Iniezioni di fiducia

E’ risultata molto evidente la diminuzione di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 a seguito delle vaccinazioni eseguite dall’inizio dell’anno sulle prime categorie di persone quali: ospiti di RSA, personale sanitario, forze dell’Ordine ed insegnanti.

Al di là delle percentuali altalenanti di vaccinati nelle regioni italiane un dato sembra emergere in modo evidente: nel giro di pochi mesi si è passati dalla sfiducia nei vaccini all’euforia collettiva per cui si è disponibili ad accettarne uno qualunque, appena si renda disponibile.

Si spiega così il successo di tanti open day vaccinali con la regione Basilicata che si è distinta per aver promosso la prima edizione notturna, l’Astranight materano, andata in scena lo scorso 8 maggio: per i critici un semplice evento mediatico, per il presidente Bardi un esempio da imitare.

Che la fiducia nei vaccini sia ben riposta lo confermano i dati provenienti da nazioni quale Israele e Regno Unito dove la campagna di immunizzazione, iniziata con mesi di anticipo rispetto all’Europa e utilizzando due preparati diversi (Pfizer e Astrazeneca), ha prodotto significativi cali di mortalità e di ricoveri ospedalieri.

L’impatto della vaccinazione COVID-19 sul rischio di infezione da SARS-CoV-2 e sul conseguente numero di ricoveri e di decessi in Italia è stato oggetto di una analisi dell’Istituto Superiore di Sanità realizzata osservando quanto accaduto tra il 27 dicembre 2020 e il 3 maggio del 2021.

Mettendo a confronto i dati dell’Anagrafe nazionale vaccini con quelli provenienti dal sistema di sorveglianza integrata Covid 19 si sono ottenute queste evidenze: 

  • il rischio di infezione da SARS-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la prima dose di vaccino;
  • dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione della riduzione che è circa dell’80% per il rischio di diagnosi, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso
  • questi effetti sono simili sia negli uomini che nelle donne e in persone di diverse fasce di età.

E’ interessante osservare il grafico che documenta di quanto siano diminuiti i nuovi casi di infezione dall’inizio dell’anno in alcune categorie di persone sottoposte per prime al vaccino: ospiti di RSA, personale sanitario, forze dell’Ordine ed insegnanti.

Questo calo coincide con la fase decrescente della terza ondata di Covid in Italia, periodo che nella nostra regione si è caratterizzata per un numero elevato di decessi, anche in fasce di popolazione adulta non particolarmente avanti negli anni.

Cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro?  

L’aumento del numero dei vaccinati, la disponibilità di anticorpi monoclonali capaci di rallentare la replicazione del virus nelle fasi precoci della malattia, pur non rappresentando una vera e propria cura, la ricerca e sperimentazione di farmaci antivirali utilizzabili per via orale ci danno motivi di speranza.

La protezione offerta dai vaccini presumibilmente giungerà a coprire l’arco di un intero anno, la pandemia assumerà nel tempo i caratteri dell’endemia, di una malattia cioè costantemente presente o molto frequente in una popolazione o territorio ma con espressività meno severa.

I comportamenti individuali saranno sempre la migliore garanzia a tutela della salute propria e altrui.

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Erasmo Bitetti

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