Il nuovo pastore, l’Addolorata e il gregge

Dopo ben sedici anni di ministero pastorale episcopale da parte dell’arcivescovo padre Giancarlo Maria Bregantini, l’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano e tutto il gregge, cambiano il pastore. Arriva dalla non lontana terra della Basilicata, mons. Biagio Colaianni.

Dopo ben sedici anni di ininterrotta gestione dell’attività pastorale da parte dell’arcivescovo padre Giancarlo Maria Bregantini, l’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano e tutto il gregge, come ormai è di dominio pubblico, cambiano il pastore. Arriva dalla non lontana terra della Basilicata, Biagio Colaianni, nominato da Papa Francesco sostituto di Bregantini, a seguito delle sue dimissioni per raggiunti limiti di età, il giorno sei dicembre, ricorrenza di San Nicola.

Originario di Matera, ove è nato il 3 giugno 1957, ha ricoperto il ruolo di Vicario Generale dell’Arcidiocesi e Moderatore di Curia del capoluogo lucano. Si insedierà in Molise, dopo la consacrazione del prossimo 10 febbraio a Matera, il giorno 9 marzo presso la Basilica Inferiore della Madonna Santissima Addolorata di Castelpetroso, il Santuario mariano conosciuto, possiamo dire, in tutto il mondo.

Sarà un evento di straordinario fascino, non solo per i cristiani, ma anche per quanti vorranno semplicemente assistere da spettatori al non frequente rito che suscita forti emozioni e particolari suggestioni, anche nella considerazione che non avviene nel sito deputato, la Cattedrale di Campobasso, ma nel luogo di culto di Castelpetroso per il quale lo stesso Vescovo dimissionario, Bregantini, si è largamente e convintamente speso per farlo elevare al ruolo di Basilica Inferiore. Una location di tutto rispetto, che incute forti sentimenti di spiritualità, che per l’occasione sarà vestita a festa, per accogliere nella maniera più degna possibile colui che è stato chiamato a reggere le sorti della arcidiocesi di Campobasso-Bojano nei prossimi anni.

Il Santuario mariano, in territorio della provincia di Isernia, sicuramente farà registrare il tutto esaurito, perché nessuno vorrà mancare allo stimolante appuntamento e un giorno vorrà dire: “c’ero anche io”. Una prima volta in assoluto per un cambio di guardia al vertice della diocesi del capoluogo regionale che avviene al di fuori dei confini provinciali, sia pure dovuto a causa di forza maggiore, visto e considerato che la cattedrale di Campobasso è ancora alle prese con i lavori di ristrutturazione. È il cruccio più grande per monsignor Bregantini, il suo rammarico più evidente, per non essere riuscito, suo malgrado, a garantire la conclusione dei lavori in cattedrale, per l’accoglienza e l’insediamento del suo successore. Se da un lato Bregantini può sentirsi “mortificato”, dall’altro però può essere grato al Signore perché l’evento si celebra nella incantevole residenza della Patrona del Molise. Verrebbe da dire che il rimedio è migliore del male.   Nell’affascinante località, in contrada “Cesa tra santi”, ai piedi del monte Patalecchia, a oltre 850 metri sul livello del mare, si consumerà dunque uno degli avvenimenti più importanti per la collettività cristiana locale: l’avvicendamento pastorale per una comunità allargata qual è la diocesi, anzi in questo caso, l’arcidiocesi, con il passaggio di consegne da un Vescovo all’altro.

In quel posto dove un giovedì di “passione”, come si diceva all’epoca, precedente la domenica delle Palme, il 22 marzo 1888, avvenne un fatto sconvolgente, straordinario, con due contadine di Guasto, frazione di Castelpetroso, (Fabiana Cicchino, nubile, e Serafina Giovanna Valentina, coniugata Cifelli ) che, mentre erano intente a svolgere lavori agricoli, in compagnia di due pecorelle, nel cercare una pecorella che si era smarrita, avrebbero visto  apparire la Vergine con il Cristo morto sulle ginocchia. La Vergine, secondo il racconto, aveva le braccia allargate e gli occhi rivolti al cielo. Per nove giorni Fabiana e Serafina (quest’ultima non vide nulla, la prima volta) si recarono a pregare dinanzi alla grotticella dove sarebbe avvenuta la visione, ma non ebbero nessun’altra apparizione. Il primo aprile, giorno di Pasqua, si sarebbe rinnovata la visione della Vergine con Gesù morto sulle ginocchia. Questa seconda volta anche Serafina avrebbe vista la apparizione. Inizialmente ci fu molto scetticismo tra la popolazione, ma col passare del tempo, “Cesa tra santi”, divenne sempre più meta di pellegrinaggi per pregare. Anche il Vescovo diocesano di Bojano, monsignor Francesco Macarone Palmieri recatosi sul posto per ben tre volte avrebbe avuto la visione della Vergine, unitamente al suo vicario generale e ad altri canonici ed ecclesiastici. Naturalmente venne informato il sommo pontefice, Leone XIII, che mostrò vivo interesse alla relazione fatta dal Vescovo. Le apparizioni si sono susseguite successivamente e sarebbero stati in tanti ad assistere: la Vergine sarebbe apparsa a molti in sembianze e atteggiamenti diversi.

Abbiamo voluto raccontare l’evento per meglio comprendere in quale meraviglioso sito monsignor Biagio Colaianni, al quale formuliamo le più vive espressioni augurali per il santo onomastico nella giornata di domani, riceverà il lasciapassare che gli consentirà di guidare il nuovo gregge. Una guida che sarà protetta, come lui stesso ha avuto modo già di affermare nella intervista che potrete leggere a parte, dalla “tenerezza della Madonna Addolorata, della Madre di Dio, Madre della Chiesa e di ogni cristiano. A lei mi affido nel desiderio di incontrare i suoi figli e miei fratelli”. Al saluto che ha amorevolmente voluto rivolgere a tutti i fedeli della diocesi di Campobasso-Bojano con relativa benedizione, a conclusione della intervista, sicuri di interpretare i sentimenti di tutta la popolazione, auguriamo a monsignor Biagio una permanenza condita da ogni utile e desiderata  grazia, nell’assolvimento della delicata e affascinante missione, nella consapevolezza piena, avendo avuto modo di apprezzarne subito le sue illuminate qualità morali e spirituali, la competenza, l’intelligenza e la cultura,  che saprà condurre con sapienza e saggezza, come si conviene a un buon pastore, le sue nuove pecorelle. Benvenuto tra noi monsignor Biagio.     

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Domenico Infante

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