Il senso della Chiesa per l’intelligenza artificiale

La diocesi di Castellaneta si interroga su una realtà che avrà un enorme impatto sulla società. Come in tutte le cose umane, le implicazioni etiche dell'IA sono evidentissime. Ma la Chiesa si pone di fronte agli strumenti di comunicazione sociale come a “meravigliose invenzioni”.

Un incontro-dibattito sull’intelligenza artificiale tenuto il 19 febbraio scorso a Castellaneta, in provincia di Taranto, è stata l’occasione per cominciare ad “aprire gli occhi” – come si dice – su questa nuova realtà che avrà molto presto un enorme impatto sulla società, ma di cui ancora troppo poco si conosce al di fuori della ristretta cerchia degli esperti. 

Nel corso del dibattito presso l’auditorium della locale parrocchia del Cuore Immacolato sul tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana” sono intervenuti il Vescovo di Castellaneta Mons. Sabino Iannuzzi, il Direttore dell’Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali CEI Vincenzo Corrado, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia Piero Ricci, il Direttore di TeleDehon padre Francesco Mazzotta e don Oronzo Marraffa, Direttore dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali che è stato tra i promotori dell’evento.

Non è necessario addentrarsi nelle caratteristiche tecniche di questa epocale innovazione che è l’IA, l’intelligenza artificiale, per capire quanto grandi potranno essere le sue ripercussioni sulla vita degli uomini. Basta fare qualche esempio. Come ha ricordato Piero Ricci, l’intelligenza artificiale consente per esempio di utilizzare la voce di una determinata persona per fargli dire qualsiasi cosa, con parole che questa non ha mai pronunciato.

Sembra di trovarsi di fronte a qualcosa di diabolico. Ma è proprio così? Il rischio c’è, come del resto in tutte le cose umane, e le implicazioni etiche sono evidentissime. Ma, come ha ricordato Vincenzo Corrado, la Chiesa si è sempre posta con positività di fronte alla realtà delle innovazioni tecnologiche nel campo dei media. Già nel lontano 1957, papa Pio XII, parlava degli strumenti di comunicazione sociale come “meravigliose invenzioni” mentre papa Francesco dedica oggi all’intelligenza artificiale ben due messaggi per due diverse giornate mondiali.

È certamente necessario intervenire per regolamentare questa nuova realtà e il vescovo di Castellaneta mons. Iannuzzi ha ricordato a questo proposito l’utilità dell’adozione di un marcatore visibile affinché sia facilmente riconoscibile quanto viene prodotto con l’intelligenza artificiale; per avvertire chi osserva, cioè, di non essere di fronte a qualcosa che fa parte del mondo reale, pur mostrando tutte le caratteristiche di questo. Secondo il vescovo, tutto ciò che è frutto della IA deve coniugarsi necessariamente con due elementi fondamentali: la verità da una parte e l’eticità dall’altra.

Padre Mazzotta, sacerdote dehoniano, teologo, giornalista ma anche direttore di un’emittente televisiva e ingegnere informatico, si è soffermato sugli aspetti tecnici dell’intelligenza artificiale e sulle inevitabili implicazioni di carattere morale. Con precisione e con una chiarezza non comune di fronte a un argomento estremamente complesso come questo, ha spiegato in cosa consista concretamente l’IA, mostrando al pubblico presente una serie di slide che riproponiamo qui

Il sacerdote non ha nascosto l’entusiasmo che egli prova di fronte a innovazioni di questa portata e ha voluto ricordare quanto scrive San Tommaso nel “De veritate” a proposito del desiderio umano. Per il padre dehoniano le innovazioni, come il desiderio, non sono mai un male; potrebbe diventare un male soltanto il modo distorto con cui queste venissero eventualmente utilizzate.

L’incontro di Castellaneta induce a non poche riflessioni. A chiedersi, principalmente, perché la Chiesa cattolica mostra tanto interesse per l’intelligenza artificiale. È evidente che una parte di questo interesse è sollecitato dalle implicazioni etiche che ciò comporta. Ma se si trattasse di questo, la Chiesa si limiterebbe soltanto a manifestare preoccupazione per le conseguenze di un uso improprio dell’intelligenza artificiale. Ciò non spiegherebbe quella definizione di “meravigliose invenzioni” data da papa Pio XII. Da cosa deriva dunque questa meraviglia? È difficile rispondere e sono ancora poche le riflessioni che si fanno a questo riguardo in ambito teologico. Ma probabilmente si può vedere, in ciò, l’uomo che vuole essere emulatore della bontà del Dio creatore. Non si può non guardare con simpatia a questo tentativo umano.

Come Dio, per sua bontà, ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, così l’uomo vorrebbe realizzare qualcosa che somigli a se stesso, che abbia qualcosa che richiami il comportamento umano. E forse l’intelligenza artificiale è ciò che gli somiglia di più, qualcosa in cui l’uomo può vedere qualcosa di se stesso. Tutto nel mondo materiale è dominato dalle leggi della fisica. Nel caso dell’intelligenza artificiale, si potrebbe vedere il tentativo dell’uomo di inserire anche un’impronta umana nella dinamica della materia.

Bisogna temere che tutto questo possa, a un certo punto, prevalere sulla volontà umana e rendere quindi gli uomini schiavi di ciò che essi hanno prodotto? È questa, come si può vedere, una potente provocazione per la fede cristiana. Ma la risposta è vecchia di duemila anni e il Vangelo rappresenta ancora, per l’uomo d’oggi, una promessa di bene. Perché di fronte al pericolo di nuove schiavitù la Chiesa sarà ancora una guida sicura e c’è da credere che il popolo cristiano, con forza ancora maggiore, saprà annunciare la sua liberazione.


Sul canale YouTube dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi di Castellaneta una registrazione integrale dell’evento

© 2024 Longo/Logos
“Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”
Castellaneta 19.02.2024

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Paolo Tritto

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