«Il Paese non crescerà se non insieme», nota del Consiglio Episcopale Permanente

Il testo, approvato dal Consiglio Episcopale Permanente il 22 maggio 2024 nel corso dei lavori della 79ª Assemblea Generale, raccoglie e fa proprie le preoccupazioni emerse dall’Episcopato italiano. Nel video mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, ne illustra i contenuti.

«Il Paese non crescerà se non insieme». Questa convinzione ha accompagnato, nel corso dei
decenni, «il dovere e la volontà della Chiesa di essere presente e solidale in ogni parte d’Italia, per
promuovere un autentico sviluppo di tutto il Paese». È un fondamentale principio di unità e
corresponsabilità, che invita a ritrovare il senso autentico dello Stato, della casa comune, di un
progetto condiviso per il futuro.

Sono parole molto attuali anche oggi, in cui si discutono le modalità di attuazione dell’autonomia
differenziata delle Regioni a statuto ordinario, secondo quanto consentito dal dettato costituzionale. Ed è proprio la storia del Paese a dirci che non c’è sviluppo senza solidarietà, attenzione agli ultimi, valorizzazione delle differenze e corresponsabilità nella promozione del bene comune.

Ci dà particolare forza l’esperienza di sinodalità delle nostre Chiese, grazie alla quale stiamo
crescendo nella capacità di “camminare insieme” come comunità cristiane e con i territori e la
comunità civile del Paese.

In particolare, crediamo che la parola “insieme” sia la chiave per affrontare le sfide odierne e la via
che conduce a un futuro possibile per tutti. Siamo convinti infatti – e la storia lo conferma – che il
principio di sussidiarietà sia inseparabile da quello della solidarietà. Ogni volta che si scindono si
impoverisce il tessuto sociale, o perché si promuovono singole realtà senza chiedere loro di impegnarsi per il bene comune, o perché si rischia di accentrare tutto a livello statale senza valorizzare le competenze dei singoli. Solidarietà e sussidiarietà devono camminare assieme altrimenti si crea un vuoto impossibile da colmare. Con Papa Francesco, ripetiamo che «la fraternità universale e l’amicizia sociale all’interno di ogni società sono due poli inseparabili e coessenziali.

Separarli conduce a una deformazione e a una polarizzazione dannosa» (Fratelli tutti, 142). Da sempre ci sta a cuore il benessere di ogni persona, delle comunità, dell’intero Paese, mentre ci preoccupa qualsiasi tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra territori, tra aree metropolitane e interne, tra centri e periferie. In questo senso, il progetto di legge con cui vengono precisate le condizioni per l’attivazione dell’autonomia differenziata – prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione – rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica.

Tale rischio non può essere sottovalutato, in particolare alla luce delle disuguaglianze già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, cui è dedicata larga parte delle risorse spettanti
alle Regioni e che suscita apprensione in quanto inadeguato alle attese dei cittadini sia per i tempi
sia per le modalità di erogazione dei servizi.

Gli sviluppi del sistema delle autonomie – la cui costruzione con Luigi Sturzo, nel secolo scorso, è
stata uno dei principali contributi dei cattolici alla vita del Paese – non possono non tener conto
dell’effettiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali che
devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale.

Di fronte a tutto questo, rivolgiamo un appello alle Istituzioni politiche affinché venga siglato un
«patto sociale e culturale» (Evangelii gaudium, 239), perché si incrementino meccanismi di
sviluppo, controllo e giustizia sociale per tutti e per ciascuno.

Roma, 22 maggio 2024
IL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

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Redazione

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