura perché in palestra come prima cosa ti insegnano ad avere rispetto. Nessuno ti mancherà di rispetto a meno che non trovi una mosca bianca, in questo caso basta segnalarlo al maestro. Ormai ci sono tante ragazze che praticano kickboxing. C’è sempre un clima di amicizia, c’è un senso di unione tra di noi, si crea un gruppo in cui la palestra diventa la tua seconda casa. La kick è un valore aggiunto nella tua vita e auguro di poter trovare quello che la kick ha dato a me: autostima, forza mentale e fisica e tante belle amicizie. Se poi si ha paura di farsi male è una paura lecita perché è uno sport di contatto ma abbiamo tutte le protezioni”.

In vista dei mondiali WAKO che si svolgeranno a Jesolo dal 15 al 24 ottobre, è un’estate di allenamenti?

“Sì. È un’estate di allenamenti, di sacrifici, di dieta – non dieta di restrizioni ma di mantenimento. Gli allenamenti sono specifici, sono duri a volte pensi che non sarai in grado ma con l’aiuto del maestro e degli altri ragazzi li superi. Ti assalgono dubbi, paure ma ti confronti con gli altri e capisci che ce la puoi fare. Io sono tranquilla”.

Quali sono i tuoi progetti futuri, nella vita e nello sport?

“Continuare con la magistrale e conseguire la specialistica in Didattica dell’italiano per stranieri. Con lo sport, finché l’età e il corpo mi consentono di farlo, vorrei continuare. Vediamo se la kick entra nella prossima Olimpiade… Vediamo se la fortuna sarà nella mia parte, lo spero tantissimo, non so se sono all’altezza ma è un sogno e ai sogni non si rinuncia mai. Nell’immediato spero di essere in grado di affrontare una competizione importante come i mondiali. È un evento importantissimo per me e l’ho sempre visto da lontano. Ora che mi ci ritrovo è molto strano anche se non mi sento all’altezza ci voglio provare e ci voglio credere!”

Brillando ai Mondiali, Debora contribuirà anche a realizzare un sogno accarezzato dal pluripremiato maestro Tralli: allenare una ragazza che diventa campionessa del mondo…

Rossella Montemurro

Redazione

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