IA (oppure, all’inglese, AI) – Intelligenza Artificiale – un tema che sta prendendo piede nella nostra realtà.
Da una parte la paura che la tecnologia decida sulla vita dell’uomo, dall’altra parte l’entusiasmo di chi vede una nuova era da scoprire.
Umberto Eco divideva la società in apocalittici, coloro che rigettano la tecnologia, e integrati, coloro che vedono in ogni innovazione tecnologica nuove possibilità.
Il tema del convegno pone la questione in termini tecnici ed etici.
Il responsabile diocesano dell’IRC (Insegnamento della Religione Cattolica), don Francesco Gallipoli, ha presentato il tema mettendo in evidenza quelle che sono le sfide che chiede l’educazione oggi ai giovani riguardante l’intelligenza artificiale.
Poi, l’incaricato diocesano di pastorale giovanile, don Gianpaolo Grieco, ha mostrato attraverso una serie di episodi reali le inferenze che l’Intelligenza Artificiale già apporta nella costruzione della realtà, ma anche le prospettive e le problematiche che l’intelligenza porta con sé. Esempi che vanno dal salvataggio di persone con la guida automatica a falsi allarmi tali da fa scoppiare una guerra, da immagini fake a personaggi di Instagram completamente realizzati dall’IA, sottolineando l’importanza di una educazione ai media quale possibile soluzione all’uso improprio della tecnologia.
Spesso il cinema ha affrontato il tema mostrando possibili mondi apocalittici in cui i robot prendono potere più degli uomini sollecitando la domanda sul limite che i robot dovrebbero avere sulla vita umana.
Per quanto la tecnologia si consideri intelligente, certamente non sarà mai capace di arrivare all’intelligenza umana, in quanto questa è capace di intuito, dubbi e sentimenti, mentre l’intelligenza artificiale è fatta di una mole di dati che continuamente vengono elaborati e che gli danno delle capacità sì superiori all’uomo ma è incapace di generare dei giudizi morali.
Nella seconda parte del convegno, il prof. Markus Krienke, docente di Etica Sociale Cristiana e Dottrina Sociale della Chiesa presso la Facoltà di Teologia di Lugano, ha esposto la dimensione etica che la tecnologia non può eguagliare in quanto non incarnata affidando così agli insegnanti l’impegno a vivere l’esperienza umana nella dimensione che Cristo ci ha lasciato, rendendo sempre presente la vita che trascorre e che i computer invece non possono imitare.
Le conclusioni del vescovo ricordano il non facile compito degli insegnanti affinché sappiano, nel loro lavoro, trasmettere la fede in un tempo sempre più invaso dalla tecnologia.
In bocca al lupo dalla Redazione di Logos ai nuovi insegnanti di religione che al termine di questo convegno sono stati nominati.
Scrivi un commento