Il sacramento dell’Ordine: Tre nuovi presbiteri per la Chiesa di Matera-Irsina

Nei prossimi giorni, nella Chiesa di Matera-Irsina, saranno ordinati tre nuovi sacerdoti: don Fabio Vena il 24 aprile, don Alberto Delli Veneri l’1 maggio e don Marco Di Lucca l’8 maggio. Tutti nella cattedrale di Matera alle ore 18,00 per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo.

Una bella terzina di presbiteri che arricchiranno la Diocesi e che assumeranno ruoli diversi nell’ambito della stessa. Intanto, nello scorrere di poche righe, i tre ordinandi sono stati definiti prima sacerdoti e poi presbiteri ma che sono comunque preti. Mi pare opportuno fare una precisazione in merito.

Il presbitero, che comunemente abbreviato si esprime col termine prete, è un ministro di culto della Chiesa cattolica. Nel linguaggio corrente viene anche chiamato sacerdote, ma tale termine, riferito al sacerdozio ministeriale, indica sia il presbitero che il vescovo. Il presbiterato costituisce il secondo grado (superiore al diacono ed inferiore al vescovo) del sacramento dell’Ordine.

Talvolta viene fatta confusione tra preti, monaci e frati: i primi sono tali in forza di un sacramento, i secondi e terzi rappresentano una forma di vita religiosa, normalmente contrassegnata dai voti religiosi. Tuttavia, molti religiosi ricevono anche l’ordinazione presbiterale.

Per il Catechismo della Chiesa Cattolica “L’Ordine è il sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa sino alla fine dei tempi: è, dunque, il sacramento del ministero apostolico. Comporta tre gradi: l’Episcopato, il presbiterato e il diaconato”. L’Ordine, in epoca romana, designava un «corpo sociale», una comunità con funzioni pubbliche. Tale termine fu assunto dalla terminologia ecclesiastica per indicare un “collegio” o comunque un gruppo di persone incaricate di un ministero pastorale. Il sacramento dell’Ordine ha la sua origine nella volontà di Cristo che promosse alcuni dei suoi discepoli con una partecipazione alla propria consacrazione e alla propria missione come ministri che avrebbero svolto nel suo nome le funzioni sacerdotali.

Inoltre il Catechismo della Chiesa Cattolica riporta che l’ordinazione sacerdotale avveniva con un rito chiamato ordinatio, atto religioso e liturgico che consisteva in una consacrazione, una benedizione o un sacramento. “Oggi la parola «ordinatio» è riservata all’atto sacramentale che integra nell’ordine dei Vescovi, dei presbiteri e dei diaconi” che non è una elezione, designazione, delega o istituzione ma “conferisce un dono dello Spirito Santo che permette di esercitare una potestà sacra la quale non può venire che da Cristo stesso, mediante la sua Chiesa”. Questa ordinazione é chiamata consacrazione poiché è “una investitura da parte di Cristo stesso, per la sua Chiesa. L’imposizione delle mani del Vescovo, insieme con la preghiera consacratoria, costituisce il segno visibile di tale consacrazione”.  L’Ordine, nella teologia cattolica, conferisce un carattere e resta valido per tutta la vita di chi lo ha ricevuto; il sacerdote non può mai ridiventare laico.

L’ordinazione presbiterale viene impartita dal Vescovo e si celebra durante la Santa Messa solenne; generalmente questa cerimonia avviene nella chiesa cattedrale. Il rito è complesso e prevede i seguenti momenti salienti: la presentazione ed elezione; l’omelia in cui il Vescovo spiega il ministero del presbiterato; le interrogazioni e la promessa di rispetto e di obbedienza al Vescovo; le litanie dei santi; l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione che é il momento più importante ed essenziale del sacramento.

Occorre poi segnalare i riti esplicativi comportanti la vestizione degli abiti sacerdotali e l’unzione crismale che è un’unzione molto significativa perchè si unge con il crisma le mani dell’ordinando. C’é anche un simbolismo che viene rappresentato dal gesto del mettere le mani congiunte nelle mani del vescovo associato con la promessa dell’obbedienza che è molto espressivo ma anche molto chiaro. Poi c’é il gesto di umiltà che è la prostrazione: prostrarsi a terra è il segno più espressivo di riverenza, umiltà o penitenza. Infine, tra il simbolismo, c’é l’imposizione delle mani che “è un rito antichissimo di benedizione e consacrazione in cui si esprime la presa di possesso, da parte di Dio, di una persona o cosa, che rimane ripiena dello Spirito Santo”.

Un’ultima riflessione occorre farla sulla triplice dimensione del ministero del prete. Infatti, San Giovanni Paolo II, nella sua Lettera ai sacerdoti in occasione del Giovedì Santo 1979, trattando della missione di Cristo e di quella del sacerdote, afferma che si deve parlare di una triplice dimensione della missione e del servizio, più che di tre funzioni distinte. Egli si riferiva al ministero profetico, sacerdotale e regale.

Sul ministero profetico, scrive mons. Magrassi nel suo opuscolo Il prete: “Il sacerdote annuncia la Parola con autorità. Sulla sua bocca, se é fedele al Vangelo, essa non é parola su Dio, ma Parola di Dio. Questo ministero é il primo di ogni comunità, perché, come «In principio era la Parola” (Gv.1,1), così all’origine di ogni iniziativa di salvezza c’é la Parola. Ed ancora, una comunità é autentica nella misura con cui é sensibile alla Parola; un sacerdote é autentico nella misura in cui ne é fedele ministro con lo sforzo di incarnarla nella vita.

Sul ministero sacerdotale é lapidario che il sacerdote é l’uomo del Sacramento, della Liturgia. Egli é la “bocca” della Chiesa. “Il breviario che egli recita, la preghiera liturgica che egli innalza al Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo é lode che egli dà a Dio per conto di tutta la comunità”.

In merito al servizio regale, l’enciclica «Mediator Dei», alludendo al sacerdote, afferma che egli partecipa, secondo la sua parte di autorità, all’ufficio di Cristo, pastore e capo. In forza di questo “servizio regale” per cui governa la porzione di gregge a lui affidata, il prete é anche coordinatore dei vari ministeri e costruttore della comunità. In definitiva, i presbiteri, come collaboratori dell’Ordine episcopale, sono posti a pascere la Chiesa: Perciò hanno il compito di servire la comunione di Dio con gli uomini con l’annuncio della parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti, la guida del popolo di Dio nel cammino della fede e della carità.     

Le tre cerimonie di ordinazione potranno essere seguite attraverso la diretta streaming curata dal giornale diocesano Logos con i seguenti link di accesso pagine:

-sito di Logos: https://www.logosmatera.it/

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-sito web diocesano al link: http://www.chiesadimaterairsina.it/

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Domenico Infante

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