La dimensione sociale dell’evangelizzazione

E’ paradigmatico il modo con cui Papa Francesco apre il cap.4 dell’ Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (E.G.), al n. 176, infatti, leggiamo: “Evangelizzare è rendere presente nel mondo il Regno di Dio”. 

Il Papa, però, non nasconde la sua preoccupazione circa la dimensione sociale dell’evangelizzazione, “senza la quale il suo significato autentico e integrale resterebbe sfigurato”; Tanto è vero, che poi precisa che il Kerigma possiede un contenuto ineludibilmente sociale: nel cuore stesso del Vangelo, leggiamo, vi sono la vita comunitaria e l’impegno con gli altri.

Il fondamento dunque di questo importantissimo capitolo è un necessario allargamento dello sguardo, un necessario allargamento dell’orizzonte dell’annuncio.

Se è vero, insomma, che evangelizzare è rendere presente nel mondo il regno di Dio, è  più vero, che date le tante trasformazioni sociali in atto, evangelizzare significa essere lievito che fermenta la pasta del mondo in regno di Dio.

Si tratta di sottolineare che l’annuncio del Vangelo non riguarda spazi angusti della vita ma che o riguarda  l’interezza della vita o riguarda ogni aspetto della vita oppure non è annuncio del Vangelo !

L’annuncio del Vangelo riguarda l’interezza della vita personale (non solo alcune ore della nostra vita…la cosiddetta fede celebrata) ed ha una parola da dire per il mondo intero e per la realtà sociale.

Essere Chiesa in uscita, allargare lo sguardo, superare gli orizzonti che molto spesso ci rinchiudono in luoghi che sembrerebbero protetti significa rilanciare la forza propulsiva del Concilio che poi è la forza propulsiva del Vangelo stesso.

“Che vale meditare sulla fede se non si intraprende con vigoria quell’ampia tessitura di opere e che la fede stessa esige?” (Giorgio la Pira)

La vita cristiana, ormai lo sappiamo bene, non afferma la sua originalità solo nell’ambito della coscienza ma interviene per determinare, con il suo peso, anche le scelte culturali, sociali, le leggi e gli ordinamenti.

Occorrono cristiani preparati e generosi, capaci di assumere atteggiamenti limpidi e coerenti, che sappiano unire realismo di azione e coraggio di profezia e attuare un tipo di presenza, nel mondo, inconfondibile e liberatrice. 

Se c’è un insegnamento costante ed insistente della Chiesa oggi, pontificio ed episcopale, è quello che spinge i cristiani a prendere più viva coscienza del dovere che hanno di partecipare attivamente alla vita pubblica, di contribuire all’attuazione del bene comune, di adoperarsi alla luce della fede e con la forza dell’amore. (Giovanni XXIII, pacem in terris n.13).

E’ certamente ancora una pagina da scrivere quella dell’ impegno di annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo, ovvero nella nostra realtà di vita a tutti i livelli. 

E’ chiesto evidentemente ad ogni generazione di credenti di continuare ad interrogarsi su come servire il Signore e vivere a pieno il Vangelo nelle situazioni che oggi ci sono.

Del resto, sappiamo bene che c’è un “segno” che viene dato ad ogni tempo, e a noi è chiesto di capire quali sono i “segni” per noi, le immagini, i messaggi che in un qualche modo attraverso la realtà che viviamo il Signore ci lancia.

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Lindo Monaco

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