Una bella intervista di Aldo Cazzullo a Lorenzo Cherubini, noto a tutti come Jovanotti, è stata pubblicata sul Corriere della Sera nell’edizione del 24 novembre scorso. È un’intervista che della personalità del cantautore rivela tanti aspetti poco noti, nonostante la notorietà del personaggio.
Uno di questi aspetti è indubbiamente il rapporto di Lorenzo con la Chiesa. «La Chiesa è casa mia» ha risposto al giornalista che gli chiedeva come mai mostrava di appassionarsi tanto alla vita della Chiesa. «Ci sono nato dentro» precisa.
Non è questo un modo di dire. Jovanotti dentro la Chiesa ci è vissuto davvero. Perché suo padre era nella Gendarmeria del Vaticano. Facendo una digressione, si potrebbe aggiungere che, come gendarme, suo padre aveva davvero stoffa da vendere; basti pensare che riuscì a segnalare la presenza del ricercato Alessio Casimirri, brigatista rosso che aveva partecipato al sequestro di Aldo Moro, mentre il clandestino passeggiava a Trastevere durante la “Festa de noantri”, festa patronale della Madonna del Carmine.
Potevano arrestarlo, ma Cherurbini non fu creduto o non vollero credergli; Casimirri fuggì così in Nicaragua, dove tuttora vive, a bordo di un aereo della compagnia sovietica Aeroflot. Per inciso, a chi ha ancora dubbi sul coinvolgimento del Cremlino nel sequestro Moro, questo può chiarire tante cose. È tutto agli atti della Digos di Roma che in un suo rapporto scriveva: «Verso le ore 22,30 di ieri [25 luglio 1983], tale Cherubini Mario, Ispettore della Gendarmeria del Vaticano, afferma di aver notato, nei pressi del Ponte Garibaldi, i noti latitanti Casimirri Alessio e Algranati».
Per tornare all’intervista di Aldo Cazzullo, sono tanti gli aneddoti di questo genere che Jovanotti racconta. Per esempio, che suo padre faceva da autista a Madre Teresa di Calcutta quando la santa era ospite in Vaticano e che proprio per questo legame ha chiamato sua figlia Teresa. Ricorda anche come furono vissuti in famiglia i terribili momenti dell’attentato a Giovanni Paolo II e della tragedia di Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente del Vaticano come suo padre. «Era amica di mia sorella» commenta Jovanotti, «Mio padre era convinto che Emanuela fosse stata vittima di un maniaco, e il Vaticano non c’entrasse nulla».
Anche la famiglia Cherubini conobbe il dolore inconsolabile: la perdita del fratello Umberto, collaudatore di aerei, morto mentre faceva il suo lavoro. E conobbe la conseguente depressione della mamma. Lorenzo dice che tutto quello che ha fatto lo ha fatto per restituire il sorriso a sua madre distrutta dal dolore.
Al di là di quella che è stata la sua storia familiare e il rilievo che in questa famiglia ha avuto la Chiesa e il Vaticano, sorprendono nel cantautore le ragioni della sua personale adesione alla fede. Qual è la convenienza della fede, gli chiede a un certo punto Cazzullo. In fondo è una domanda che si pone ogni uomo: perché credere?
«Una volta» racconta il cantautore, «Saviano mi invitò in una sua trasmissione a cantare Imagine. Dissi di no». Perché? Gli chiede il giornalista del Corriere. «John Lennon è un grandissimo» gli risponde, «Ma non voglio cantare un mondo in cui non esista la religione. Un mondo senza religioni sarebbe peggiore, perché la fede è la cosa più umana di te».
Per lui, dunque, la fede ti rivela “la cosa più umana di te”. Ti rivela che c’è un padre di cui tu sei figlio. Ti rivela che c’è qualcuno che ti ha voluto, che vuole che tu ci sia e che ti sostiene nel cammino non sempre facile della vita.
«È bello credere» dice, «è bello pensare di essere figli di qualcuno». Del resto, l’aveva già detto in una sua canzone: «È per te ogni cosa che c’è». È una canzone dedicata a sua figlia, ma è anche una canzone dove si parla di paternità che, in fondo, è il nome del grande Mistero che, momento per momento, si prende cura degli uomini. Credere è la cosa più umana. È proprio vero.
«Lascio la porta aperta al mistero» risponde Jovanotti ad Aldo Cazzullo, «anzi spalancata. E ci passa una corrente travolgente».
È per te il profumo delle stelle
È per te il miele e la farina
È per te il sabato nel centro
Le otto di mattina
È per te la voce dei cantanti
La penna dei poeti
Forse non hai mai pensato a queste sue parole. «È per te ogni cosa che c’è». Ogni cosa è stata voluta per te. Proprio tutto quello che c’è.
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